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Dai e Vai – La 26ª giornata di Serie A in tre tocchi

Dai e Vai, la 26ª giornata di serie A in tre tocchi
LA PARTITA
Cagliari-Juve ci consegna una classifica sempre più corta lì al vertice e la prospettiva di una remuntada dei bianconeri che fino ad un mese fa nessuno avrebbe mai pronosticato. La prossima giornata vedrà Juve e Atalanta impegnate rispettivamente con Verona e Venezia nel week end dello scontro diretto tra prima e seconda. Cosa vuol dire? Che potremmo ritrovarci in testa alla classifica con quattro squadre in 6 punti.
IL GIOCATORE
Aveva risposto sui social, ferito nell’orgoglio dalle parole di Gasperini. Ed alle parole Ademola Lookman ha fatto seguire i fatti. Due gol, seppur contro un non irresistibile Empoli in caduta libera, portano a 12 il suo bottino stagionale in serie A (una rete ogni 117 minuti giocati). Il pallone d’oro africano resta un giocatore imprenscindibile per l’Atalanta. Suo era stato anche l’unico gol nel ritorno di Champions contro il Brugge in quella partita che aveva poi scatenato lo sfogo di Gasperini contro il nigeriano reo di aver sbagliato il ciclo di rigore (parleremo di rigori anche nel terzo tocco di giornata).
I due gol contro l’Empoli, in una partita nella quale potevano pesare gli strascichi della polemica infrasettimanale, fanno pendere con decisione la bilancia dalla parte di Ademola Lookman che vince nei confronti del suo allenatore, sia a parole che nei fatti.
IL FATTO
Nazionalità tedesca, origini jugoslave (lo dice lui stesso) ma nato a Vienna. Kosta Runjaić ha dimostrato sul campo di meritarsi una panchina di serie A nonostante lo scetticismo che aveva accompagnato la scelta dell’Udinese di affidargli la panchina. 36 punti, decimo posto in classifica e salvezza acquisita ormai da tempo l’Udinese quest’anno ha impressionato per solidità ed organizzazione tattica: vedere la partita al Maradona.
La masterclass di Runjaić è andata però in scena venerdì sera a Lecce quando l’allenatore dei friuliani non ha esitato a richiamare in panchina Lucca, reo di un orrendo siparietto per accaparrarsi il diritto a calciare il rigore – poi trasformato – che ha consegnato la vittoria all’Udinese. Una decisione forte orientata a sancire la sacralità delle regole (il rigorista designato era Thauvin) e del gruppo. Una scelta che fa specie soprattutto in un stagione che aveva vissuto episodi simili, in squadre più blasonate, e con epiloghi tragicamente diversi per classifica ed allenatori.
(Foto: Depositphotos)