Napoli
Napoli, Spalletti: perchè adesso?

Il lungo addio tra Luciano Spalletti ed il Napoli ha lasciato non poche ripercussioni nel cuore dei calciatori e dei tifosi partenopei, dopo i due straordinari anni culminati con lo strepitoso Scudetto della stagione 2022/23.
Che qualcosa tra il presidente del club Aurelio De Laurentiis e l’attuale Ct della Nazionale si fosse rotto era intuibile da tempo, ma le notizie uscite nei giorni scorsi hanno confermato a pieno che il divorzio tra Luciano Spalletti e il Napoli porta ad un solo nome, quello del presidente azzurro.
…Partiamo da lontano
Stagione 2021/2022 il primo Napoli di Spalletti si gioca lo Scudetto contro le super potenze Milan (che vincerà contro ogni pronostico) e l’Inter.
Il 24 aprile il Napoli vola ad Empoli, dopo una cocente sconfitta casalinga contro la Fiorentina ed un pareggio amaro contro la Roma vola ad Empoli per affrontare i padroni di casa e tenere ancora vive le speranze di tricolore.
Si mette subito bene per gli azzurri che mettono a segno due gol con Insigne e Mertens e sembrano aver chiuso immediatamente la pratica.
Pinamonti ed Henderson però non sembrano essere d’accordo ed in otto minuti rimettono tutto in gioco sfruttando due clamorosi errori di Alex Meret, che vivrà un pomeriggio decisamente buio, fissando sul tre a due il risultato finale, Empoli in festa, a Napoli è tempesta.
I giornali si scagliano contro il numero uno azzurro, ma il presidente è su tutte le furie con l’allenatore di Certaldo che cerca invano di difendere i suoi giocatori.
Tutti sono sulla forca, lui compreso, che nonostante i tentativi di gettare acqua sul fuoco cercherà di rimediare più avanti certificando la qualificazione in Champions League come obbiettivo stagionale.
La prima frizione parte da lì, da quel 24 aprile 2022 dove Aurelio De Laurentiis comincia a pensare che forse Luciano Spalletti non avesse più il polso della situazione e cominciando a cercare nuovi nomi per la panchina azzurra, facendo cosa poco gradita al tecnico toscano che si trincererà dietro a frecciatine e parole mezze dette e mezze no per il resto della stagione e non solo.
La pec e il libro
Il contratto tra l’allenatore e il Napoli prevedeva due anni di contratto ed un opzione di rinnovo unilaterale da parte del Napoli dopo il secondo anno di contratto.
Sappiamo tutti come si sono svolti i fatti. Una stagione straordinaria, la rinascita di una squadra che orfana di campioni del calibro di Fabian Ruiz, Koulibaly, Insigne e Mertens ha trovato nuova linfa vitale nei nuovi innesti apparentemente sconosciuti come il georgiano Kvicha Kvaratskhelia, Kim Min Jae, e con la certezza Osimhen che fù grande protagonista di quella stagione.
La vittoria del terzo Scudetto non è bastato a trattenere Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli, nonostante il presidente avesse legittimamente esercitato un opzione unilaterale si, ma firmata da entrambi con modalità predefinite (a mezzo pec).
Seduto al tavolo del ristorante di Chiaia dove Spalletti aveva chiesto di andare via “per tornare a vivere nella sua terra”, salvo poi sedere sulla panchina della Nazionale neanche due settimane dopo.
Ma cosa è mancato affinchè questo grande amore tra Spalletti ed il Napoli, potesse diventare un ciclo vincente?. La risposta cerca di darla Spalletti nel suo libro “Il paradiso esiste…Ma quanta fatica”.
Chi sarà il prossimo nemico?…
“In tutta la mia storia a Napoli ho giocato due partite contemporanee: quella con gli avversari e l’altra con il presidente”, “Il presidente era quello che metteva la ceralacca sulle cose, su tutto, che certificava se una scelta era giusta o meno”,
«non telefonò la sera che vincemmo il campionato, né all’allenatore, né ai giocatori, né al direttore, né al team manager», perché «troppo impegnato a giocare la sua partita personale sul prato festante del Maradona”
Queste sono solo alcune delle frasi scritte dal Ct della Nazionale nel suo libro, che raccontano come il suo rapporto con il presidente azzurro non fosse idilliaco, e che la mancanza di umanità da parte sua avesse fatto si che l’addio fosse cosa certa.
Ma se ancora oggi alcuni romantici si chiedono cosa sarebbe potuto essere se Spalletti sedesse ancora sulla panchina azzurra, altri cominciano a farsi domande non solo sulla veridicità di tali affermazioni (visto che non c’è stata ancora risposta da parte del Napoli nella persona di Aurelio De Laurentiis), né sull’amore verso una squadra che al momento è vicina al suo quarto Scudetto.
Ma perchè fare uscire queste dichiarazioni in questo momento? Perchè il tanto vituperato amore per il Napoli e per la sua gente non ha indotto il signor Luciano Spalletti ad attendere per l’uscita di questo libro? La sensazione oggettiva è che in ogni avventura avuta dal tecnico c’è sempre stata la ricerca di un nemico da sconfiggere non solo in campo.
A Roma è stato Cassano al suo arrivo nella sua prima esperienza in giallorosso, poi il clamoroso scontro con Totti e consorte, poi la saga con Icardi a Napoli Aurelio De Laurentiis.
Dopo un Europeo fallito ora a lui l’arduo compito di riportare la Nazionale italiana ad un Mondiale dopo ben dodici anni di assenza, e se dovesse andare male di chi sarà la colpa? di Gravina? di Buffon?….
(Foto DepositPhotos)