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TARGET – Lecce, rivelazione salentina

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Giampaolo Lecce
Tempo di lettura: 3 minuti

Il campionato come spesso accade offre nell’arco della stagione calcistica moltissime occasioni per allenatori dal grande prestigio e non, di avere l’opportunità di continuare o di rilanciare la propria carriera su una panchina di Serie A.

In questa prima parte di stagione, sono stati ben cinque i cambi sulle panchine del massimo campionato, con la Roma che ha addirittura fatto il bis esonerand0 prima Daniele De Rossi dopo quattro giornate in luogo di Ivan Juric e poi l’allenatore croato per affidarsi al romano e romanista Claudio Ranieri.

Anche Genoa e Monza hanno cambiato guida tecnica sostituendo i Campioni del Mondo, Gilardino e Nesta, con Patrick Vieira e Salvatore Bocchetti.

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Uno dei cambi che ha portato maggiori risultati positivi è stato quello che ha visto Luca Gotti lasciare spazio al rientrante Marco Giampaolo sulla panchina del Lecce.

La scelta

L’inizio di stagione in casa Lecce non è stato molto esaltante, con l’allenatore protagonista della splendida seconda salvezza consecutiva ottenuta dai salentini, che ha fatto molta fatica a fare punti.

Sul suo destino pesano molti risultati negativi tra cui il clamoroso sei a zero subito in trasferta contro la Fiorentina e le rimonta subita nello scontro diretto contro il Parma, dove i salentini si sono fatti recuperare ben due reti in un match contro una diretta concorrente per la salvezza.

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Un match che è passato dai piedi di Kristovic che a cinque dalla fine ha clamorosamente fallito il gol del tre a zero dando il via alla rimonta emiliana per un miracoloso pareggio dal forte sapore di sconfitta.

Questo ed un altra serie di episodi hanno spinta la dirigenza pugliese a cambiare guida tecnica, una cosa raramente avvenuta durante la gestione targata Sticchi Damiani, che coadiuvato dall’esperto Pantaleo Corvino ha deciso di dare una forte inversione di tendenza puntando su Marco Giampaolo.

“Il Maestro” indica la via

Inizialmente la notizia non ha scaldato più di tanto i cuori dei tifosi leccesi, che in piena contestazione per il risultati negativi ottenuti dai calciatori, si aspettavano un nome più altisonante o che almeno fosse ancora attivo nel girandola delle panchine, ma dopo appena cinque partite hanno dovuto ricredersi.

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La prima differenza tra Gotti e Giampaolo potrebbe essere individuata nel cambio di modulo.

Il primo ha adottato durante la sua permanenza sulla panchina pugliese un ordinato 4-4-2, che inizialmente ha garantito una tranquilla salvezza, ma che nella seconda parte di stagione non si è adattato ai calciatori comprati durante la sessione estiva di calciomercato.

Il secondo invece ha adattato ha cucito alla sua rosa un 3-4-3 molto duttile e flessibile che ha consentito a giocatori chiave come Tete Morente di trovare la propria collocazione migliore in campo.

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Secondo, e fondamentale, aspetto che ha portato Marco Giampaolo è l’entusiasmo. L’ex allenatore di Milan, Sampdoria e Torino ha portato personalità e voglia di fare all’interno di uno spogliatoio che non era affatto sereno.

Poche parole ha conferma di questa tesi sono state pronunciate dal giovane centrocampista albanese Medon Berisha nel corso della trasmissione Piazza Giallorossa:

“Il mister ci ha dato fiducia e soprattutto molta serenità che avevamo perso.”  Poche parole che rendono perfettamente l’idea di come il Lecce abbia cambiato abito.

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Basti pensare alla sconfitta rimediata contro la Lazio, dove nonostante i giallorossi siano stati in inferiorità numerica per gran parte della partita hanno messo sotto scacco gli avversari sfiorando in più di un occasione il pareggio.

La ricetta per la salvezza

Poche parole e tanti fatti. Salvarsi attraverso il gioco, è questa la grande sfida di Marco Giampaolo e del suo Lecce, ma il bel gioco soltanto non basta. Servono attributi da grande gruppo e soprattutto la maglia sudata alla fine di ogni partita.

Perdere fa parte del gioco ma anche le sconfitte possono avere pesi differenti, Fiorentina e Lazio insegnano quanto una sconfitta può essere differente dall’altra.

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La classica maglia sudata e niente più. Questa è la via maestra da seguire per ottenere la terza meravigliosa salvezza consecutiva.

(Foto DepositPhotos)

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