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Juventus, tra grandi speranze e delusioni: il punto sull’Allegri bis

È di nuovo il 17 maggio ad essere fatale per Massimiliano Allegri che, come nel 2019, anche nel 2024 saluta la Juventus in questa data.
Termina così il cosiddetto Allegri bis, un’avventura iniziata con grandi speranze ma terminata probabilmente nel peggiore dei modi, con una netta spaccatura tra tecnico e società e anche tra i tifosi, divisi tra il sostegno ad Allegri e la volontà fu sostituirlo.
In questo articolo andremo a fare un bilancio di quello che è stato il ritorno del tecnico livornese allo Stadium, tra obiettivi falliti e l’unico successo arrivato pochi giorni fa all’Olimpico contro l’Atalanta.
Le grandi speranze
Il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus viene ufficializzato il 28 maggio del 2021, al termine di una stagione che vede terminare il dominio lungo quasi un decennio dei bianconeri sul campionato di Serie A.
L’ex allenatore del Milan sostituisce un suo ex calciatore, Andrea Pirlo, che lascia la panchina dopo una sola stagione ma con due titoli, la Supercoppa vinta contro il Napoli e la Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, partite disputate entrambe al Mapei Stadium.
Fin da subito, però, l’avventura di Allegri inizia in netta discontinuità con quella precedente.
L’inizio difficile
L’inizio dell’Allegri bis è molto complicato, a partire.
Il tecnico, infatti, si ritrova costretto fin da subito a rinunciare al fuoriclasse della Juventus sia di Pirlo che di Maurizio Sarri: Cristiano Ronaldo.
Il portoghese decide di voler cambiare aria e cerca il trasferimento in Inghilterra, dove si accaserà poi nuovamente al Manchester United.
Nemmeno i risultati soddisfano il tecnico e i tifosi: nelle prime quattro la Juventus totalizza solo due punti, perdendo addirittura in casa contro l’Empoli e a Napoli e pareggiando contro Udinese e Milan.
Le finali perse
Nelle competizioni ad eliminazione, la Juventus di Allegri trova nell’Inter di Inzaghi una vera e propria bestia nera.
Si parte dalla Supercoppa di gennaio che, proprio sul campo di San Siro, vede i nerazzurri trionfare a tempo scaduto con l’errore di Alex Sandro e la zampata di Sanchez.
A fine stagione una Juventus diversa, con Vlahovic davanti a rinforzare il reparto offensivo, perde anche la finale di Coppa Italia, in un accesissimo match che termina 4-2 a favore della squadra di Inzaghi ai supplementari.
Delusioni europee
Sia nella prima che, soprattutto, nella seconda stagione, la Juventus di Allegri sperimenta numerose delusioni europee.
Al primo anno, dopo un ottimo girone che vede i bianconeri finire primi sopra ai campioni in carica del Chelsea, la marcia della Juventus si interrompe in un ottavo di finale alla portata contro il Villarreal che, dopo il pareggio dell’andata al Madrigal, vince addirittura 3-0 allo Stadium.
Il secondo anno la squadra di Allegri finisce addirittura terza nel girone, sotto PSG e Benfica, rimediando una grande umiliazione in Israele, in casa del Maccabi Haifa, e retrocedendo in Europa League con appena tre punti.
Il cammino in Europa League non è negativo ma i bianconeri non raggiungono l’obiettivo di vincere la competizione, perdendo contro i futuri campioni del Siviglia.
Il caso bilancio
Ad onor del vero, alla Juventus e ad Allegri per il secondo anno vanno comunque concesse delle attenuanti.
I bianconeri sperimentano una stagione quasi da cinema, con continue penalizzazioni, punti restituiti e poi nuovamente tolti.
Un caso terribile per il calcio italiano ma che vede puniti probabilmente gli unici incolpevoli, i giocatori, che faticano a mantenere un ruolino di marcia adeguato per stare dietro all’irraggiungibile Napoli.
La Juventus riesce comunque a qualificarsi alla Champions League, ma non vi parteciperà proprio a causa delle sopracitate penalizzazioni.
Un terzo anno negativo?
E veniamo, infine, al terzo anno della Juventus targata Allegri bis. Partiamo innanzitutto dalla domanda da un milione di dollari: è stato un anno negativo? Sì e no.
Se si guarda puramente alle statistiche l’obiettivo Champions è stato raggiunto, oltre alla vittoria di un trofeo.
Ma la realtà è ben più complicata: i bianconeri avevano l’occasione di provare a mantenere il passo dell’Inter dall’alto della mancanza di competizioni europee e, per un po’, ci riescono anche.
Dal post Empoli però la squadra cola a picco e la distanza dall’Inter aumenta fino a venticinque punti al momento dell’esonero.
Ma il problema principale è il gioco espresso: è vero che chi vince ha il coltello dalla parte del manico ma, alla lunga, la mancanza di gioco si paga e i bianconeri lo hanno dimostrato, sprofondando nell’abisso senza più riuscire a rialzarsi.
Il futuro
Adesso la squadra sarà affidata fino alla fine della stagione al tecnico della primavera Montero, mentre il ds Giuntoli va in cerca del sostituto.
Il primo nome resta quello di Thiago Motta ma chissà che le prossime settimane non possano portare nuovi profili alla ribalta.
Dopotutto, nel corso dei mesi, di sorprese ne abbiamo viste a bizzeffe.
(Foto: Depositphotos)