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Il sol dell’avvenir di re Grosso

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E adesso andategli a dire voi (sì, voi che lo avete denigrato) a Fabio Grosso che come allenatore è inadeguato, non all’altezza, che ha avuto più d’un colpo di fortuna, che allena solo perché raccomandato e che non capisce niente di tattica. Andategli a dire voi, dopo che ha ottenuto col suo Frosinone la promozione diretta in serie A con tre giornate d’anticipo, che non ha idea di come si coordini e tenga un gruppo o che non sa leggere con accortezza una partita! Con gli occhi del marinaio esperto che naviga in mare aperto, sotto il sole cocente così come travolto dalle burrasche, Grosso ha condotto nel porto della promozione diretta in A il suo Frosinone. Ecco, andategli a dire voi adesso che non poteva allenare nelle arene della serie B perché “un conto è la Juventus primavera, che t’hanno generosamente offerto, altro conto è stare nelle piazze di Bari, Verona e Brescia”. Ma quelle gli erano servite da dura e impegnativa palestra infuocata. Tant’è che già lo scorso anno, con i ciociari, aveva sfiorato il ritorno nella massima serie. Gli era già servito. Dalle esperienze negative, compresa quella in Svizzera col Sion, ha tratto preziosissimi insegnamenti per realizzare un qualcosa di unico. Non però d’inaspettato, in questa stagione.

IL RITORNO DEI CANARINI IN A, LA RIVINCITA DI FABIO GROSSO. Il ritorno dei canarini in serie A, dopo 4 anni, è la sua rivincita personale e professionale, dopo tante critiche immeritate e ingenerose. Neanche il contributo decisivo ai Mondiali vinti nel 2006, contro la Germania in semifinale e contro la Francia in finale, gli era valso l’attenuante da analisi del sangue spietate, feroci, crudeli. La ricompensa è arrivata. Copiosa, abbondante. Guarda lui, adesso, dalla sua panchina tutti da un immaginario alto verso il basso, mantenendo l’umiltà e la grinta che lo hanno fin qui contraddistinto. Al contrario dei suoi denigratori, non dirà mai loro: “Falliti, sarete voi!”. Perché Grosso, e soprattutto quei Mondiali ce lo insegnarono col suo “Non ci credo!” dopo il gol, ha la semplicità delle persone normali, che non si autocelebrano e non si pongono sopra gli altari, incoronandosi da soli. E, in quella che dovrebbe essere la normalità, il risultato dell’approfondire gli argomenti con la lente d’ingrandimento dovrebbe essere sempre oggettivo. L’esito della discussione “da bar-sport” non dovrebbe mai avere la meglio in un’analisi seria. Insomma in molti le avevano sparate grosse prima. Ma il tempo, come quasi sempre accade, grazie principalmente ad un’abnegazione straordinaria nel lavoro svolto, non solo è galantuomo ma ha premiato tutti i suoi sforzi. Smentendo così tutti i detrattori. Ed anche i numeri sul campo sono lì a certificarlo: miglior attacco (54 realizzati), miglior difesa (solo 21 incassati), 13 vittorie in casa. In cima ai bomber di stagione c’è il centravanti Mulattieri (12 perle messe a segno), un filino più in basso sul podio si trovano Caso e Insigne (8 reti per entrambi). Inoltre è una delle due squadre (l’altra è l’Empoli) ad aver ottenuto più promozioni in Serie A negli ultimi 10 anni. Micidiale. Un piccolo sol dell’avvenir. Che vorrebbero conservarsi, con maturità e consapevolezza, per farlo diventare sempre più grande. Ma per il momento, a Frosinone, è giusto che si godano l’alba.

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