Calciomercato
Piero Armenti a LBDV: “ADL ha mortificato il sogno dei napoletani” (ESCLUSIVA)

Nella puntata de #IlCalcioNelMercato di martedì 19 luglio 2022 abbiamo avuto il piacere di avere come ospite Piero Armenti scrittore, imprenditore, esploratore urbano, influencer (creatore della pagina Il Mio Viaggio a New York) e giornalista. Insieme abbiamo parlato della turbolente situazione in casa Napoli, della rinascita della Salernitana, e del calcio americano.
Riportiamo un estratto del suo intervento durante la nostra trasmissione in diretta su Facebook:
Piero innanzitutto tu che squadra tifi?
“Come ho sempre sostenuto, io sono un residuo degli anni ’80. In classe mia ci si divideva tra Juventus, Inter, Milan e Napoli. E personalmente per ragioni di vicinanza regionale ho sempre tifato per il Napoli. Ma sono simpatizzante di tutte le squadre campane: la Salernitana, e anche il Benevento. In Europa tra tutti i top club ho simpatia per il Real Madrid. Così per avere una squadra che vince sempre.”
Immaginiamo che fossi il presidente degli azzurri, da imprenditore, avresti fatto le stesse scelte di De Laurentiis nell’ultimo periodo?
“Ovviamente non conosco i conti economici della società, però io credo che il calcio sia anche capacità di alimentare i sogni di una piazza, la capacità di alimentare quell’entusiasmo contagioso che unisce tutti. Per esempio io nei panni di De Laurentiis da imprenditore un colpo come Dybala realizzato dalla Roma lo avrei fatto per il Napoli, per consolidare quell’unione che dovrebbe esserci tra società, tifosi, città e squadra. Al presidente è mancata sempre quella capacità di piazzare quei colpi che incendiano la piazza che servono. Il presidente ha mortificato il sogno del popolo napoletano!
Dal punto di vista imprenditoriale se voglio fare una buona campagna abbonamenti, la lancio subito dopo un bel colpo di mercato. Con il poco entusiasmo che c’è al momento non so cosa succederà. Sono un po’ dubbioso, ma attendiamo.”
Vorrei riprendere un tuo post su Facebook di qualche giorno fa dove fai uno sfogo da tifoso:

Foto: Profilo Facebook Piero Armenti
Deduco che anche tu, come molti tifosi partenopei, abbia uno stato d’animo scocciato verso la presidenza. Qual’è la tua idea da tifoso sulla situazione in casa Napoli?
“Io ho le idee molto chiare. Non so se il puzzle sta crollando o meno perché manca parecchio alla fine del calciomercato. Ma credo che i tifosi stiano facendo bene a fare pressione, affinché qualcosa si smuova. La contestazione quindi è funzionale ad uno scopo: ottenere una squadra forte che non venga ridimensionata.
Il mio allontanamento da De Laurentiis come presidente, nasce da quando dichiarò che Benzema fosse troppo vecchio per venire a giocare a Napoli. Poi si è visto come è andata a finire (il francese probabilmente vincerà il pallone d’oro quest’anno). Quindi se vuole fare qualcosa in più deve acquistare giocatore di esperienza, sui 30-32 anni, magari svincolati da top club, che abbiano vinto qualcosa. Un giocatore del genere è utile anche per fare spogliatoio. Purtroppo all’ombra del Vesuvio non ci sono mai stati, nel passato recente, questi tipi di calciatori. E nei momenti clou, si è avvertita la loro assenza. La dirigenza si è quasi sempre limitata a comperare belle promesse, alcune delle quali hanno fatto una bella figura come Koulibaly. La maggior parte invece si sono rivelate delle vere e proprie “pippe” che sono andate via. Mi piace la maniere in cui fa il calciomercato la Juventus, che ovviamente è una mia acerrima nemica calcisticamente parlando, però per un Dybala che va via arrivano Pogba e Di Maria. Se vuoi vincere cosi si fa!
Negli ultimi anni è vero che la piazza è stata sempre un po’ divisa tra i sostenitori e i detrattori di De Laurentiis. Ma io quest’anno vedo meno divisione, a me sembra che la piazza sia molto più unita nella critica al presidente. Anche una serie di giornalisti che io seguo, che tradizionalmente hanno sempre difeso il patron azzurro, ora li vedi scricchiolare. Dunque per me ci deve essere una risposta concreta sul mercato. Serve necessariamente un difensore di buon livello (INDISCREZIONE LBDV chiuso l’operazione Kim tra il Napoli e il Fenerbahce), e un portiere. Ripeto al momento non resta che attendere.”
Secondo te il diverso atteggiamento dei giornalisti può dipendere dal fatto che sono a conoscenza di un imminente cambio di proprietà?
“Imprenditorialmente io penso che De Laurentiis potrebbe fare una scelta molto interessante. Se si rende conto che il calcio è cambiato e che a certi livelli non riesci a stare, perché non ha la forza economica e/o strutturale, per me fa bene a vendere ora il club. Perché potrebbe esserci il rischio che si svaluti nel giro di pochi anni, con giocatori meno forti e di conseguenza posizionamenti in classifica da sesto/settimo posto. Non puoi non tenere presente il Napoli in un ragionamento nell’evoluzione del calcio, e nell’entrata di grandi fondi e gruppi societari che rende difficile la competizione alla maggior parte delle società come quella partenopea.”
Vivendo tu a New York, ed essendo tifoso del Napoli, ti è mai giunta la voce di qualcuno lì da te che sia interessato ad acquistare il club?
“Allora io non ho dubbi sul fatto che qui ci siano imprenditori o fondi pronti a fiondarsi sul Napoli che io ritengo un club vendibilissimo. Probabilmente sappiamo qual’è l’ostacolo principale: contrattare con De Laurentiis. Sicuramente il patron sparerà prezzi senza senso, quindi credo che ci vorrà un po’ di tempo. Però se dovessi scommettere i miei due centesimi, lo farei sulla cessione del Napoli e non del Bari. Perché tra i due club è quello che ti permette di monetizzare di più, correndo il rischio della svalutazione come detto poc’anzi.”
Alla luce delle tue dichiarazioni di cui sopra che ne pensi della situazione contrattuale di Mertens che potrebbe approdare alla Lazio?
“È chiaro io lo riconfermerei. Ma analizzando il toto la situazione mi è sembrato di vedere e capire che Mertens non è tra le priorità di Spalletti (alla luce dello scarso impiego dello scorso anno). La mia sensazione è che non ci sia tanto feeling tra i due, necessario per avere quella spinta ulteriore. Ovviamente mi dispiacerebbe molto se andasse alla Lazio, perché oltre ad essere una bandiera del club, è anche una garanzia, capace di fare la differenza a gara in corso. È, nonostante i 35 anni, un giocatore importante.”
Nella passata stagione alla luce di una situazione societaria e di campo a dir poco terribili avresti acquistato la Salernitana come fatto da Iervolino?
“Assolutamente si, anche perché ritengo abbia fatto un ottimo affare economico, in quanto il valore della Salernitana è superiore a quello investito da Iervolino, che è un imprenditore a trecentosessanta grandi e ha dimostrato di ottenere grandi risultati già in passato. E poi ritengo che ai granata non potesse andare meglio di quanto è andata, in quanto la salvezza è stata miracolosa. Le pressioni quest’anno saranno maggiori in quanto sarebbe paradossale fare meno con una situazione societaria stabile. Ci aspettiamo una salvezza con almeno tre giornate prima in quanto c’è tempo per costruire una rosa adeguata alla categoria. Il valore aggiunto della Salernitana è la tifoseria. Tra l’altro si tratta di una squadra che fa molta simpatia, ad esempio a New York molti tifano il club granata. Dunque secondo me ha un potenziale di internazionalizzazione superiore a quello che ci si immagina.”
Come ti spieghi la rottura tra Iervolino e Sabatini causa delle commissioni da impartire ai procuratori?
“Questa vicenda mi ha incuriosito parecchio, e alla luce dei fatti ne ho dato una mia personale interpretazione. Sabatini al di là del valore professionale sia una personalità forte e anche cinematografica, e abbia rubato parecchio la scena che legittimamente avrebbe voluto Iervolino. Sembrava che colui che ci avesse messo i soldi e avesse salvato legalmente la Salernitana contasse meno mediaticamente. Ci sono state delle gelosie sicuramente. Ha ragione anche Sabatini quando dice io sto nel calcio da trent’anni, so come funziona a differenza del presidente che erano pochi mesi che era diventato protagonista in quel mondo. Penso che da questo punto di vista abbiano ragione entrambi.
Sulle commissioni nello specifico invece se siamo in un libero mercato nessuno punta la pistola alla testa di una società che può legittimamente esimersi dal pagarle, deviando la propria attenzione su altri giocatori. Io sono a favore di questo modo di agire, e quindi a favore di questo libero mercato. I limiti normativi delle commissioni ritengo che verrebbero aggirati, mentre un gentlmen’s agreement tra presidenti sia la via da seguire.”
Piero come negli ultimi anni il calcio si è evoluto negli Stati Uniti d’America?
“Il calcio negli USA è uno sport molto associato alle donne. Infatti la nazionale femminile è molto più famosa qui rispetto a quella maschile. Le calciatrici sono veri e propri personaggi pubblici, sempre in prima pagina sui giornali. E anche a scuola è uno sport che viene praticato a livello femminile.
Nel corso degli anni hanno sempre provato a lanciare il calcio in America, fu chiamato anche Pelè a giocare a fine anni ’70 nei Cosmos. Poi ci hanno riprovato anche con la sponsorizzazione del Mondiale del 1994, e preannunciava che entro vent’anni la nazionale degli USA avrebbe vinto la Coppa del Mondo. A distanza di vent’otto anni non è cambiato moltissimo. Hanno poi avuto Ibrahimovic in un’epoca in cui era ad altissimi livelli. Ti dico la mio punto di vista riempiono gli stadi perché loro sono appassionati di sport. Ma la mia sensazione è che non sarà mai competitivo rispetto ai campionati europei. E il calcio resterà sempre un gradino sotto ai grandi sport tradizionali come il Baseket, il Baseball, il Football Americano.”
Follow us!