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Real Madrid, Perez su Mbappé: “Su di lui pressioni politiche…”

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Florentino Perez, intervenuto ieri alla trasmissione El Chiringuito, ha parlato, tra i vari argomenti, anche del mancato ingaggio di Mbappé: “Il suo sogno era giocare nel Real Madrid. Avremmo voluto prenderlo lo scorso agosto e non lo hanno lasciato andar via. Ha continuato a dire che avrebbe voluto giocare nel Real Madrid e solo 15 giorni fa è cambiata la sua situazione. Da una parte per una pressione politica, dall’altra economica. Ci hanno detto che le cose erano cambiate. E se è così non c’è più bisogno di pensarci. Lo ha chiamato il presidente della Repubblica e questo colpisce un ragazzino. Anche se non ha molto senso che lo chiami il presidente della Francia, dato che può crescere in qualsiasi squadra. Zidane è venuto al Real Madrid, Benzema pure… Non so perché succedono queste cose”.

Il cambio di idea di Mbappé

“È cambiato tutto perché gli hanno offerto altre cose, gli hanno messo pressione ed è diventato un altro calciatore. Non c’è niente nel Real Madrid che possa stare al di sopra del club. È un gran calciatore, può guadagnare più di altri ma è uno sport collettivo e abbiamo alcuni valori e principi che non possiamo cambiare. Ho affetto nei suoi confronti, ha fatto un grande sforzo ma la pressione nei suoi confronti ha cambiato le circostanze. Credo che sua madre volesse che venisse al Real Madrid perché era il suo sogno sin da piccolo”.

Il pre-contratto

“Perché non è stato firmato un pre-contratto? Non si può fare, devi avvertire il club titolare del suo cartellino per informarlo che si entra in trattativa con un giocatore e questo gli avrebbe causato un grande turbamento. Il PSG lo avrebbe reso pubblico e ci sarebbe stata una pressione molto difficile da sopportare. Il Mbappé che doveva venire qui non è questo. Se è così preferisco che reti al PSG. E questo Mbappé non è il mio Mbappé, che si nega a prestarsi a una campagna pubblicitaria con la sua Nazionale. Questa è una cosa che non voglio. Magari è stato un lapsus ma credo che gli abbiano confuso le idee. Mi manda un messaggio e gli rispondo. E vedo che non era il Mbappé che volevo. Nessun giocatore nella storia del Real Madrid è stato al di sopra degli altri e questo è un gioco collettivo. E non faremo nulla che metta a rischio il collettivo”. “.

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Le pressioni sul giocatore

“Ti chiama il presidente della Francia, il sindaco di Parigi a chiederti di non andartene. E questo solo in Francia. Poi in Qatar ti offrono alcune cose che ti fanno diventare un po’ matto, ti offrono un’influenza sotto l’aspetto sportivo sproporzionata per un giocatore. Un giocatore non è un cantante né un attore. Fa parte di un collettivo nel quale tutti sono nelle stesse condizioni e nessuno può essere al di sopra degli altri. La cosa che ha influito di più credo sia quella politica. Per tutta la vita ha detto che il suo sogno era giocare al Real Madrid e alla fine…”.

(Foto: Twitter PSG)

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