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La mag(l)ia del Napoli, rischia di sbiadire

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Quando Adl disse: “Emporio Armani mi ha proposto delle cose che non mi sono piaciute, e mi sono fatto quattro risate. Faremo una conferenza stampa con EA7, Emporio Armani, nel momento in cui ho degli esempi dei materiali. Sono in grande ritardo, per cui nella settimana che precede l’inizio del campionato, a Castel di Sangro, potrei presentare le maglie. Il tutto tra il 7 e il 15 agosto”.

Mettiamoci l’anima in pace quindi, se tutto andrà bene, le nuove maglie non saranno disponibili prima di quelle date indicate dal presidente del Napoli, ma va sottolineato che in realtà ad oggi la nuova maglia azzurra stagione 2021/22, non esiste. Sembra anche  voler affermare l’ovvio, ma la maglia non c’è e non è neanche lontanamente immaginabile.

E fin qui può risultare anche tutto abbastanza comprensibile, vista la nuova idea messa in campo da Aurelio De Laurentiis per l’autoproduzione: via la partnership con una delle aziende di abbigliamento sportivo, ecco l’innovazione e l’intuizione, perché sia chiara una cosa, questa ennesima scommessa del patron potrà rivelarsi vincente e potrebbe essere in futuro, emulata anche da altri club.

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L’autoproduzione ti permette indubbiamente, una capacità di introito ‘piena’ della vendita, del merchandising e di tutti i prodotti griffati Napoli. Nessun contratto con società terze, nessuna percentuale sulla rivendita, niente di niente, solo guadagno, ma tutto questo però, di contro, presuppone una macchina organizzativa di spessore, pronta a farsi carico di tutta la catena produttiva.

Eravamo tutti preparati, ma oggi, 15 Luglio 2021, è difficile farsi piacere, nell’attesa del nuovo corso, i vecchi capi di abbigliamento firmati Kappa, con le toppe per coprire il marchio Kimbo, azienda quest’ultima, che così come la Kappa ha terminato il suo rapporto con gli azzurri.

È complicato, accettare che una società di spessore, che milita in Serie A e nelle Coppe Europee, possa presentarsi a Dimaro, con gli scatoloni della ‘Zeus Sport’.

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Nulla da recriminare con la società di abbigliamento sportivo locale, precisamente di Torre Annunziata, che è assolutamente un’azienda di tutto rispetto che opera nel panorama dell’abbigliamento sportivo ormai da anni. Ma quello che fa storcere il naso è la sensazione di improvvisazione di tutta la vicenda.

Si è improvvisato con i tempi. In epoca Covid-19 d’altronde era anche ipotizzabile che potesse risultare difficile una fornitura in tempi relativamente congeniali. Si è improvvisato proprio sul progetto dell’autoproduzione, terminando in anticipo il proprio rapporto con Kappa.

Che fretta c’era? Perché vedete, a Napoli c’è sempre la sensazione che si sbagli qualcosa. Accade nella comunicazione, con i tifosi, prigionieri di un silenzio assordante, per mesi e mesi, soprattutto in questo 2021. Ed è accaduto anche con gli avvenimenti degli ultimi due anni, culminati con risultati sicuramente poco felici dal punto di vista sportivo (a parte la parentesi Coppa Italia).

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Ci sono tanti piccoli aspetti che possono minare un elemento fondamentale di tutta la catena di montaggio: la passione. Qui l’entusiasmo a poco a poco, sta calando. I risultati in campo, il silenzio, la poca trasparenza nei rapporti tra società e attuale parco giocatori in alcuni suoi elementi cardini, uno scarno mercato annunciato proprio da Adl, che a margine della conferenza stampa tenutasi a Roma qualche giorno fa, ha dichiarato apertamente che sarà difficile operare con le attuali finanze del club.

Da dove bisogna partire per crederci ancora? Perché lì fuori, sono veramente in pochi a nutrire ancora speranze. Certo il tifo è a prescindere ogni evento avverso, ma c’è bisogno di trasparenza, di vicinanza ed organizzazione, mentre da queste parti invece, sta succedendo esattamente l’opposto.

La maglia arriverà ci mancherebbe, ma l’abbigliamento improvvisato di Dimaro è l’emblema di quello che stiamo vivendo nell’ultimo periodo sotto l’ombra del vesuvio. E allora nell’attesa, bisogna sognare, immaginare qualcosa che oggi non c’è, dimenticando però che il presente è adesso, e domani potrebbe essere anche troppo tardi per convincere quelli che iniziano a vacillare, pervasi da uno scetticismo che pian piano sta diventando cronico.

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Non è lesa maestà quindi, affermare che anche in questa circostanza, si poteva fare sicuramente meglio.

Mentre chi pensa lecitamente a fare imprenditoria, durante il tragitto dimentica che il calcio resta pur sempre della gente: “Sarò con te, e tu non devi mollare”.

 

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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