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DIVERSO PARARE – Ch’è succieso?

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«Ch’è succieso?», cioè «Cos’è successo?», si domanda, nella scena finale di “Napoli Milionaria”, donna Amalia, incarnazione di una Napoli post-bellica distrutta nell’animo, seppure arricchitasi nel portafogli.

Cos’è successo al Napoli?

Da domenica sera tutti i tifosi del Napoli sparsi nel mondo si pongono lo stesso interrogativo: «Ch’è succieso?». Cos’è successo al Napoli, ritrovatosi di colpo senza qualificazione alla prossima Champions’ e quindi tutt’altro che milionario? Cos’è successo alla squadra capace, nel girone di ritorno, di essere inferiore soltanto all’Inter scudettata? Cos’è successo alla macchina pressoché perfetta esibita da Gattuso su quasi tutti i campi per quattordici partite di fila? Come è stato possibile che i calciatori in maglia azzurra abbiano sbagliato del tutto, in tutto e per tutto una partita che valeva tantissimo in termini di risultato sportivo, di impatto sui conti della società, di programmazione futura, tanto quella prossima quanto, a catena, quella remota? Approccio molle e timoroso, assoluta incapacità di far sentire al Verona la differenza di tasso  qualitativo e di motivazioni, errori tecnici inaccettabili per un top team (e non solo per quello) di serie A; reparti slegati, una squadra lunga e larga, totale mancanza di soluzioni offensive – nell’ultima partita di una campionato da quasi 90 reti -, un goal subito che, all’oratorio, avrebbe comportato sconsacrazione immediata…Questo, e altro, e peggio, è stato il Napoli di domenica scorsa, ed è di questo che la tifoseria azzurra non si capacita, ed è per questo che la tifoseria azzurra meriterebbe, nella delusione, quel rispetto che né essa né la maglia hanno ricevuto nell’ultima di campionato e nei giorni immediatamente seguenti.

Il silenzio dei colpevoli

Qualcuno avrebbe dovuto sentire il bisogno di metterci la faccia, di parlare, di spiegare il perché della disfatta. Qualcuno avrebbe dovuto chiedere scusa, mostrare un minimo di delusione per un fallimento che coinvolge tutti, ma per il quale i tifosi sono i soli che non possono consolarsi pensando, cosa che faranno i calciatori, ad uno stipendio milionario; ad una nuova panchina, come ha fatto subito Gattuso; ai guadagni che verranno da cessioni inevitabili, quelle alle quali con sollievo può guardare Adl. I giocatori, sempre pronti a twittare dopo ogni vittoria, lesti nel ringraziare e salutare via social Gattuso, avrebbero dovuto sentire il bisogno di chiedere scusa per la prestazione indegna offerta domenica. L’ormai ex allenatore non doveva limitarsi, come ha invece fatto, a saluti e ringraziamenti di circostanza, ma avrebbe dovuto spendere una parola, una sola, dannata parola, per fugare dubbi atroci dalle menti dei tifosi di una squadra che la sua guida tecnica purtroppo lascia, ben oltre i demeriti stessi di Ringhio, fuori da quasi tutto. Aurelio De Laurentiis, infine, dopo la deleteria guerra di nervi scatenata contro l’allenatore a gennaio e tenuta in piedi fino all’incommentabile tweet di commiato, non si illuda che le manovre evasive poste in essere sulla figura del nuovo allenatore possano rappresentare un colpo di spugna sulla cocente delusione di domenica. I calciatori avrebbero dovuto, Gattuso non doveva, Adl non si illuda…: eppure, la verità è che la società, in tutte le sue componenti, sta colpevolmente tacendo, sta mostrando un disprezzo mai visto prima nei confronti della tifoseria, una tifoseria che è ancora qui a chiedersi «Ch’è succieso?», una tifoseria che per anni, con i propri soldi, ha retto e tenuto in piedi il “Napoli milionario” di Aurelio De Laurentiis.

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fonte:IlSussidiario.net

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