Lazio
Il figlio del procuratore federale Chinè fu scartato dalla Lazio. Ma per il Coni non c’è incompatibilità
Il figlio del procuratore federale Chinè fu scartato dalle giovanili della Lazio. Il nome del ragazzo, Bruno Chinè, compare nella lista dei giocatori svincolati dalla società biancoceleste nel 2019 dopo 6 anni di militanza nelle under laziali.
Il particolare non è sfuggito ai tifosi più attenti che hanno sollevato dubbi sulla regolarità della situazione.
Le cronache dei giornali riportano però che già durante il caso Zarate la questione era emersa. Lo stesso procuratore, trovatosi a giudicare la diatriba tra la Lazio, il suo presidente, Claudio Lotito, e il giocatore argentino pose all’attenzione del Coni il problema.
Secondo il Comitato olimpico nazionale però in quel caso non vi erano i presupposti per un’incompatibilità.
Ora, dopo il duro deferimento per la società biancoceleste, la questione si è riaccesa mediaticamente anche se al momento non è prevista un’altra decisione sull’incompatibilità.
Chinè nei prossimi giorni accetterà l’incarico di capo gabinetto del Mef e vuole accelerare la pratica tamponi-Lazio per non trovarsi oberato da una doppia mole di lavoro.
Entro 10 giorni dovrebbero esserci le richieste da parte della Procura ma al momento non è possibile prevedere nè quali siano queste richieste nè soprattutto l’eventuali sanzioni che potrebbero essere afflitte alla Lazio.
Parlare di sconfitte a tavolino, penalizzazioni, multe e quant’altro sembra più un gioco mediatico che una reale previsione poiché sono vicende per le quali la giurisprudenza sportiva è ancora agli albori.