Milan
Napoli – Milan ai tempi di Diego e Arrigo
Quando sentiamo parlare di Napoli-Milan la mente va subito alle sfide di fine anni ’80 tra il Napoli di Maradona e il Milan di Sacchi.
Nei decenni precedenti non fu mai una partita decisiva per assegnare lo scudetto ma in quegli anni, dal confronto tra azzurri e rossoneri, dipendevano spesso le sorti del campionato italiano e, per certi versi, la supremazia di due concetti diversi legati al calcio: quello geniale e talentuoso di Maradona, capace di vincere con la singola giocata, e quello, organizzato e spettacolare, basato sul gioco, di Arrigo Sacchi.
Il primo maggio del 1988, in un San Paolo stracolmo, con il Napoli in testa in classifica davanti al Milan di un solo punto, si giocò la partita che segnò un’epoca e che costituì il presupposto di tutte le vittorie rossonere con Sacchi.
Il Milan andò in vantaggio con Virdis dopo trentasei minuti. Maradona pareggiò alla fine del secondo tempo con una punizione magistrale che s’infilò sotto l’incrocio dei pali. Fu l’ultimo sussulto di un Napoli che era stato in testa per tutto il campionato ma che ormai aveva dato tutto sul piano fisico.
Nella ripresa il Milan, arrembante ma compatto, segnò nuovamente con Virdis di testa al 68′ su cross di Gullit e poi con Van Basten sempre su assist di un inarrestabile Gullit al 76′. Il tiro di Van Basten fu tanto forte da ritornare indietro e per un attimo ingannò il radio-telecronista, il mitico Enrico Ameri, che prima di correggersi, in diretta disse: ”traversa!”.
A nulla valse il gol del 2-3 segnato da Careca al 78′ se non a far metabolizzare meglio ai tifosi che ormai lo scudetto aveva preso la strada per Milano.
Alla fine della partita, gli oltre ottantamila spettatori applaudirono sportivamente i giocatori del Milan che avevano dato dimostrazione, in quell’annata, di un nuovo gioco, basato sul pressing, il fuorigioco e caratterizzato da trame spettacolari.
Nel campionato successivo il Napoli si prese la sua rivincita con un perentorio 4-1. Il primo gol partenopeo fu segnato con un’azione di stile rugbistico con passaggi all’indietro per eludere il fuorigioco e imbucata centrale per Maradona che fece gol di testa da fuori area, caricandosi come una molla e scavalcando il portiere Galli in uscita.
I difensori rossoneri, capitanati da Franco Baresi, furono ingannati nel loro “blinde side”, per usare un termine mutuato dal football americano, e non si avvidero dell’arrivo del giocatore argentino. Le altre reti furono segnate da Careca (doppietta) e da Francini. Di Virdis, su rigore, il gol del momentaneo 3-1.
Al termine di quella stagione lo scudetto lo vinse l’Inter, ma Napoli e Milan riuscirono nell’impresa di vincere rispettivamente Coppa Uefa e Coppa Campioni.
Nel 1989-90 Napoli e Milan ritornarono a lottare di nuovo per lo scudetto con un testa a testa emozionante.
All’andata il Napoli vinse per 3-0. Nel primo tempo il Napoli segnò due reti con Carnevale, dimostrando grande cinismo e praticità. Nella ripresa, a una manciata di minuti dalla fine, Maradona segnò con un mirabile scavetto il goal del 3-0.
Nel ritorno il Milan, fresco vincitore della Coppa Intercontinentale, distanziato di due punti dal Napoli capolista, ebbe l’occasione di agganciare i partenopei in vetta alla classifica.
Nonostante l’assenza di Gullit, i rossoneri manifestarono una supremazia di gioco per tutto il primo tempo, fallendo anche occasioni clamorose. Nella prima frazione di gioco si infortunò Donadoni e al suo posto entrò Evani, l’eroe della coppa intercontinentale. Proprio Evani fu decisivo per scardinare il castello difensivo partenopeo nel secondo tempo. Dapprima crossando per Massaro la palla dell’ 1-0 e poi con una punizione, consentendo a Maldini di segnare di testa il goal del 2-0. La terza rete fu segnata sempre di testa in tuffo da Marco Van Basten.
Quel campionato vinto dal Napoli si consumò tra le polemiche per la nota vicenda della monetina che colpì Alemao a Bergamo e che diede la vittoria a tavolino ai partenopei. Dopo tale episodio fu cambiata la regola con l’abolizione della vittoria a tavolino per eventi simili a quelli di Bergamo.
Sempre in quella giornata di campionato, durante Bologna-Milan non fu convalidato il goal di Marronaro, attaccante dei felsinei, con la palla che aveva varcato la linea di porta.
Dopo quel campionato i confronti tra Napoli e Milan non furono più decisivi per lo scudetto: Maradona andò via da Napoli e Sacchi divenne tecnico della Nazionale italiana. Guarda caso i due attori principali dei confronti tra azzurri e rossoneri.
A distanza di anni, la nostalgia di un calcio bello e geniale, come quello fatto vedere da Sacchi e Maradona, ha fatto dimenticare le polemiche del 1990 e ha cementato in tutti gli appassionati di calcio l’ammirazione per i due protagonisti degli epici scontri tra Napoli e Milan.
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