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Juventus: Cosa è cambiato con l’arrivo di Tudor

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Tudor Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

Sapersi adattare ad un ambiente nuovo è sinonimo di grande flessibilità, farlo aggiungendo idee, ordine e organizzazione è sinonimo di grande abilità. Igor Tudor ha preso in mano una Juventus allo sbando e l’ha ribaltata in 10 giorni come un calzino. Nulla di particolarmente trascendentale sia ben chiaro, ma quantomeno qualche tassello inizia ad essere al posto giusto.

Forse per il tecnico croato, cresciuto da calciatore con addosso i colori bianconeri, è stato tutto semplice, ma in realtà di scontato non c’era niente. Lo spogliatoio assomigliava ad una polveriera, in campo i ruoli dei calciatori giravano come le giostre di un parco giochi e i risultati stentavano ad arrivare. Igor il terribile ha dapprima portato la sua juventinità, per poi inculcare un paio di dettami tattici con cui invertire la rotta.

I primi effetti

Potremmo anche definirlo effetto Tudor. Il croato in carriera non è mai stato particolarmente longevo su una panchina, ma quando è subentrato a stagione in corso ha sempre rimesso a posto le cose in pochi giorni al fine di raggiungere l’obiettivo. Sul campo ora la Juventus si può dire che sia una squadra in cui ciascuno sa cosa deve fare e in cui soprattutto si tende a guardare in avanti piuttosto che all’indietro.

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La parola chiave è verticalità. Il palleggio sterile di matrice “Mottiana” è già un ricordo. Locatelli tocca gli stessi palloni di prima, ma accelera la manovra di gioco cercando immediatamente uno fra Gonzalez e Yildiz sulla trequarti. E qui veniamo al cambiamento tattico. Il passaggio al 3-4-2-1 da un lato sembra aver restituito un po’ di sicurezza difensiva ad una squadra che veniva da 7 gol in due partite subiti, mentre dall’altro ha rimesso il gioiellino turco al centro del villaggio. O meglio al centro del campo, ruolo per lui naturale.

L’area di rigore inoltre viene maggiormente riempita, sinonimo di un’offensività che paradossalmente si sarebbe dovuta vedere con Motta e che invece è stata tale solo in qualche partita. Nell’azione del gol di Locatelli contro la Roma c’erano 6 uomini in area, mentre Kalulu e Kelly spingevano come i braccetti dell’Inter di Inzaghi.

Autostima

Probabilmente l’aspetto più importante è proprio questo. I calciatori della Juventus stanno ritrovando la fiducia in loro stessi. Nella conferenza di presentazione Tudor aveva detto: «Devo responsabilizzare tutti», ed è quello che ha fatto. In poco tempo è passato il concetto per il quale giocare nella Juventus è sinonimo di onere, ma Tudor lo ha fatto infondendo tranquillità in un gruppo che non credeva più nei propri mezzi.

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Esempio emblematico è Nico Gonzalez. L’argentino forse non sarà un fenomeno da 10 gol e 10 assist, ma nell’arco dell’anno era apparso troppo brutto per essere un componente della Nazionale Argentina. Tra Genoa e Roma, Tudor gli ha prima attribuito un ruolo a tutta fascia contro i rossoblù, per poi accentrarlo alle spalle della punta nella sfida dell’Olimpico. Il risultato? Un giocatore che crea palle gol, dialoga bene con i compagni ed è consapevole dei propri mezzi.

D’altra parte la testa nel calcio è (quasi) tutto. Nei primi 45 minuti del match di domenica scorsa si è vista una squadra propositiva, dominante con e senza palla e capace di sfruttare le sovrapposizioni (inedite) dei due centrali di difesa Kelly e Kalulu. E pazienza se qualcuno (vedi Conceicao) sarà scontento.

Cosa non va (per ora)

Quello che persiste, almeno finora, è il problema del gol. Il predominio visto contro il Genoa ma soprattutto contro la Roma nel primo tempo non ha portato a tante reti. Non a caso gli Expected Goals dei bianconeri rispecchia quanto ottenuto dal campo ovvero una sola segnatura. Vlahovic è tornato titolare, ma continua ad essere poco servito e ad avere difficoltà spalle alla portata.

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In più la squadra nella seconda frazione è calata sia contro il Genoa che contro la Roma. Il gioco di Tudor potrebbe forse essere più dispendioso per l’intensità proposta e per questo la settimana libera da impegni di coppe può essere utile per un richiamo di preparazione. Tuttavia, a conti fatti, per ora Tudor e la Juventus devono primariamente trovare i risultati. Quelli con cui ottenere l’obiettivo vitale della Champions League.

(Foto:DepositPhotos)

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