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Dai e Vai – La 34ª giornata di Serie A in tre tocchi

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Serie A
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Dai e Vai, la 34ª giornata di serie A in tre tocchi

LA PARTITA

Comanda Napoli. Nella gara giocata al Maradona domenica sera gli azzurri battono il Torino e si riprendono la vetta solitaria della classifica. Napoli-Torino è la partita che ridisegna i rapporti di forza di questa Serie A. Una vittoria autoritaria quella della squadra di Conte in una partita, mai in discussione, aperta e chiusa da Scott McTominay già nei primi 45′. Sicuro, concentrato, estremamente cinico, il Napoli si porta a +3 sull’Inter a 4 giornate dalla fine. Azzurri padroni del proprio destino con un solo grande punto interrogativo: gli infortuni che hanno costretto al cambio Buongiorno, Anguissa e Lobotka. Per il difensore sembra che la stagione sia finita proprio domenica sera.

IL PERSONAGGIO

Se Napoli ride, Milano piange. L’Inter sconfitta in casa dalla Roma gioca una partita che è l’esatto opposto di quella vista al Maradona. Una squadra stanca, distratta e troppo nervosa evidentemente influenzata dallo stato d’animo del proprio allenatore. I nerazzurri rischiano addirittura la goleada ed al termine della gara devono ringraziare i tanti errori sotto porta dei giallorossi.

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La sensazione allora è che quello che stia mancano nell’Inter sia proprio la gestione del momento da parte di staff tecnico e società, e che il problema sia più mentale che fisico. Lo dimostrano ancora una volta le dichiarazioni, fin troppo polemiche, di Simone Inzaghi nel post gara che torna a contestare la direzione arbitrale di Bologna prima di recriminare un rigore nel finale. Ecco perché adesso tutto dipenderà dalla sfida di Champions con il Barcelona. Sia il cammino in campionato che quello in coppa dipenderanno dalla serata del Montjuïc e da come, mentalmente, l’Inter uscirà da questa partita di andata.

IL FATTO

Giocheremo la partita dei valori calpestati“, scrive l’US Lecce a poche ore dal calcio della gara con l’Atalanta. In campo poi i salentini scenderanno con una maglia bianca listata a lutto e la scritta “Nessun valore, nessun colore”. Non sbaglia nulla la società giallorossa, solo applausi per come affronta lo sfregio, lapalissiano, operato dalla Lega Serie A che costringe il Lecce a giocare la gara di Bergamo nonostante il gravissimo lutto che ha colpito il gruppo squadra.

Giovedì la società aveva annunciato la scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita mentre è in ritiro con la squadra, e chiede il rinvio del match del giorno dopo con l’Atalanta. Gara rinviata, ma già il venerdì la Lega dispone il recupero della partita per domenica sera. Il Lecce contesta la scelta della Lega, chiede un rinvio più congruo, ma la risposta è “no”. La gara si deve giocare. Allora il Lecce prima valuta di non partire, poi fa la scelta giusta: si gioca.

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A poche ore dalla partita la società scrive: «L’U.S. Lecce ritiene che la decisione della Lega di recuperare la gara con l’Atalanta a poche ore di distanza dalla scomparsa del nostro Graziano Fiorita, sia terribilmente irrispettosa del grave lutto che ha colpito la famiglia del ragazzo, la Società ed i tifosi del Lecce. In altri casi, altrettanto dolorosi, sono state prese decisioni più ragionevoli. Emerge una gerarchia della morte in base al blasone della società colpita, o peggio ancora, in considerazione del ruolo rivestito da chi viene a mancare».

Poi in campo la maglietta bianca e la solidarietà del tifo bergamasco.

Ancora una volta si è davanti alle scelte vergognose operate dalla Lega Serie A. Reduce dal pasticcio combinato con la morte di Papa Francesco ed i funerali del Pontefice con le gare prima sospese, poi rinviate e più volte riprogrammate alla mercé delle pretese, in parte anche legittime, dei club. Dopo la figuraccia per i funerali del Papa ed i numerosi cambi di posizione, ecco però la rigidità inopportunamente esercitata nella vicenda di Graziano Fiorita. La”gerarchia della morte”. Perché se il peccato originale è quello di un calendario fatto male, fitto di impegni e senza finestre per il recupero delle partite, le decisioni prese quest’anno per eventi climatici calamitosi, lutto nazionale e, in ultimo, nel caso del Lecce sono la dimostrazione di una gestione decisamente dilettantistica.

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(Foto: Depositphotos)

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