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ANCHE MENO – Le pagelle dell’Avellino

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Avellino
Tempo di lettura: 4 minuti

Le pagelle di AvellinoPotenza 1 a 0

“Amarti m’affatica mi svuota dentro. Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto. Amarti m’affatica, mi da’ malinconia. Che vuoi farci è la vita. E’ la vita, la mia. Amami ancora, fallo dolcemente. Un anno, un mese un’ora, perdutamente. Amarti mi consola le notti bianche. Qualcosa che riempie vecchie storie fumanti. Amarti mi consola mi da’ allegria”.

Qualche volta succede. E succede sempre con quell’odore di primavera nell’aria. Succede che un giorno apri gli occhi e ti ritrovi primo in classifica. Sei primo dopo tanti anni di rincorse e rimorsi.
Troppi.

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Nessuno te l’ha regalata questa posizione, l’hai strappata a morsi. Dopo tante battaglie, quelle vinte di corto muso, quelle in cui domini, ma vinci soffrendo, quelle in cui sei bello e pazzo, quelle con quell’ansia addosso che ti mangia l’anima, quelle che sei in affanno, ma vinci lo stesso, quelle in rimonta e quelle che non puoi proprio perderle.

Sei primo. Nessun obiettivoè stato ancora centrato, è vero. Ma concedeteci questi 5 minuti di gloria, perché ce li meritiamo.
Quell’abbraccio finale della squadra è un abbraccio con un popolo intero che non ha mai smesso di seguire e sostenere, anche nei momenti più bui.
Un urlo liberatorio alla fine di una partita difficile, con il fiato sul collo di un pubblico che spinge e intimorisce chiunque, ma che ti fa tremare le gambe anche a te quando quella palla non ci vuole proprio entrare nella rete. Bisogna essere onesti.
Non abbiamo fatto una grande gara, per sovraesposizione alle aspettative, ma anche per merito degli avversari.

Già il Potenza costruito egregiamente da una vecchia conoscenza del calcio Avellino. De Vito porta al Partenio-Lombradi una banda di ragazzini arrapati e sfrontati, che giocano a calcio senza remore, aggredendo gli spazi e molto spesso sfidanti.
Ci mettono sotto per buona parte della gara. E con quella stessa sfrontatezza diventano provocanti.
Fino a che…Fino a che non provocano la persona sbagliata, nel momento sbagliato. Con Sounas certi giochetti non te li puoi proprio permettere.
La conseguenza è che poi ti ritrovi un calciatore navigato che ti fa vedere come si gioca a calcio, che ti strappa la palla dai piedi e la trascina letteralmente fino all’area di rigore avversaria.
Il goal di Russo è stato una liberazione dai tanti bocconi amari buttati giù per troppo tempo.
Quel pallone che gonfia la rete, vale tanto.
E’ un’istantanea che potrebbe diventare quel ricordo indelebile da raccontare.
Attenzione, il condizionale non è un accessorio linguistico. La guerra non è ancora vinta. Bisogna rimanere concentrati e non abbassare la guardia proprio adesso.
Le finali sono 5 e visto il calendario sono le prossime 3 ad essere determinanti, per tutti. Stavolta però tiriamo noi il carro. Siamo primi.
Lo abbiamo conquistato sul campo e ora come non mai, guai a chi ce lo tocca!

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Che vuoi farci è la vita. E’ la vita, la mia. Amami ancora fallo dolcemente. Un anno un mese un’ora perdutamente. Amami ancora fallo dolcemente. Solo per un’ora perdutamente.

Le pagelle dell’Avellino

Iannarilli: Anthony detto tra me e te, questa, di sicuro non è stata la tua migliore partita. Tranquillo non bado ai piccoli errori e alle diverse sbavature di posizionamento di stasera. Non mi interessa neanche il tuo 3° clean sheet consecutivo. E’ quella personalità che metti in campo ogni partita ad avere valore. A prescindere da tutto, questa tua caratteristica non varrà mai un’insufficienza. Voto 6

Cancellotti: Qualcuno ha sentito questa partita in maniera particolare. Nervoso come questa sera, non ti ho mai visto. Ti dico la verità ho temuto per un tuo eccesso di agonismo. Confesso che quella voce che ti ha urlato per tutto il tempo “calma Cancellotticalma” ero io. Un signore affianco a me, infastidito dalla mia cantilena mi ha risposto: “Non ti preoccupà…quill è nu bravo guaglione”. Ha avuto ragione. Voto 6

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Cagnano: Un mio amico è totalmente convinto che Cagnano in realtà ha sbagliato ruolo. Lo vede come un centrocampista (mancato) di spinta e di posizione. In effetti il nostro terzino spinge e crossa come se non ci fosse un domani. Questo si ripete in ogni gara disputata. Così come in ogni gara si ripetono le puntuali sbavature difensive che intervengono nella sua prestazione. Questa sera però, questi dettagli restano dettagli. Voto 6,5

Rigione: Caturano ha confessato che gli è rimasto il tuo odore addosso. Presenza. Voto 6,5

Enrici: Il ragazzo acquisisce personalità giornata dopo giornata. Stasera l’ho visto ringhiare a muso duro più volte contro gli attaccanti del Potenza, come il più navigato dei difensori rocciosi. E come tale capita pure di atterrare in area di rigore un ragazzino che ti è sfuggito in corsa. Il Partenio ruggisce e a volte intimorisce. Qualche volta succede. Bene così. Quel rigore grida vendetta. Tu fai finta di niente. Voto 6,5

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Palumbo: Stasera Riccio gli ha montato batterie aggiuntive per sorreggere il peso dell’intero centrocampo dell’Avellino e sopperire alla lentezza dei compagni di reparto. Interdizione, geometrie e produzione del gioco. A testa alta, con intelligenza, senza buttare neanche un pallone invano. Certamente i movimenti devono ancora perfezionarsi e qualche posizione ancora salta (giocherebbe nel Barcellona non in serie C), ma nessuna gerarchia da spogliatoio può giustificare l’assenza da un 11 titolare ideale. Non si può tornare indietro. Voto 7,5

Sounas: “Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Neanche quando sei dolorante. Stoico. Voto 6,5

Armellino: Il futuro è ora. Lì affianco Biancolino e Riccio. In campo davvero molto poco. Voto 5

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Panico: A volte segni e porti a spasso i difensori avversari, a volte invece porti a spasso solo te stesso. Come stasera. Però lo fai bene. Voto 5,5

Lescano: I cecchini lavorano con un fucile e uno soltanto. Con gli altri non ci sanno neanche sparare. Patierno l’ha capito dopo una serie di pranzi e cene che ha dovuto offrire al suo compare di reparto. In allenamento provano e riprovano i movimenti congeniali. Ma quando quella palla non arriva, Facundo che non ci sto. Voto 5

Patierno: “Patemo sta carcerato, songo l’ommo ‘e casa. Levace ‘e mane a cuollo ca chillo m’è frate. E me fa male ‘o core, ‘o ssajepure tu. Nun cе vaco a scuola, no, ma’, nun ce vaco cchiù. Nun te preoccupá, guagliò. Ce sta ‘o mare fore. Ce sta ‘o mare fore. Ce sta ‘o mare fore”. Voto 6

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I subentrati dell’Avellino

Russo: In quel goal c’era tutto il veleno di anni di sofferenze, infortuni e tante panchine. In quel goal c’era tutta l’ansia, la sofferenza e la gioia di un popolo intero. Raffaele uno di noi. Voto 7

D’Ausilio: Il gioielliere dell’Avellino è raffinato. Produce assist e invenzioni preziose. Un diamante è per sempre! Voto 7

Noah: Entra negli ultimi 15 minuti. Porta polmoni, voglia e grinta. Ma il voto è solo per l’interpretazione del ruolo di cascatore ufficiale (simulato). Attore dentro. Voto 6

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Zuberek: Se dovessi giudicare quel “chiapparello” a cui ti ha sottoposto Biancolino negli ultimi minuti della partita allora sarebbe 10. Ma nel calcio questo tipo di gioco non è valutabile. S.V.

Todisco: Anche lui inserito negli ultimi scampoli di gara. Troppo poco tempo per essere giudicato. S.V.

(Foto: Depositphotos)

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