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Tre cose su Napoli-Eintracht

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La storia. Neanche con Maradona. Certo, era la Coppa Campioni, altri tempi ed altro torneo. Ma la storia dice che il Napoli non aveva mai raggiunto i quarti di finale di Champions League e adesso, per la prima volta possiamo dirlo: il Napoli è tra le otto squadre più forti d’Europa. Una serata straordinaria, un’altra prestazione stratosferica, un sogno che diventa realtà. Il Napoli non sbaglia nulla, approccio ed interpretazione. Ci pensa ancora una volta Osimhen, due gol, e poi la chiude Zielinski. Tre gol che regalano al Napoli anche il primato di squadra più prolifica in questa Champions. Trame di gioco, applicazione tattica e funambolismi che disegnano il gioco più bello d’Euopa. Tutti bravi. Tutti fondamentali. Una vittoria dell’intera squadra, anche di chi ieri ha giocato pochi minuti, anche di chi ieri non c’era ma ha dato il suo contributo fondamentale in queste prime otto tappe (ad esempio, Jack Raspadori).

Però, riavvolgendo il film della partita tra Napoli ed Eintracht, ancora una volta l’attenzione cade lì. Così come successo a Francoforte, c’è un momento della gara in cui sale in cattedra il professore Lobotka e decide che è giunto il momento di cambiare la partita. E’ il secondo minuto di recupero (perché il Napoli non molla mai). Il centrocampista slovacco fresco di rinnovo fino al 2027 inventa qualcosa di assurdo. In una situazione di mischia a centrocampo vede uno spazio che gli altri non possono neanche immaginare. Colpisce di destro una palla di esterno che lancia Politano. Il crosso del 21 è altrettanto bello. Il colpo di testa di Osimhen altrettanto straordinario. La partita da lì in avanti cambia.

The italian job. Tre squadre italiane – Napoli, Inter e Milan – qualificate ai quarti finali di Champions così come non accadeva dal 2006. Nazione più rappresentata. Come leggerla? Ad esempio come indice del fatto che poi questa “Serie A” tanto scarsa non è. Che i punti persi in campionato dalle “grandi” sono anche la conseguenza del fatto che ci sono squadre oggi in Italia considerate “piccole” ma abituate a giocare e non solo a fare prestazioni speculative. E questo il livello lo alza, per forza. Che il cammino in campionato di questo Napoli è davvero straordinario. Come andò a finire quella Champions? Alle semifinali passò solo una squadra, il Milan, ma in finale a Parigi ci andarono Barcellona e Arsenal. Tre squadre italiane ai quarti c’erano arrivate anche nel 2003, quella volta passarono tutte e tre, era l’anno della finale tutta italiana.

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Speriamo si possa ripetere, ma tutto dipenderà innanzitutto dal sorteggio in programma domani mattina alle 12. Un sorteggio aperto, che non esclude incontri tra le squadre dello stesso Paese e che definirà già anche gli accoppiamenti per le semifinali. Con Napoli, Inter e Milan nell’urna ci saranno anche i campioni in carica del Real Madrid di Ancelotti, il Manchester City, il Benfica, il Chelsea di Koulibaly ed il Bayern Monaco. Per tutte, da domani, sarà molto più chiara la strada da fare per arrivare ad Istanbul.

Guerrilla. Quanto accaduto nelle strade di Napoli con gli scontri tra teppisti e polizia con il calcio non c’entra nulla. Sia chiaro. Così come accaduto in autostrada qualche mese fa (e che ha portato al divieto di trasferta per napoletani e romanisti). Così come accaduto a Francoforte in occasione della partita di andata con l’Eintracht. Il calcio è un pretesto. E’ quelli non sono tifosi. Inevitabilmente però i due racconti si sovrapporranno, in alcuni casi diventeranno una storia unica. Il calcio diventerà la causa, anche a nascondere le responsabilità di chi doveva e poteva prevenire prima ed intervenire poi.

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