Napoli
Tre cose su Napoli-Udinese

La classifica e il Sogno. La classifica, e quindi i numeri, dicono due cose. La prima che il Milan è primo, ha tre punti di vantaggio sul Napoli e 6 sull’Inter (che ha una partita da recuperare). Inoltre viene da tre vittorie consecutive (tutte per 1-0, dato statistico), di cui due in trasferta. Quindi, il Milan è la principale candidata allo scudetto. La seconda cosa che ci dice la classifica è che il Napoli, ad otto giornate dalla fine è a -3 dalla vetta, e quindi in piena corsa per il titolo. Situazione difficilmente pronosticabile ad inizio campionato ed ancora meno pronosticabile durante la pausa natalizia quando dopo la sconfitta con lo Spezia il Napoli era scivolato a -7 dalla prima.
Dicevamo, mancano otto partite e la più difficile per gli azzurri sarà, indubbiamente, la prossima quando dopo la sosta saranno attesi domenica 3 aprile (si gioca alle 15.00) a Bergamo. Partita difficile, se non difficilissima, per l’avversario e per le assenze di cui Spalletti dovrà tenere conto. Mancherà Osimhen (4 gol nelle ultime due partite) squalificato e per lo stesso motivo non ci sarà neanche Rrahmani. Alla linea difensiva mancherà inoltre Di Lorenzo, infortunatosi con l’Udinese e fuori dai giochi così come Petagna, ed in dubbio è anche la presenza di Anguissa, non convocato dal Camerun per problemi fisici. Certo è che per Bergamo può valere lo stesso discorso che valeva per il Verona. E cioè che per il Napoli, in questo momento, l’Atalanta è il migliore avversario possibile: una partita difficile e piena di significati, bella da giocare e che non rappresenterebbe un dramma in caso di mancata vittoria. Quindi stimoli e cuor leggero.
Poi, dopo Bergamo, Fiorentina e Roma (a Pasquetta) in casa. Quindi Empoli fuori e Sassuolo ancora in casa. E poi, le ultime tre, in un calendario che sulla carta dovrebbe diventare in discesa con Torino, Genoa e Spezia per le quali farà tutta la differenza del mondo se saranno ancora in corsa per la salvezza o meno. Senza però dimenticare cosa successe un anno fa all’ultima di campionato con il Verona, arrivato a Napoli senza più obiettivi da centrare. Se il Napoli le vincesse tutte arriverebbe ad 87 punti e lo scudetto sarebbe quasi matematico. Ma il sogno potrebbe avverarsi anche con qualche punto in meno. Quindi perché non crederci?
#MertensaBergamo. L’ingresso in campo di Mertens con l’Udinese è stato decisivo. Tanta grinta, tanta corsa ed una voglia matta di essere protagonista in una stagione che probabilmente non sta andando come l’aveva immaginata. Il goleador della storia del Napoli ha collezionato infatti fino ad oggi solo 11 presenze da titolare rimanendo per ben 6 partite senza minutaggio. Spalletti gli ha preferito quasi sempre come prima punta Petagna, eppure, nonostante non sia in cima alle preferenze dell’allenatore, il belga-napoletano è già riuscito a portare alla causa del Napoli in questo campionato 7 gol ed un assist.
Un bottino che Mertens potrebbe incrementare già a Bergamo, quando alla ripresa del campionato il Napoli dovrà fare a meno di Osimhen squalificato e Petagna infortunato. In poche parole, nella difficile trasferta all’Atleti Azzurri d’Italia, Mertens dovrà caricarsi tutto il peso dell’attacco azzurro sulle spalle. Era già successo il 21 gennaio del 2018, in panchina c’era Sarri e a Bergamo la decise proprio Mertens.
Il Diego Armando Maradona. Nel momento del bisogno, eccolo il dodicesimo uomo. Contro l’Udinese, per la prima volta in questa stagione, il pubblico del Maradona ha fatto davvero la differenza. C’erano già stati sold out e serate magiche, ma mai lo stadio aveva dato la sensazione così chiara di poter spingere la squadra. La rimonta con l’Udinese è arrivata accompagnata dai cori incessanti delle curve, dagli applausi dei tifosi (anche all’uscita di Insigne) e da un incoraggiamento continuo. Anche nei momenti di difficoltà del primo tempo il Maradona ha continuato a sostenere la squadra. E dopo il pareggio di Osimhen i decibel sono saliti sempre più fino all’esplosione arrivata con il gol del vantaggio.
Il fattore campo fino a questo punto della stagione è sicuramente mancato al Napoli che per rendimento casalingo è sesto dietro, anche, a Fiorentina e Roma. Solo 29 punti con 4 sconfitte interne e ben 11 reti subite in 15 partite a Fuorigrotta. Le prossime quattro in casa contro Fiorentina, Roma, Sassuolo e Genoa saranno decisive per la lotta-scudetto ed il Napoli ha bisogno del suo stadio.