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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Welcome to America

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Conceicao Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus sbarca negli States e regola con un secco 5 a 0 i primi avversari, la squadra degli Emirati Arabi Al Ain. Il risultato e la prestazione sono confortanti in generale, meno se si considera il quadro complessivo.

Il neonato Campionato Mondiale per Club è ancora una manifestazione dall’identità incerta, non si sa se considerarla una (remunerativa) tournée di fine stagione oppure una serie di incontri con un reale valore agonistico. A giudicare dal periodo e dalla formula ad inviti (parliamoci chiaro, la storia del ranking UEFA come criterio di selezione è uno specchietto per le allodole) la bilancia pende dalla parte della prima ipotesi.

Se fosse davvero cosi, ci si potrà consolare pensando che, tutto sommato, negli USA hanno fatto delle esibizioni anche gente come Pelè e Cruyff. Perché, dunque, un giovane talento come Kenan Yildiz  dovrebbe sentirsi sminuito nell’emularli? E, in ogni caso, Welcome to America.

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Scelte già fatte

E’ comunque vero che, in casa bianconera, hanno fatto il possibile per giustificare questa trasvolata oceanica di cui molti, in squadra, avrebbero fatto volentieri a meno. Si è cercato di responsabilizzare tutti i partecipanti alla spedizione, a partire dal timoniere.

Il tecnico croato Igor Tudor è un buono, non un fesso. Sa benissimo che le scelte sono state già fatte e la sua permanenza in panchina è dipesa più dalla mancanza di valide alternative che dal positivo finale di campionato. Ma fa finta di crederci anche lui alla storiella che un buon risultato nel Mondiale per club gli farebbe scalare posizioni nella considerazione dei vertici societari e lavora diligentemente per accontentare tutti.

Compresi alcuni cavalli di ritorno (Rugani e Kostic), utili giusto per rimpolpare numericamente la rosa degli effettivi, ma a cui viene fatto intendere che potrebbero guadagnarsi la conferma. Anche per loro, quindi, Welcome to America.

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Ancora un mese

Lui la valigia l’aveva già fatta, ma per tornarsene a Parigi. Il periodo del prestito era scaduto, Randall Kolo Muani, professione centravanti, doveva rientrare al PSG, società proprietaria del suo cartellino, come da precedenti accordi.

Ma, date le lune variabili del bomber Vlahovic (in teoria il titolare del ruolo) Mister Tudor ha chiesto ed ottenuto di poter arruolare un attaccante affidabile. E ha fatto il suo nome. Lui ha dato la sua disponibilità, la sua squadra di appartenenza pure ed ecco fatto il prolungamento del contratto di trenta giorni.

Quando basta per risolvere qualche grana al suo allenatore, godersi una nuova esperienza oltreoceano e continuare a fare quello che sa fare meglio, i gol. Doppietta all’esordio, tanto per gradire.

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E per sottolineare come, forse, non bisogna guardare troppo lontano per assicurarsi quello che in questa stagione è mancato, in termini di incisività sotto rete. Welcome to America.

Ballata lusitana

Il discorso vale, a maggior ragione, se si hanno poco più di vent’anni e una voglia matta di lasciare il segno. Il terzino portoghese Alberto Costa, arrivato nel mercato di riparazione di Gennaio, non ha disputato un gran campionato. Nel suo caso ha influito certo il lungo periodo di adattamento ai ritmi tattici del nostro torneo.

Ma il ragazzo ha gamba e voglia e ieri l’ha dimostrato con due assist e un perpetuo moto sulla sua fascia di competenza.

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Per lui, come per l’indiavolato connazionale Francisco Conceição (doppietta anche per lui) c’è l’ostacolo di una cospicua cifra per trasformare il prestito in un acquisto a titolo definitivo. Ma, se sanno sempre suonare una cosi travolgente ballata lusitana, questo potrebbe non essere un problema. L’importante è continuare su questa strada. Per ora, Welcome to America.

Spezia turca

Ed infine lui, il mago della spezia, l’unico in grado di mettere sapore nel gioco bianconero a suo piacimento. In due parole: Kenan Yildiz.

Trequartista per vocazione e mestiere, destinato a fare da punto di riferimento quando è in vena di mirabilie e persino nei momenti di magra. Il numero che porta sulla schiena è una sentenza di condanna: quando hai il pallone tra i piedi devi inventarti qualche prodigio. Se lo aspetta il pubblico sugli spalti, ci fa affidamento il mister, ci sperano i compagni di squadra.

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Ieri non si è fatto pregare e ha mostrato tutto il suo repertorio di dribbling ed accelerazioni, con il bonus di una rete. Adesso si faccia carico di trascinare il più avanti possibile il gruppo. E, con i migliori auguri: Welcome to America.

(Foto: Depositphotos)

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