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ANCHE MENO – Le pagelle dell’Avellino

Le pagelle di Avellino – Turris: 3-1
“Qui io devo essere nata e qui devo essere morta. Per la pianta è stato solo un attimo, e non se n’è neanche accorta”.
Questa partita è il canto del cigno dei campionati minori italiani. Campionati questi, abitati da società sane, ma anche da loschi personaggi, avventurieri azzeccagarbugli, grandi arrampicatori di cavilli legali e burocratici che hanno l’unico scopo di arraffare fama e fame, truffando piazze nobili del calcio, tifosi e appassionati di questo sport. E cosi assistiamo a queste partite che sembrano avvolgersi in un vortice come in uno dei tanti film di Hitchcock.
Non si spara sulla croce rossa! Non sparerò sulla croce rossa. Ad essere onesti non lo abbiamo fatto neanche in campo, dove non abbiamo mai abusato di superiorità manifesta. Biancolino lo aveva detto che non si fidava.
Queste partite sono strane. Le squadre sull’orlo del baratro non hanno nulla da perdere. Sono affamate di notorietà. Hanno ragazzini con la bava alla bocca che corrono, si buttano, pressano, ti mettono in difficoltà.
Non sono per niente facili queste partite. Anzi. Anche quando segni al primo minuto e poi non affondi il colpo nei successivi 45. Nel secondo tempo l’Avellino si fa prima rimontare, per poi subire anche la reazione della Turris. Ma quando i déjà-vu della partita col Taranto si palesano nella tua testa, entra in campo un ragazzino e il film prende un’altra piega.
Il talento vive di luce propria. Glielo vedi addosso quel faro che lo illumina, che lo mette in mostra. Ti cambia la partita in due giocate. Sta tutta qua la poesia del calcio. Non saranno le riforme, non saranno presidenti virtuosi, né regole da applicare che salveranno questo sport.
Ci penserà il talento ad alimentare la magia del calcio. Quella forza magnetica che ti fa salire sugli spalti a urlare il nome della tua squadra del cuore.
Post Scriptum
Il direttore Aiello questa sera ha ricevuto un telegramma anonimo. Il dispaccio recita cosi:
Le Pagelle dell’Avellino
Iannarilli: Gli uomini duri giocano solo le partite importanti. Quante volte te lo sei ripetuto davanti lo specchio Anthony? Peccato però che te ne sei pure convinto. Voto 5
Cancellotti: Il ragazzo è ordinato anche quando non si impegna. Veste bene, saluta tutti, mai una parola fuori posto, pochi falli, passa la palla e fa copertura. Certo attaccanti avversari da quelle parti si sono affacciati a stento, ma mica è colpa sua. Ad Avellino saresti il più ambito tra le suocere. Il buon partito. Voto 6.
Frascatore: La partita di Frascatore stasera è sembrata più una gara di football americano che di calcio. Aveva come dirimpettaio un runner di colore che continuava a galoppare sulla fascia alla ricerca di una meta che continuava a cercare senza mai riuscirci. Bisogna dire però che il compito questa domenica l’ha svolto con ordine ed esperienza. Quel palo vibra ancora di rabbia. Voto 6.
Rigione: La questura di Torre del Greco aveva avvertito che sarebbe arrivato un pullman pieno di ragazzini inferociti ed affamati. Biancolino, in settimana più volte ha intimato: non facciamo la fine di Roccaraso eh! Quando però ti sei visto arrivare questi giovani, poco più che adolescenti, smarriti ed impauriti dal tuo compagno di reparto che continuava a ringhiarli contro, hai avuto un solo pensiero: marcare quella porzione di angolo assolato che affiorava timido tra gli spalti del Partenioe rilassarsi. Michele tranquillo ti ho visto solo io! Voto 6.
Cionek: “Io sono il sergente maggiore Thiago Cionek, vostro Capo Istruttore. Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà “Signore”. Tutto chiaro luridissimi vermi?” Con questa frase Cionek da il benvenuto alle reclute avversarie. Urla, li segue, gli fa sentire la presenza e non smette mai di imbruttirli, soprattutto quando gli corre dietro in affanno evidente. Lo psicologo della Turris sta cercando ancora di calmare i ragazzi rimasti sotto shock. Voto 6.
Palmiero: Biancolino ho finito le metafore e i giri di parole. Questa domenica sarò diretto. Palmieroè stanco. Necessita di riposo. Pietà. Voto 5,5.
De Cristofaro: La quantità secondo la definizione aristotelica è quel concetto indicato dal termine πόσον [poson] (quanto) che esprime la misura della sostanza del mondo fisico. La quantità è una delle categorie fondamentali che esprime la proprietà per cui ogni singolo ente può essere sottoposto ad una misura numerica. Di numeri De Cristofaro ne fa veramente tanti. Oltre ad arginare la manovra avversaria, crossa, tira in porta e mette splenditi palloni davanti la porta che basta un soffio per metterli dentro. Mattatore. Voto 7.
Sounas: “Je so’ pazzo, je so’ pazzo, si se ‘ntosta ‘a nervatura, metto tutti ‘nfaccia ‘o muro. Je so’ pazzo, je so’ pazzo. ma chi dice che Masaniello poi negro non sia più bello? E non sono menomato, sono pure diplomato e la faccia nera l’ho dipinta per essere notato. Masaniello è crisciuto, Masaniello è turnato. Je so’ pazzo, je so’ pazzo nun nce scassate ‘o cazzo!” Voto 6,5.
Panico: Ce l’avete presente quell’amico rompipalle e fastidioso come un insetto nell’orecchio nelle notti d’estate? Quell’amico iperattivo che riesci a tollerare solo se devi far stancare i tuoi figli e quelli dei tuoi amici in overdose di coca cola? Quell’amico gioca nell’Avellino, è biondo e si chiama Panico. Corre, si getta su tutti i palloni giocabili e non, porta a spasso le difese avversarie e fa saltare tutti i punti di riferimento. Se vedesse anche la porta forse non giocherebbe in serie C, ma per adesso ce ne faremo una ragione. Venghino signori venghino. Voto 6.
Russo: Shameless è una serie tv statunitense di grande successo. Racconta la storia di una famiglia, i Gallagher, che vivono una realtà al limite nei sobborghi del South side di Chicago. Uno dei protagonisti è Lip, personaggio contorto e tormentato, oltre che dotato di un’intelligenza non comune. Ha una spiccata sensibilità e un’innata irrequietezza. Sveglio, furbo e cinicamente disilluso. Senza speranze per sé stesso o per le persone che lo circondano. È un Lip in bianco e nero, oppresso dal contesto in cui vive, ma allo stesso tempo amalgamato a esso. La sua visione della realtà non riesce ad andare al di là dei confini del South Side, dei problemi economici che affliggono la sua famiglia e del risentimento per l’abbandono dei genitori. Ma è intelligente Lip. Ha i voti più alti della scuola senza neanche dover studiare poi così tanto. Il suo ingegno è un’arma a doppio taglio. Da un lato lo aiuta a cavarsela con abilità e facilità in situazioni impreviste, ma dall’altro lo consuma da dentro, fino a distorcerlo. Russo anche il tuo personaggio è stato scritto dalla stessa penna. Bello e dannato. Voto 6.
Lescano: Io li amo i vecchi. Fischio d’inizio, un vecchio davanti a me esclama: “Ma se sto Lescanoera buono veneva addo…” Goal. 27 secondi, c’ha messo solo 27 secondi Lescano per zittire tutti gli scettici. Ma pensate che ad Avellino può bastare? 2° tempo, lo stesso vecchio di prima esclama di nuovo: “Vabbuo ha segnato ma poi??? Non ha toccato pa…” Goal. Al 2 goal di Lescano quel vecchio s’è messo a correre saltando uno a uno tutti i gradoni del Partenio urlando a squarciagola: “Facù, facundo che nn t’agg ritt’ nient’…..si no mostro Lescà…si no mostrooooooo”. I vecchi sugli spalti sono autentica poesia. Io li amo i vecchi. Voto 7.
Subentrati dell’Avellino
Redan: Daishawn sei stato tutta la settimana a provare e riprovare la stessa scena. Metti il passamontagna, impugna la pistola e urla più forte che puoi: Questa è una rapina! L’hai ripetuta cento volte con Biancolino che cercava di guidarti in ogni tuo movimento. Arriva l’occasione, i movimenti sono tutti giusti, ma all’ultimo quell’urlo “questa è una rapina” non ti è uscito per niente bene. La palla va a fil di palo. Redan ti do un consiglio, impara prima il significato della parola “cazzimma”. Voto 5,5.
Palumbo: Quanto è bello vedere un talento esprimersi quando è ancora acerbo? Quanto è bello vedere sbocciare dal vivo uno dei tanti fleur du mal del pallone? Entra, prende in mano il centrocampo dell’Avellino. Verticalizza, spinge e imposta i due goal che cambiano radicalmente la gara. Il ragazzo ha struttura fisica, tecnica e visione di gioco, una combo che ha fatto fregare le mani a molti spettatori. Voto 7,5.
Tribuzzi: In una delle sue tante opere d’arte Caravaggio raffigura il personaggio mitologico di Narciso, ragazzo di grande bellezza, che in seguito a una punizione divina si innamora della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua. Il Narciso di Caravaggio è un giovane elegante, con un corpetto decorato, larghe maniche a sbuffo, pantaloni verde smeraldo. L’artista ce lo presenta con la bocca dischiusa dalla sorpresa e dallo sgomento, inginocchiato, proteso verso l’acqua, con la mano immersa nel tentativo di afferrare quell’immagine ingannevole di sé. Tribuzzi sei stato condannato anche tu ad amare la tua infinita bellezza prodotta dai tuoi piedi. Voto 7.
Rocca: Con De Cristofaro in forma strepitosa, Rocca fatica a trovare una maglia da titolare. Da subentrato riempie il centrocampo, aiuta i compagni e da fiato ai polmoni. Nessuna magia, ma mai una sbavatura. Voto 6.
(Foto: DepositPhotos)