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Premier League: Qualcuno salvi il Manchester United

Maggio 2013: Sir Alex Ferguson lascia il proprio regno al Manchester United dopo 27 anni. Un periodo lunghissimo nel quale l’allenatore scozzese ha saputo scrivere pagine di storia così indelebili da meritarsi un’intitolazione della tribuna all’interno di Old Trafford. Tuttavia, a volte, un re che abdica lascia un vuoto difficile da colmare. Quasi come se tutto ciò che prima funzionava, all’improvviso si inceppi.
E’ questo infatti il destino a cui sono andati incontro i Red Devils. Uno dei club più gloriosi della Premier League che sembra essere finito in un vortice dal quale è impossibile uscirne.
Una gestione disastrosa
Nel corso di questi 11 anni senza Sir Alex, per giunta allontanato dal club per motivi finanziari (come dicono voci interne al club), al Manchester United si sono succeduti ben 7 allenatori. Nessuno di questi però è riuscito a dare stabilità in termini di risultati. Moyes, van Gaal, Mourinho, Solskjær, Rangnick, ten Hag e infine Amorim. Non proprio nomi qualsiasi.
Se a nessuno è riuscita l’impresa di risollevare le sorti dello United allora c’è qualcosa che va al di là delle problematiche che possono sorgere con i giocatori o con gli allenatori. In 11 anni la proprietà Glazer ha speso più di un miliardo di euro sul mercato senza però garantirsi nulla che fosse duraturo.
Talenti cristallini come quello di Di Maria o di Rashford che inspiegabilmente in quel di Manchester sono stati risucchiati come un’imbarcazione nel celebre triangolo delle Bermude.
Al netto di qualche coppa occasionale come l’FA Cup conquista da ten Hag nella passata stagione, lo United non è mai più stato competitivo. Né per la vittoria della Premier e né in campo europeo dove la bacheca è stata arricchita solo da una Europa League ottenuta sotto la gestione di Mourinho.
L’arrivo di Amorim
L’ennesima rivoluzione ha preso forma in autunno, quando il Manchester United ha deciso di voltare pagina. Era novembre: Erik ten Hag veniva sollevato dall’incarico e Ruben Amorim, l’astro nascente che aveva trasformato lo Sporting Lisbona in una squadra capace di incantare in Portogallo e farsi rispettare in Europa, veniva scelto come il nuovo capo dell’area sportiva.
Doveva essere l’uomo giusto per avviare un nuovo ciclo, portare una filosofia chiara e restituire identità a un club ormai prigioniero della propria grandezza passata. Ma la maledizione ha colpito anche lui. Almeno per ora. La sconfitta contro il Brighton in casa è stata già la sesta da quando siede sulla panchina dei Red Devils e in campo di miglioramenti non si vede nemmeno l’ombra.
Il linguaggio del corpo è di colui che sa che il lavoro da fare è enorme e necessiterà di tempo. “Siamo forse la peggior squadra nella storia del Manchester United. Lo dico per prendere piena consapevolezza della situazione in cui ci troviamo e per cambiare tutto ciò che non va”. Parole durissime ma che volutamente non possono essere travisate.
In campo i giocatori sembrano essere completamente allo sbando. Reparti slegati, errori individuali e un gruppo che tutto è fuorché coeso. Elementi che stridono con la storia di uno dei club più gloriosi al mondo, ma che al momento fanno sì che il Manchester United abbia solo 10 punti in più dell’Ipswich Town terzultimo.
Il mercato
In chiave mercato è stata annunciata l’ennesima rivoluzione. Zirkzee, pagato 40 milioni in estate, non sembra convincere sebbene abbia segnato il gol decisivo ai rigori nel match contro l’Arsenal in FA Cup. Anthony è stato invece girato in prestito al Betis dopo che per lui erano stati spesi 100 milioni. E come se non bastasse, il prodotto del vivaio Rashford è ad un passo dal Borussia Dortmund.
Nel mentre è stato fatto partire Scott Mctominay, uno dei più brillanti della passata stagione, per la modica cifra di 30 milioni in direzione Napoli. Destino che può forse essere simile per il talentuoso Garnacho ma a cifre più elevate rispetto allo scozzese.
In entrata tutto lascia intendere che Amorim voglia a Manchester il suo adepto Victor Gyokeres, autore di stagioni eccellenti allo Sporting durante la sua gestione. Mentre sul fronte difensivo si rincorrono le voci che vorrebbero Patrick Dorgu in Inghilterra, nella speranza che non vengano anche loro risucchiati dal “maledetto” United.