I nostri Social

Inter

Inter, da eroe a nemico pubblico: Samir Handanovic si ritira

Pubblicato

il

Handanovic Inter
Tempo di lettura: 5 minuti

Dopo un’estate passata ad analizzare le varie possibilità al termine del suo contratto con l’Inter, Samir Handanovic ha deciso di annunciare il suo addio al calcio.

Quella del portiere sloveno in maglia nerazzurra è stata senza dubbio una storia travagliata, partita nel momento più difficile della recente storia del club meneghino e giunta fino ai giorni nostri.

Da eroe del team fino a nemico giurato di una parte della tifoseria, andiamo ad analizzare le tappe della sua avventura nerazzurra.

Pubblicità

L’arrivo di Handanovic all’Inter

Samir Handanovic viene acquistato dall’Inter il 9 luglio del 2012, in comproprietà con il club in cui giocava, l’Udinese. Ai friulani va in uno scambio, sostanzialmente, il primavera nerazzurro Davide Faraoni, con la stessa formula.

Le aspettative su Handanovic sono immediatamente alte visto che gli viene richiesto di sostituire alla meglio uno dei pilastri del triplete di due anni prima, Julio Cesar.

Il suo esordio arriva nella partita di andata dei playoff di Europa League, vinta 3-0 contro l’Hajduk Spalato.

Pubblicità

In campionato, per vederlo dal primo minuto bisogna aspettare metà settembre, nella vittoria contro il Torino.

Al termine di una stagione deludente, che non vede l’Inter centrare la qualificazione alla Champions League, quella di Samir Handanovic è una delle poche note positive, che fa sperare in vista del futuro.

Le delusioni

Nelle stagioni successive le cose non cambiano: l’Inter, nonostante un ottimo Handanovic, continua a fallire l’obiettivo prefissato. Niente Champions League prima nel 2014, arrivando quinta con Mazzarri, e poi lo stesso con un ottavo posto nel 2015 e con un quarto posto nel 2016.

Pubblicità

L’ottavo posto si ripresenta anche nel 2017, che rappresenta uno dei momenti più bassi della storia nerazzurra, portando lo stesso Handanovic a riflettere attentamente sul futuro.

Lo stesso sloveno, infatti, dichiara più volte di essere deluso dai risultati del team e di sentirsi un giocatore da Champions League.

Parole che suonano come un ultimatum alla dirigenza nerazzurra: qualificazione alla Champions League o addio.

Pubblicità

Spalletti al salvataggio

Per fortuna di Handanovic e dell’Inter, i nerazzurri puntano finalmente sul cavallo giusto per la panchina. Dopo una stagione che ha visto ben quattro allenatori (Mancini, De Boer, Vecchi e Pioli), l’Inter annuncia Luciano Spalletti come nuovo tecnico nerazzurro.

Con il tecnico di Certaldo l’Inter cambia faccia e, a dicembre, si ritrova addirittura in testa alla classifica del campionato.

Poi arriva un’inevitabile flessione che porta la squadra di Luciano Spalletti a giocarsi la qualificazione alla Champions League all’ultima giornata, in un vero e proprio spareggio contro la Lazio.

Pubblicità

L’Inter, con una sofferenza incredibile, riesce a vincere e ad accontentare Handanovic e tifosi, tornando in Champions League a sei anni dall’ultima volta.

Handanovic capitano dell’Inter

Nell’ennesimo colpo di scena in casa Inter, Handanovic diventa anche il capitano della squadra nella stagione successiva.

Nel mezzo delle consuete vicessitudini rinnovo tra Mauro Icardi e la squadra nerazzurra, con di mezzo la moglie-agente Wanda Nara, l’ex Sampdoria si vede togliere la fascia.

Pubblicità

La scelta ricade inevitabilmente sullo sloveno, che accetta di buon grado il compito. La stagione termina con un’altra qualificazione alla massima competizione europea all’ultima giornata dopo l’eliminazione ai gironi di Champions League.

I primi mugugni

In tutto questo, però, la tifoseria dell’Inter ha già iniziato a spaccarsi sulla questione Handanovic. I riflessi dello sloveno non sembrano più quelli di un tempo e sul campo è sempre meno sicuro tra i pali.

È in questo periodo che inizia a diffondersi la cosiddetta ‘parata laser’, come vengono definiti i tentativi di Handanovic battuto di osservare la palla entrare in rete.

Pubblicità

Di alternative, però, non ce ne sono e, oltretutto i problemi maggiori sono altri e per questo Handanovic continua a mantenere saldo il posto di titolare.

Lo scudetto

Gli alti e bassi di Handanovic continuano anche nell’Inter di Conte, alternando buone prestazioni e completi blackout.

Basti pensare alla gara contro il Torino durante l’anno del lockdown o, dall’altro lato, il derby scudetto, nel quale fece due grandi parate per salvare il risultato.

Pubblicità

Alla fine del biennio contiano, Samir Handanovic può alzare al cielo lo Scudetto che, tutto ssommato, merita di alzare dopo tanta sofferenza in maglia nerazzurra.

La parabola discendente e la panchina

Dopo anni senza alcuna concorrenza all’Inter per Handanovic, nel 2022 si arriva ad una vera e propria resa dei conti.  I nerazzurri acquistano a parametro zero l’ex semifinalista di Champions League, Andrè Onana.

Complici le pessime prestazioni dello sloveno, ormai in caduta libera, Onana si prende velocemente il posto eda titolare.

Pubblicità

L’irritazione di Handanovic per questo fatto non fa che cementare le polemiche contro di lui di una parte della tifoseria. Nel proseguio della stagione Handanovic verrà schierato solo in Coppa Italia, vedendosi costretto a ridimensionare le proprie aspettative.

A fine stagione il suo rinnovo non arriverà e dopo dieci anni si vedrà costretto a salutare momentaneamente l’Inter.

L’addio e le polemiche

L’addio di Handanovic all’Inter arriva principalmente per il desiderio del giocatore di giocare titolare.

Pubblicità

Le aspettative dello sloveno non vengono rispettate, però, considerato che solo la Lazio fa un timido tentativo per ingaggiarlo.

Al termine del calciomercato Handanovic è ancora senza contratto e per questo decide di appendere gli scarpini al chiodo ed intraprendere un ruolo dirigenziale nell’Inter.

La sua esperienza sui campi non si conclude, però, prima di una sparata grossa contro il suo ex compagno Onana, al quale incolpa di essere stato troppo esigente nei primi mesi, quelli in cui Handanovic giocava titolare.

Pubblicità

Alla luce dei risultati, tuttavia, che portarono l’IInte a dire addio molto presto alle speranze titolo, forse il camerunense non aveva tutti i torti.

(Foto: Depositphotos)

Follow us!

Pubblicità

FacebookFacebookYoutubeTwitterTwitchTikTok

in evidenza