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Inter, Inzaghi: “Non è un derby, ma il derby. Non c’è una favorita”

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Simone Inzaghi Inter
Tempo di lettura: 6 minuti

Vigilia di euroderby per Inter e Milan, le due squadre di Milano si giocheranno in 180′ (o più) l’accesso alla finale di Champions League. A Istanbul l’epilogo della maggiore competizione continentale per club. A presentare la sfida è il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi in conferenza stampa:

“Domani sappiamo che è una semifinale di Champions, è un derby, è il derby: sappiamo tutti quanto è importante per tutti noi e lo vogliamo affrontare nel migliore dei modi”.

Come stanno Lautaro e Correa?
“Sappiamo che ci sono dei momenti per tutti. Io lo sono stato attaccante, abbiamo avuto una fase nella quale non riuscivano a concretizzare: adesso tutti sono tornati a segnare ed è quello che vogliamo. Ma io ero tranquillo prima e lo sono adesso, il problema è quando un attaccante non ha occasioni, finora le hanno sempre avute tutte. Ora hanno segnato tutti e devono continuare così”.

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Solo tre allenatori interisti hanno raggiunto la finale di Champions. Molti ex nerazzurri dicono che l’Inter dovrà aspettare di più, avere pazienza. Come ci arrivate?
“Nello spirito, bene. Bisognerà usare testa e cuore, tantissimo. Per quanto riguarda il cuore non ho dubbi. Sulla testa dovremo essere bravi, ci saranno delle insidie e delle impreviste durante la gara, sapendo che si gioca in 180 minuti”.

A tal proposito come si riesce a trovare l’equilibrio giusto tra andata e ritorno. Ci dobbiamo aspettare una gara chiusa o pensate di replicare per esempio Lisbona?
“Sappiamo i derby cosa sono, ne abbiamo fatti sette in questi venti mesi. Abbiamo vinto o perso, sono derby che ci possono dare spunti importanti, allo stesso tempo sappiamo che ogni gara è a sé .Ci saranno momenti in cui saremo più offensivi e altri in cui saremo più difensivi. Dovremo essere tutti insieme, grandissimo sacrificio e fare una corsa in più per il compagno”.

Tutti a disposizione. È in imbarazzo nelle scelte?
“No. A centrocampo e in attacco ho possibilità di scegliere, delle nostre scelte si parla tanto. Visto l’infortunio di Gosens, che non sappiamo se domani potrà essere convocato, abbiamo le rotazioni un po’ limitate. A Verona ha giocato Zanotti, in difesa vista l’assenza di Skriniar speriamo di recuperare D’Ambrosio che mi permetterà di avere più alternative, può fare sia il quinto che il braccetto. Spero torni lui e di poter valutare Gosens”.

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Il Milan è a suo agio nell’arretrare il baricentro e fare in modo di aggredire in contropiede. All’Inter piace avere il pallone ma rischia di esporsi. Cosa avete preparato?
“Il Milan è una squadra di qualità, molto ben allenata. Ogni partita fa storia a sé, sappiamo che non è solo una squadra di ripartenza, ma sa giocare. Ha un ottimo palleggio e dovremo essere bravi in tutte le fasi”.

In che maniera cambia la sua squadra se c’è Leao o no?
“Conosciamo tutti le qualità del giocatore. Sappiamo che potrebbe esserci o meno, chiaramente prenderemo qualche accorgimento ma non condizionerà il nostro piano partita”.

Ma sta preparando la partita con Leao in campo o no?
“Non ho certezze come voi, l’ho detto prima. L’abbiamo incontrato, conosciamo le sue qualità, poi in queste partite ogni giocatore che verrà chiamato in causa darà il massimo”.

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Brozovic titolare e Calha fuori?
“Ho tante partite ravvicinate, manca ancora l’allenamento di oggi pomeriggio e la sgambata di domattina. Ho possibilità di scegliere, sono sereno perché i ragazzi sanno che devo farlo e se qualcuno non partirà titolare sarà utilissimo come è successo con Juventus o Benfica”.

Pioli ha detto che l’Inter è favorita. Si sente questa etichetta addosso?
“Favorita, non favorita…Abbiamo visto: le partite sono tutte storie a sé, non ci nascondiamo e sappiamo che con cuore e testa vogliamo giocarcela insieme nel migliore dei modi, sapendo che sarebbe un grandissimo passo da fare con determinazione, corsa e aggressività”.

Ha parlato dei derby passati, in questa stagione dove e come avete perso il primo e vinto gli altri due?
“Ne abbiamo giocati tanti, l’ho detto prima: sette. Abbiamo vinto, perso, fatto semifinali, finali. Dovremo essere bravissimi a usare la testa quando servirà, perché imprevisti nelle partite così importanti ce ne sono sempre stati: nelle ultime, siamo sempre stati bravi a essere lucidi”.

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È il punto più alto della sua carriera?
“Senz’altro, è una partita importantissima come sono state altre finali. Non è un derby, ma il derby: sappiamo cosa rappresenta per noi, per la società, per i tifosi, anche per me stesso. Ma sono abbastanza sereno, ho visto i ragazzi molto concentrati”.

Prima dell’andata col Porto ha detto che potevate vincere la Champions. Cosa vedeva che nessun altro vedeva?
“Dopo aver passato un girone con Barcellona e Bayern, due tra le più forti d’Europa, la squadra ha preso grande consapevolezza. Poi tutte le partite sono difficilissime, Porto e Benfica sono stati due scogli molto difficili da superare. Ne manca uno”.

Ne ha giocati e allenati tantissimi, la differenza tra i derby di Roma e Milano?
“Sono due derby molto sentiti, a Roma ne ho giocati sia da calciatore che da allenatore. A Milano solo da allenatore, sono sentitissimi: da entrambe le parti si dice che non c’è paragone, devo dire che anche a Milano è sentito”.

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Quanto è importante la crescita di Lukaku?
“Tantissimo. L’abbiamo preso per questo, non l’abbiamo avuto per quasi quattro mesi ma adesso è tornato a segnare con maggior frequenza, è un rientro importante come è stato Brozovic: insieme a Lukaku ci è mancato per mesi e non ci ha dato la possibilità di avere rotazioni in più”.

Nel 2010 Mourinho parla della finale non come ossessione ma come sogno. Cosa dice nello spogliatoio per far prevalere la voglia di giocare?
“Non ci deve essere paura, ma tanta voglia di abbracciarci con i nostri tifosi, come abbiamo fatto in questi mesi. Sia noi come gruppo squadra e società abbiamo fatto un gruppo unico per vivere serate come questa. Speriamo ci possa portare in finale”.

Con uno scudetto perso venti punti sotto, uscire in semifinale di Champions manterrebbe il finale positivo?
“Beh, qualcosa si è dimenticato. Probabilmente non ha segnato cosa hanno fatto questi ragazzi, sappiamo qual è l’importanza di questo derby e vogliamo viverlo nel migliore dei modi”.

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Questa Inter è simile a quella di Riyad?
“Ci arrivammo con qualche problemino: Brozovic e Lukaku vennero con noi per onor di firma, ma al contempo non avremo Skriniar e Gosens. A livello di concentrazione e determinazione la squadra fece una grande partita, che era una gara secca, qui dovremo essere bravi a ripeterci su 180′”.

Un mese fa si preparava all’andata col Benfica in un momento delicatissimo. Se si guarda indietro, pensa a tutto quello che è stato scritto e detto in questo periodo, e poi guardiamo a oggi, -3 dal secondo posto, in finale di Coppa Italia e pronto a giocarsi una semifinale di Champions, cosa prova, cosa si sente di dire?
“Lo sappiamo che il calcio è fatto di momenti, abbiamo perso punti sanguinosi e lo sappiamo. Ci siamo detti di tapparci le orecchie e pedalare, adesso sappiamo di aver conquistato una finale sul campo importante, in Champions siamo in semifinale e in campionato le ultime quattro vittorie chi hanno fatto vedere la classifica sotto un altro aspetto, ma sappiamo che mancano ancora quattro partite e avremo tanto da fare”.

(Foto: Depositphotos)

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