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ZONA CESARINI – Roma, Sanremo e er Cavaliere Nero

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Grande vittoria a Sanremo per Marco Mengoni da Ronciglione. Vittoria telefonata alla prima puntata, vocalità irraggiungibile per tutti i concorrenti, tranne Giorgia ovviamente.

E siamo al triplete, ormai egemonia. Anche Mengoni, infatti, dopo i Maneskin (Damiano per la verità) e Blanco, ha fatto coming out: è tifoso della Roma. “La mia famiglia è giallorossa da generazioni”: ha dichiarato.

Ma partiamo proprio dal Cavaliere Blanco che, posseduto da Mancini, si avventa immotivatamente sui fiori di Sanremo come un Afena Gyan qualunque, con la differenza che i fiori hanno più presenze in serie A.

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Tra l’altro io, che ancora non ho capito cosa dice la canzone vincitrice dello scorso anno, fossi in lui, se non mi funzionasse l’auricolare mentre canto, farei un cero alla Madonna.

Allarme spoiler: leggete questa ignobile accozzaglia di opinioni come i deliri di un vecchio che ancora non ha capito la nuova generazione come lo colloca, se Boomer, TikToker, Homer, Lammers e Riommers.

Da qui, dicevamo,  parte una coloratissima serie di ripicche da palco, le cui vere vittime siamo noi.

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Ultimo, se cantava un poco più basso, veniva declassato a Esame Amplifon. Peraltro duettare con Ramazzotti che ha giusto qualche ottava in più, non è una grande idea. Lasciamo perdere che ormai Eros si è trasformato in Nainggolan e infatti se scorda i testi suoi, riportandoci a famosi video goderecci de Capodanno.

Sangiovanni non prende una nota nel duetto e con l’Ariete accanto devasta il feretro del poro Battiato.

Tananai è così discreto, umile, tenerello che usa la tattica del PD alle elezioni regionali, fingendosi morto. Da Tananai a Ntanavai è n’attimo.

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Sogno un cantante che si chiami Mario, invece Shari, Sethu, Will, Olly. Entro pochi anni un “normal man” come Zarrillo in giacca e cravatta verrà mandato in onda alle due per non destare scandalo.

Poi, insomma, Sethu, Lazza e Madame sembrano i Three Stooges (siete giovani), anche se Lazza ricorda più Lobotka prima della cura Spalletti.

In questo stucchevole mix di fastidioso Nazionalpopolare e forzato “famolostrano”, la cosa più bella di tutte è Grignani che affronta il duetto e si diverte, alla faccia della gara. L’unica cosa naturale e bella è quando Arisa ridendo dice: “abbiamo fatto un casino”, e il suo, davvero davvero messaggio di libertà,  “STI CAZZI”.

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Tutti più o meno vestiti come scappati de casa, stessi tatuaggi, stesso stile, compreso Mengoni che (e cito il tweet del Prof Marcacci) si è “vestito per scendere nello scantinato di Pulp Fiction”, ma la polemica cade su Gassman che ha una “canotta”.

Detto ciò, citando Nonno Vittorio, la polemica mi sta tra il Monte Fumaiolo e le tombe etrusche. Peraltro tutti gli outfit sono più sobri della maglia di San Valentino del Napoli.

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Veniamo alle donne. La voce di Giorgia è patrimonio dell’umanità. Elodie, unta come la pizza de Beti (citazione per i romani), ergo bbona come il pane (sorvolo sulla canzone per decenza).  I monologhi che palle, bella la boisserie, bello tutto, ma mentre parla la Ferragni tu pensi ai Cavalieri dello Zodiaco sul suo vestito, non certo a lei.

Poi arriva lei, Luisa Ranieri, statuario bellissimo simbolo di eleganza, grazia e napoletanità, che scende le scale, col sottofondo di Pino e insieme a lei scendono anche le “mano de Dios” dell’adolescenza davanti alla tv.

Gli stucchevoli tentativi forzati di “esse diversi”, de “nun fasse etichettà”, de “esse liberi”, francamente possono scandalizzare e scatenare i velenosi tweet di menti deboli, anche tra i famosi che per decenza chiameremo con nomi di fantasia: Pirlon, Adipelfi e Paneebarciccia.

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Si storpia tutto, non si prende mezza nota senza tecnologia, sono certo che i Jalisse possano essere riammessi, solo mostrando mezza zizza, tatuandosi coltelli in fronte e cantando “Miufi Di Rapole”. Sanremo sarà stato sponsorizzato Marvel, infatti tra audio pessimo, autotune e la morte della dizione ormai accertata, i testi mi suonano più o meno tutti come “Io Sono Groot”.

https://www.youtube.com/watch?v=nRpuHQMxeZs

Detto questo, terzo anno consecutivo con giallorossi trionfanti, quindi il succo è che puoi distruggere fiori, uccidere la dizione, tatuarti pistole in fronte o scoparti Fedez in diretta come uno Zaniolo qualunque al parco, ma i romanisti, a Sanremo, so come er Cavaliere Nero. E ar Cavaliere Nero… lo sai, dai…

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Forza Roma, Ciao Gigi

 

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