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Qatar2022, un calcio alla modernità: il Mondiale visto con romanticismo

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Mondiale Qatar 2022
Tempo di lettura: 4 minuti

Un giorno al Campionato del Mondo di calcio o più semplicemente al Mondiale di Qatar 2022. Noi “calciofili” inguaribili, un po’ per scelta, un po’ per il dovere di continuare la tradizione familiare, diciamo Mondiale perché, pur consapevoli che esistano altri sport alcuni dei quali anche appassionatamente seguiti da noi “calciocentrici” aperti di vedute, è come se la parola Mondiale fosse  buona solo per il calcio. E ci ricordiamo le finali, i gol più belli e l’albo d’oro a memoria come fosse la formazione della nostra squadra del cuore. Il Mondiale è l’ultima espressione di quel calcio che non c’è più. Come se per magia scendesse sempre in campo il Brasile di Pelè l’Olanda di Cruyff o l’Argentina di Maradona, poco importa chi siano i nuovi campioni.

Non so se sia il fatto che si giochi ogni quattro anni o perché si mischino culture calcistiche e non solo completamente distinte tra loro. Ma ci si affeziona alla squadra africana di turno, alla compagine asiatica o oceanica qualificatasi per la prima volta. Oppure si segue con passione l’exploit di una cosiddetta “underdog” che noi abbiamo sempre chiamato semplicemente “piccola”.

Romanticismo in conflitto

Quest’anno tuttavia il romanticismo calcistico viene messo dentro un conflitto sentimentale per via della troppo moderna situazione nella quale questo mondiale è stato immerso.

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Lungi da me l’idea di discutere dei problemi seri e di vitale importanza quali diritti civili e regimi dittatoriali, questi sono argomenti che è giusto affrontare con un corretto bagaglio di argomentazioni supportate da interlocutori all’altezza. Io parlo della frivola sfera di cuoio (che poi boh, non so più nemmeno da che materiale sia composta) e del suo fascino al cospetto dei popoli di ogni continente.

Il contrasto di cui parlavo è, quindi, meramente calcistico, da “calciofilo” innamorato quale sono. Un mondiale in questo periodo dell’anno porta con sé non solo anomalie e storture ma anche semplici “pecche”. Mancheranno le “sbraciate” e le birre ghiacciate davanti alla TV in una serata calda con qualche amico, come momento conviviale per seguire un improbabile sfida tra Iran e Corea. O il chiosco sulla spiaggia che trasmette in diretta Senegal-Usa utile a giustificare una “pausa” dal dovere coniugale di prendere il sole in spiaggia. Perché si, il mondiale vede le moglie e le fidanzate, spesso infastidite dal calcio, comprendere (a volte) la spettacolarità e l’importanza dell’evento e quindi più propense a qualche concessione in più. Magari ci risparmiano una passeggiata all’ ikea o uno shopping compulsivo in un outlet per via di uno Spagna-Canada che potrebbe decidere il primo posto in caso di vittoria con un tot di gol di scarto,  oppure una giornata in un centro commerciale a “vedere” cosa poter comprare in un futuro più o meno lontano perché a quell’ora gioca Olanda-Tunisia e “Amore tu lo capisci che potrebbe esserci la prima eliminata illustre vero”?

Davanti alla tv ma con la coperta

È l’unica occasione che vede anche mamme, nonne, zie completamente avulse al calcio, sedersi sul divano ad assistere ad un gioco per loro quasi sconosciuto, tempestando di domande inutili i malaugurati “esperti” seduti accanto a loro.

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Il Campionato del Mondo che sta per iniziare invece porta con sé il freddo dell’inverno, il buio della sera che arriva prima, il Natale (e i suoi regali da comprare annessi) che sta arrivando e così, salvo rari casi, vengono meno le tavolate di amici con la birra ghiacciata, le partite da vedere tutti insieme.

Mondiale da innamorati

Sarà un mondiale seguito più in solitaria, meno coinvolgente e sicuramente più selettivo. L’eliminazione dell’Italia nel girone di qualificazione contribuirà ovviamente a restringere la platea nostrana. Rimarremo noi, malati di football, a segnare i risultati delle partite sull’inserto del giornale appeso in camera, ad aspettare un Francia-Brasile come, e di più, di un Milan-Juventus.

Perche è il Mondiale e bisogna goderselo il più possibile. Per il prossimo, bisognerà attendere altri quattro lunghi anni. Anzi, a pensarci bene, alla fine ho trovato l’unico aspetto positivo di questa kermesse invernale; Bisognerà aspettare il nuovo calcio d’inizio solo 3 anni e mezzo.

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(A cura di Emanuele Thiery)

(Foto depositphoto)

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