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Trenta minuti per segnare, il “Momento Griezmann” per sognare

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Avete presente i titoli di quei film in cui s’intuisce che il fattore tempo sarà assolutamente decisivo e vitale? Titoli di film o di libri, o anche mentre prelevate soldi dal vostro bancomat, dove il countdown è determinante? Leggi “Zona Griezmann” e pensi all’orologio che scorre. Leggi “Momento Griezmann” e pensi a queste due parole più come ad una rubrica televisiva o su un giornale che non al momento esatto in cui il campione del mondo francese potrà entrare in campo. Dal 60’ in poi, non un momento prima, non un solo tempo intero di una partita, non più di mezz’ora può giocare Antoine Griezmann, 31 anni, tornato all’Atletico Madrid (via Barcellona) lo scorso anno. E già non fu un ritorno ben accolto dai tifosi che, ingelositi, interpretarono il trasferimento alla corte di Valverde come un tradimento. Nonostante avesse contribuito in maniera decisiva ed incisiva alle vittorie in Spagna di una Supercoppa e in Europa di un’Europa League e di una Supercoppa Europea. Nonostante sia il secondo miglior marcatore di sempre del club con 144 gol. Nonostante continui tuttora a segnare tra il 60’ e il 90’. Griezmann ha accettato di buon grado per amore del suo primo amore una clausola, per il suo ritorno con i Colchoneros, che prevede che se, nel corso dell’anno, dovesse superare il 50% delle apparizioni totali in campo per più di mezz’ora (escluso il recupero) allora scatterebbe l’obbligo di riscatto nei confronti del Barcellona per i biancorossi. Il Barcellona, dal canto suo, però, ritiene che la condizione per l’obbligo di riscatto per l’Atletico si sia già verificata, in virtù del fatto che andrebbe contato anche il minutaggio dell’impiego di Griezmann nella stagione precedente. In quel caso, con l’81% dei minuti totali giocati, l’Atletico dovrebbe comunque scucire al Barça i 40 milioni pattuiti. Una situazione complicata che, se non dovesse sboccarsi, potrebbe anche finire davanti al tribunale. Quale il patto per questo prestito biennale? Chiaramente solo quanto scritto nelle carte firmate rivelerebbe la verità. Intanto monsieur Griezmann, soprannominato “Le petit diable”, ne ha già realizzati 3 in un mese. Simeone, anche se costretto ad averlo a mezzo servizio, comunque ringrazia. Il pubblico, nonostante i musi lunghi, anche. E domenica sera sarà l’ora del derby con il Real Madrid di Ancelotti, primo in classifica. Occhio a quel 60′, merengues!

P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….

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