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Perseverare diabolicum est: ADL basta col solito film

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De Laurentiis Napoli
Tempo di lettura: 3 minuti

Un film già visto, un refrain in salsa cinematografica che propone la solita sceneggiatura ormai conosciuta al grande pubblico: tra Spalletti e ADL i dialoghi sono il copincolla sbiadito e sgualcito degli stessi testi usati con Benitez e Ancelotti.

Tante parole, le solite, voli pindarici e sfarfallamenti dialettici che sanno di solita fuffa da teatro dell’assurdo, da far impallidire Samuel Beckett.

Spalletti ha preso casa a Napoli? No. Lui deve sentire Partenope nella sua anima. Se sente questa anima tinta di azzurro non potrà farne a meno anche il prossimo anno sia da allenatore, ruolo in cui è formidabile, sia da uomo, che è serio”

La filippica sull’anima, con tanto di riferimento musicale a Gianna Nannini, fa un po’ il paio con le dichiarazioni “sibilline” del tecnico di Certaldo sul futuro.

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Uomo di spiccata dialettica e di sofismi, Luciano avrebbe avuto modo, tempi e occasioni per dipanare dubbi e spazzare via nubi. Non l’ha fatto. Anzi, come si direbbe a Napoli, ha preferito “azzuppare il pane” nelle pieghe del chiacchiericcio strisciante e delle illazioni mefitiche di qualcuno.

“Mi chiedete se resto al 100%? Me lo chiedete sempre, risolvete da soli i vostri dubbi”

E poi ancora a diretta domanda:

Il futuro? Prima c’è da finire bene quest’anno. Vogliamo rendere speciali queste ultime partite e coinvolgere tutti. Bisogna farlo capire a tutti, invece che pensare a vincere il prossimo campionato. Abbiamo raggiunto un grandissimo obiettivo, qualcuno non lo capisce. Il futuro per noi è il prossimo allenamento. L’importante è vedere che ci siamo allenati fin dal lunedì per giocare di sabato senza dare il giorno di recupero. Diamo i meriti per il lavoro fatto, poi vediamo il futuro“.

E’ chiaro che Spalletti non abbia tanta disponibilità a parlare di futuro, come se qualcosa frenasse il suo slancio a condividere, peraltro al cospetto di un contratto biennale con opzione per il terzo, che imporrebbe certezze e giammai dubbi allo scadere della prima stagione. I motivi non si conoscono, semmai si possono intuire e richiamano al primo “sfogo” nel post Napoli-Roma:

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A fine anno andate da De Laurentiis e ditegli che Spalletti sbaglia i cambi. Già il presidente mi brontola sempre perchè sostituisco troppo tardi o perchè ho cambio chi non dovevo… Con i cambi ognuno vede quel che vuole.”

Segno che se non dissapori, quantomeno scambi di vedute anche accesi (conoscendo il presidente) ci sono stati eccome. Mettiamoci anche che lo scenario attorno al Napoli riportato in Champions League non è propriamente roseo, visto che per stessa ammissione presidenziale la mission del club azzurro per la prossima stagione è l’abbattimento del monte ingaggi, che di solito, nel calcio, vuol dire “cessioni eccellenti”.

E’ abbastanza chiaro e lapalissiano che sia una fase di valutazione e anche di riflessione da parte di Spalletti, apparso anche un po’ contrariato nelle ultime settimane, rabbuiato in viso, stizzito, nervoso. Uno Spalletti diverso rispetto a quello raggiante e brillante di inizio stagione, una costante della narrazione storica dei rapporti tra De Laurentiis e tutti i suoi allenatori, del resto.

Occorre chiarezza, perchè iniziare una nuova stagione senza, scalfisce obiettivi e compromette risultati. Urge un lampo di luce, un faro che illumini gli angoli bui e le zone d’ombra di un rapporto che potrebbe (di già) aver conosciuto la sua prima “crisi”. Non commettere lo stesso identico errore fatto con Benitez prima ed Ancelotti poi, perchè “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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