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ANGOLO SALERNITANA – Bacia la pioggia

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Sotto un cielo ch’è lo stesso di Salerno non si gioca a pallone, ma con la vita della gente. Inconsueto alle belle nostre latitudini, il freddo gela le ossa e le porta a temperatura col cuore. No che non puoi restare indifferente, ma nemmeno vergognarti della vita tua che scorre. Col pensiero carezzi chi vive l’assedio e baci la pioggia, che riga la fronte ed inumidisce gli occhi.
Come quelli di Sinisa, che di guerre ne ha viste e vissute e n’è scampato: lui più di noi sa. Più di noi serra i pugni, stringe i denti ed orgoglioso esalta la pace onorando lo sport: pure lui bacia la pioggia.

Come da tradizione ancestrale, la sorte priva la Salernitana del bomber on fire: Bonazzoli nemmeno in panca, Verdi e Ribéry a ridosso del Gigante.
Leggi lo Starting Eleven del Bologna e, laddove non ci avessi fatto caso, trovi un sacco di qualità.

Con la quale approccia alla gara spaventando l’Arechi, prima che l’abbrivio inclini il piano verso la Sud. Padroni di casa con veemenza, ma il VAR cancella il rigore che non c’è. Ed Arnautovic non perdona: alza gli occhi al cielo, bacia la pioggia.

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La ripresa è commovente. Si gioca in una metà campo sola, ribelli ad un destino che pare scritto. Zortea entra, schiaffeggia la sorte e mostra la luce. Che resta però in fondo ad un tunnel infinito.

Ennesimo bel pareggio, che serve di volta in volta meno. Nessuno ha voglia di retrocedere tra gli applausi: sta succedendo, non è ancora successo.

Nel giorno in cui senti che le cose gravi sono altre, ti accorgi che dannazione, non hai vinto ma sei ancora in vita.

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Aggrappatici, mentre baci la pioggia.

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