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ANGOLO MILAN – Udine città amara

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Tempo di lettura: 3 minuti

Una partita come questa capisci come va a finire un attimo dopo l’evento culminante. Beto si invola, lanciato a rete, ed è 1-0 per i padroni di casa. E da lì non ci si è mai mossi per 70 minuti. Settanta minuti di nulla. Fino al pareggio di Ibrahimovic che, ad essere onesti, vale quanto una sconfitta. Il Milan, eliminato dalla Champions League, dopo un martedì speso a rincorrere la palla del Liverpool, con l’infermieria piena di titolari, con un mese di anticipo rispetto all’anno scorso, è col serbatoio vuoto.  

Il Primo Tempo

Il primo tempo mostra un Milan che, al contrario di quello che ci si aspettava, non sembrava quella squadra con la rabbia in corpo decisa a difendere il primo posto in Serie A. L’Udinese gioca con la linea difensiva altissima, molto vicina alla linea di centrocampo. Questa scelta si traduce in zero spazi per i trequartisti rossoneri che non riescono né ad andare in profondità, né a trovare la giusta posizione per giocate nello stretto; sono pochi i palloni giocabili per Ibra, colto spesso in fuorigioco, e sono zero le occasioni davvero pericolose per il Milan nei primi venti minuti.

Alcuni dati del calo

Qui un primo dato manifesto del calo rossonero: la squadra che segnava tanto proprio nei primi 15minuti di partita. Un secondo dato: il calo vistoso di tanti calciatori, che a settembre e ottobre spingevano la squadra verso la vittoria con una facilità estrema. Theo e Diaz su tutti. Il francese lento e svagato, mai pericoloso se non quando prova a gestire palloni nella sua area di difesa. Il 10 spagnolo fuori partita, frettoloso nelle conclusioni, ancora decisamente fuori forma. Aggiungiamo Bakayoko poco attento e mai veloce nel giro palla, con un Bennacer palesemente in difficoltà dopo l’errore del passaggio errato proprio a Bakayoko in occasione del gol di Beto. Settanta minuti sono tanti per agguantare un pareggio ad un solo gol di distacco; i cambi fra primo e secondo tempo togliendo Bakayoko, Bennacer e Krunic erano proprio nell’ordine delle idee di imprimere una svolta al gioco. Ma questa non c’è stata, se non a tratti, e contro un Udinese coriacea e in fiducia è dovuto intervenire ancora una volta Mago Ibra con una mezza rovesciata ravvicinata alla porta avversaria. Pochissimo e troppo tard per far pensare ad un finale vittorioso ma palesemente ingiusto. Il Calcio non si dimentica e non si dimentica certamente tutto un progetto di gioco che va avanti da due anni e mezzo, ma è palese la mancanza di lucidità di una squadra che produce in abbondanza solo passaggi arretrati alla difesa. 

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Bilanci e sfide prossime

In sole 3 settimane, nelle ultime 5 partite, i rossoneri hanno collezionato ben 2 sconfitte, solo 2 vittorie e questo magro pareggio di Udine. Male come nessuno avrebbe mai pronosticato, dopo il derby del 7 Novembre. Inter e Napoli affronteranno rispettivamente Cagliari ed Empoli, due avversari abordabili col doppio della foga che verrà spesa in campo per approfittare dell’ennesimo passo falso. È in palio il primo posto in classifica, e a pensare che sono bastati 20 giorni per annullare un vantaggio costruito in 3 mesi il rammarico è tanto. Pioli anticipa che ci saranno due giorni di riposo per restituire un minimo di freschezza fisica, poi tutti sotto a lavorare sodo per tornare a giocare con la cattiveria e l’incisività di qualche tempo fa. Perché il 19 dicembre, sotto l’albero di Natale, San Gennaro farà trovare un regalo. Bisognerà scoprire se è carbone o tre punti pesanti, per una vittoria che potrebbe segnare un nuovo inizio.

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