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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVE – Scomparire

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Venezia è una città da coppiette, ma non quelle che trovate nel banco salumeria a Roma. Intendo proprio due persone che si amano o fingono molto bene, di quelle che si fanno fotografare tra i piccioni a piazza San Marco, che si lasciano cullare in gondola tra i canali, quante proposte di matrimonio con tanto di solitario di Harry Winston avranno visto le calli della Serenissima.

E del Penzo, parliamone pure. Un gioiellino di stadio incastonato sull’isola di Sant’Elena, vista canali, undicimila intimi posti, praticamente un matrimonio al mio paese. L’indicazione è utile per colui il quale un giorno desidererà accollarsi la sottoscritta, la proposta con due biglietti per un match al Penzo dopo un giro dei bacari è assolutamente gradita. Si ricordi solo del sangue bianconero che scorre in queste vene: mi ritengo alquanto fortunata a non aver ricevuto alcun tipo di proposta in questo pomeriggio di dicembre in cui il Venezia incontra la Juve di mister Allegri.

Galvanizzati dopo il primo posto nel girone di Champions per gentile concessione del Chelsea? Come no, per quarantacinque minuti come al solito. Mezzo servizio standard, nemmeno un quarto di servizio per Paulo Dybala che dopo dodici minuti deve dare forfait, per un qualche problema ad un ginocchio. La fragilità di questo ragazzo sta diventando comune a quella del suo compare in forze al Gremio, Douglas Costa. Ci faceva esaltare almeno quanto ci facevano penare le sue giunture, e sembra l’ennesima storia già vissuta di una promessa destinata a non decollare mai. Che poi questo rinnovo si faccia, sembra storia certa. Ma di questi dieci milioni, cinque andrebbero destinati alle risonanze magnetiche.

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L’occasione è per Kaio Jorge, che rischia il goal nei primi secondi dal suo ingresso in campo. Una Juve che gestisce la situazione almeno per la prima mezz’ora, quando è Morata a mettere in rete il pallone si assist di Pellegrini: degna di nota la sua prestazione che ormai acquisisce continuità. Dopo il solito check al Var ormai necessario ad ogni goal di Morata come il prosecco nello spritz, la Juve chiude agevolmente il primo tempo con un goal divorato da Cuadrado, l’occasione per mettere il match in ghiaccio e invece niente, appassionati di veleno fino alla fine. Anche perché poi ci dimentichiamo in scioltezza di presentarci in campo dopo i quindici minuti di riposo.

Inutile descrivere la stanchezza, la noia e il fastidio che rasenta le sensazioni fisicamente ingestibili di un ennesimo secondo tempo non vissuto, ma cosa vi avranno fatto di male i secondi tempi. Il Venezia torna in campo con l’appetito che avevo a scuola alle dieci e trenta spaccate, ed è Aramu con uno splendido tiro a salutare con affetto il clean sheet di Szczesny, ma basta, per carità.

Rabiot ha un unico lampo di luce in tutta la partita saltando due uomini per poi dimenticarsi le regole base della balistica, tocca ringraziare De Ligt e lo stesso Pellegrini migliore in campo per la Juve, se la situazione non si fa ancora più tragica di quanto non sia già.

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In via del tutto paradossale per quanto visto in questi mesi, il secondo migliore della giornata è Bernardeschi, che impegna Romero a fare il Dino Zoff della situazione su un gran sinistro. Alex Sandro che continuerà ad accomodarsi in panchina a favore di Pellegrini è solo la ciliegina sulla torta dell’ennesima partita buttata alle ortiche, degli ennesimi due punti bruciati. Punti con i quali si sperava ancora di poter raggiungere il quarto posto, che ad oggi sembra improbabile quanto un biglietto per le Cayman trovato per strada.

Intanto che ci prepariamo per l’Europa League, tocca assolutamente analizzare questa tendenza alla partita a nascondino del secondo tempo. Ma forse ci farebbe bene nasconderci per un po’, di sicuro lo meritiamo un annetto nell’Europa che conta leggermente meno, forse è lo schiaffo che ci saremmo meritati lo scorso anno e che per una serie di congiunzioni astrali non è arrivato.

“Le persone sono di cristallo” canta lo splendido musicista napoletano Giovanni Truppi, andate ad ascoltarlo. Ma mica solo le persone. Le storie, le partite, i campionati, i sentimenti, i punti in classifica.

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Fragili e frangibili. Vetro di Murano, per stasera.

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