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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVE – Prêt-à-porter

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Il problema degli ultimi tre giorni nulla ha a che fare con via Montenapoleone, con Via Condotti, le influencer e lo spumante cheap servito nelle settimane della moda, da sorseggiare tra una story e l’altra senza sapere in realtà cosa si sta indossando, l’importante è essersi tuffati di testa nell’armadio.

Eppure il problema si chiama passerella, questa usanza divenuta tale a quanto pare nell’ultima settimana, l’onore ai vincitori, che i vinti debbono necessariamente rendere pur di non esser tacciati di non aver rispettato l’importanza della vittoria e dell’avversario stesso.

Non ricordo onestamente di aver battuto la testa, ma tutto può essere: in effetti, questo potrebbe essere uno dei pochi motivi per cui non conservo ricordi di applausi, tweet di complimenti, telegrammi, piccioni viaggiatori, in cui qualcuno si fosse congratulato con la Juventus negli ultimi nove anni.Ma si sa, da quando il dominio bianconero è terminato il sole è tornato a brillare, il cielo è terso, i fiori hanno ripreso colore e non ci sono più le mezze stagioni, Vecchia Signora mia.

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I tre punti servono come il pane per provare ad inseguire ancora il sogno qualificazione in Champions, ormai già archiviata dai tifosi, tranne da quella piccola ma strenua percentuale di sognatori. E la via per l’Europa passa per l’Inter, passa per Antonio Conte fresco campione d’Italia con i colori che non sono i nostri, ed ogni tanto devo ripetermelo perché mi risulta ancora più improbabile di un invito a cena da Chris Hemsworth.

Pirlo ci tiene a far sì che il nostro cervello resti sempre in attività, il weekend enigmistico propone l’ennesima formazione dell’anno con Kulusevski titolare accanto a Ronaldo. Per la somma gioia di tutti torna anche Danilo tra le prime scelte, un po’ meno gioiosi per la panchina della Joya Dybala. In questo stranissimo match contro i nerazzurri si attende l’appuntamento di domani di Firenze, dove il Napoli ad una sola lunghezza dai bianconeri torna a giocarsi qualcosa di concreto con la Fiorentina, in un déjà-vu che non dice assolutamente nulla.

Il passato è passato, adesso non c’è scudetto da vincere, e non che abbiamo chissà quanto da perdere: nella peggiore delle ipotesi un anno di transizione europea potrà farci solo bene.

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Come ormai tre anni fa, la partita la fanno i cartellini: il primo tempo tinto di giallo per Kulusevski su Hakimi e Bentancur su Lautaro. La sblocca la Var, più protagonista dei calciatori stessi: su calcio d’angolo tirato da Kulusevski la mischia è memorabile. Il signor Calvarese assegna ai bianconeri il primo rigore del match, messo a segno da Cristiano: Handanovic para ma nonn riesce a deviare il pallone, e a quel punto per il portoghese è come bere un bicchier d’acqua.

Ma c’è posto per i calci piazzati anche a parti inverse: il secondo calcio di rigore lo piazza Lukaku,  a causa di un pestone di De Ligt riservato a Lautaro. Man of the match? Juan Cuadrado, man of the season. Allo scadere del primo tempo il colombiano prepara un tiro da fuori di gran lusso, portandosi a casa il vantaggio e il suo primo goal della stagione.

Secondo colore della stagione, il rosso naturalmente: saranno sicuramente felici i più di veder sventolare cartellini amaranto, stavolta per Bentancur, reo di aver influito sulla corsa di Lukaku, in che modo non è dato sapersi. Pirlo si prende finalmente la responsabilità che fu un anno fa di Maurizio Sarri, sostituire Ronaldo.

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Porta in campo l’unica punta, Alvaro Morata, e Demiral a tutela del risultato al posto di Federico Chiesa. Variabile impazzita, il secondo goal dell’Inter tocc di nuovo vederlo alla tv, con vive e vibranti proteste di Giorgio Chiellini. ma qualche divinità nel calcio deve pur esistere, e la sua reincarnazione è nel secondo rigore della serata assegnato alla Juventus. Cuadrado capitombola per un intervento di Perisic, e mette a segno il 3-2 per i bianconeri.

Per stasera il nostro lo abbiamo fatto, la collezione autunno/inverno del 2021 potrebbe prender forma sulle passerelle europee, come potrebbe d’altronde restare sui bozzetti.

Con la speranza che i colori di tendenza restino il bianco e il nero.

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