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Juventus: nuova rivoluzione in vista, la situazione

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Giorni difficili in casa Juventus, sia per aspetti legati al campo che fuori. Le positività al Covid di Bonucci e Demiral, unite agli infortuni e alle esclusioni di Dybala, Arthur e McKennie per la vicenda emersa in queste ore, consegnano una squadra non proprio serena in vista del doppio impegno di campionato contro il Torino ed il Napoli.

Difficoltà quasi non previste – almeno negli auspici di vigilia – ad inizio stagione, quando i bianconeri erano designati come i favoriti per il decimo titolo di fila, nonostante il cambio di guida tecnica. Ma l’avvento di Andrea Pirlo, stando alle impressioni dei diretti interessati, non sarebbe la causa di tutti i problemi dalle parti della Continassa.

CERCASI LA VECCHIA MENTALITA’

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Con ogni probabilità la società era consapevole che affidare la squadra ad un tecnico con zero esperienza, quale è l’ex regista campione del mondo nel 2006, avrebbe potuto portare dei problemi in termini di risultati. Un rischio forse calcolato, ma che non giustifica in toto il rendimento in questa stagione della squadra, alla quale sembrerebbe non bastare più nemmeno Cristiano Ronaldo.

Tuttavia, le ultime dichiarazioni da parte di tecnico e dirigenza hanno tutte un minimo comun denominatore: la mentalità. Aspetto che è stato marchio di fabbrica della Juve nove volte campione d’Italia nell’ultimo decennio, e che si è palesato invece come il punto debole del nuovo corso dei bianconeri.

Non è un caso che Andrea Pirlo parli spesso di atteggiamento, così come non si sono lasciate andare alla casualità le dichiarazioni nel post partita contro il Benevento dell’uomo mercato Fabio Paratici.

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Ultima situazione che ha fatto imbestialire la società è la vicenda che ha visto coinvolti McKennie, Dybala e Arthur. I tre non sono convocati per il derby contro il Torino: assenze pesanti, ma la Juventus ha deciso ugualmente di usare le maniere forti. Segnale – quello dell’esclusione – che dimostra quanto la dirigenza indichi come principali responsabili di questo periodo in chiaroscuro i calciatori stessi.

Anche gli stessi tifosi sembrerebbero viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, viste le numerose leggerezze che in più momenti sono costati cari ai Campioni d’Italia.

RIVOLUZIONE – PARTE SECONDA

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A questo punto – dando per scontato che si abdicherà dopo nove anni in favore dell’Inter – non resta che guardare al futuro, per continuare il processo di ringiovanimento e di ricostruzione partito nella scorsa estate. Per questa ragione non rappresenterebbero una novità gli eventuali addii di Gianluigi Buffon e Giorgio Chiellini.

Per il primo non si può non tenere conto ovviamente della carta d’identità, che comunque non scoraggia l’estremo difensore. In ogni caso, l’ipotesi più accreditata resta quella dell’addio, ammesso che la Juventus non stia pensando ad un prolungamento, momentaneamente non di prioritaria importanza. Chi attende invece una proposta è invece Chiellini, sul quale aleggia sempre più il possibile addio a fine stagione.

Novità in vista anche per il centrocampo e l’attacco. Aaron Ramsey resta il maggior indiziato per un’uscita, anche a causa di un ingaggio che grava pesantemente sui conti societari. Chi vorrebbe uno stipendio più corposo è Paulo Dybala. Nel caso in cui le parti non dovessero venirsi incontro, la cessione – tenendo conto della scadenza fissata a giugno 2022 – potrebbe essere la soluzione per evitare indesiderate minusvalenze. Ed episodi come quelli usciti allo scoperto in queste ore, certamente non aiutano la trattativa che si fa sempre più in salita.

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(foto: sito Juventus)

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