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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Il Milan abdica ai suoi stessi limiti

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Alla fine è successo. E forse, per quello visto in campo nell’arco di 180 minuti, è anche giusto così. Il Milan perde la partita di ritorno contro il Manchester United 1-0, per il gol segnato da Pogba al 49′ del secondo tempo.

La squadra di Pioli lascia l’Europa League portandosi dietro i suoi difetti e i suoi limiti praticamente intatti. 180 minuti giocati, 2 gol subiti, potevano essere di più, 1 solo gol fatto, tanti sprecati da ripartenze sbagliate.

Si gestisce il gioco, ci si difende, si chiudono gli spazi, però poi alla fine il gol avversario lo si subisce sempre. E si fa una fatica immane per rimontarlo, soprattutto si spreca tanto, troppo.

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E nessuno, a questi livelli, davanti ad avversari che per quanto in crisi, sono pur sempre di un livello superiore, può permettersi lo spreco dei gol.

Quando hai quattro titolari fuori da mesi, ogni occasione da gol nitida dev’essere considerata preziosa. E gestita con cattiveria, quella cattiveria che, in questo Milan, non si vede.

E non c’è consolazione giusta se si comincia a dire che abbiamo giocato alla pari del Manchester United. I diavoli rossi visti stasera sono di gran lunga la copia più sbiadita di edizioni più forti e impressionanti. Si sono dimostrati avversari alla portata, con evidenti lacune difensive e grandi amnesie a centrocampo. Però avversari che, per quanto non all’altezza del loro glorioso passato, hanno calato l’unico jolly che avevano nella manica e che alla fine gli ha sbloccato la partita.

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I limiti sono palesi e sono sul piatto ben visibili a tutti, figuriamoci se sfuggono allo sguardo attento e competente di due come Massara e Maldini. Ottimo Meitè, colossale Tomori, da riscattare subito al prezzo chiesto che di per sé sembra già poco. Finite le belle notizie.

Perchè poi, se si guarda alla catena di destra, ci si rende conto che non si può pensare di vincere con cattiveria, ad livelli alti, se si gioca con Castillejo, che forse faticherebbe a trovare un posto nel Virtus Entella, e con Saelemekers che, una volta superata la metà campo, tradisce la sua vera natura: un buon terzino destro, con un buon piede ma nulla più. Non certo un’ala.

Qui bisognerà intervenire con decisione e la giusta dose di parsimonia. Si mormora che ci sia già un accordo con Thauvin, ex enfant prodige del calcio francese, in forza al Marsiglia, con il quale non ha voluto rinnovare il contratto, Campione del Mondo nel 2018. Se fosse confermato, sarebbe un buon inizio, non certo la soluzione definitiva. Serve freschezza e appettito e una volta puntellata la fascia destra, sarà la volta della panchina, da rendere più lunga con uno o due elementi ad iniezione diretta, che sappiano inserirsi subito.

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Questa piccola parentesi del mercato che servirà non vuole essere un diversivo nè tantomeno una scusante. Ma fino a prova contraria il calcio lo giocano in campo i calciatori e l’importanza dei risultati conseguiti dipende in gran parte sempre dalla loro qualità, che non coincide sempre col prezzo del loro cartellino.

Che senso ha parlare di Castillejo falso nueve alla partenza, di Krunic trequartista destro, del movimento di Calhanoglu a scendere fin davanti la difesa a prendere la palla? Il ritorno di un ottavo di finale perso, in una competizione europea sempre piu importante per i sempre più magri bilanci delle squadre italiane, impone di fare un bilancio e il piatto piange. È inutile cercare scappatoie. Piange un pò meno dell’anno scorso ma sempre lì stiamo. Perchè se il blasone ci piace quando facciamo la gara dei trofei al bar, allora dall’altra parte deve servirci da giusto metro di paragone quando le cose non vanno come vorremmo.

Si riparte domenica pomeriggio alle 18:00 contro la Fiorentina, a Firenze. La Serie A entra nello snodo principale della stagione. Delle prime sei squadre, solo la Roma è in corsa in una coppa europea. Tutte le altre sono rimaste con un solo unico obiettivo: un posto al sole per la stagione prossima. Ultimo giro di danza.

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