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A(F)FONDO – UEFA o non UEFA, questo è il dilemma

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UEFA Europa Conference League

È notizia vecchia, di dicembre 2018, quella della approvazione, da parte del Comitato Esecutivo della UEFA, di una terza competizione europea.
La ECL, Europa Conference League, si aggiungerà dalla prossima stagione a Champions League (CL) ed Europa League (EL).
Dopo anni dalla cancellazione della Coppa delle Coppe, i tornei europei tornano ad essere tre.
Ceferin, Presidente UEFA, ed Agnelli, Presidente ECA, spiegavano già a fine 2018 che la nuova ECL avrebbe garantito alle compagini di tutte le Federazioni partecipanti la possibilità diffusa di accedere con più continuità ai tornei europei ed ai relativi vantaggi in termini economici.

La nuova ECL

La formula della nuova ECL è simile a quella delle “cugine” più illustri, con qualche modifica.
Si giocherà il giovedì, in contemporanea con la EL.
Le squadre partecipanti saranno 184, di cui almeno una per ognuna delle 55 federazioni UEFA e 46 provenienti dai gironi di qualifica della UEFA Champions League o della UEFA Europa League.
Prima della fase a gironi, giocata da 32 squadre, ci saranno tre turni di qualificazione e un turno di spareggio.
Nessuna squadra delle 184 partecipanti si qualifica direttamente per la fase a gironi.
Le 32 squadre si suddividono in:

• 17 squadre provenienti dal percorso principale di UEFA Europa Conference League

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• 5 squadre provenienti dal percorso Campioni di UEFA Europa Conference League

• 10 squadre eliminate agli spareggi di UEFA Europa League.

L’ombra della Superlega

Non è un mistero che i Top Clubs europei, riuniti nella ECA, con a capo Andrea Agnelli, stiano spingendo per un progetto voluto da tempo: mettersi in “proprio”, con una competizione esclusiva ad inviti riservata alla “élite” del calcio, che produrrebbe fatturati mirabolanti in termini di finanziamenti infrastrutturali iniziali, sponsorizzazioni e diritti TV.

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Le prime indiscrezioni sulla formula indicano un format con 20 squadre partecipanti, di cui 15 membri permanenti, e solo 5 squadre che ruotano in base ai risultati nelle massime competizioni nazionali.

Va da sé che, in termini di diritti TV, una competizione del genere esautorerebbe del tutto le attuali, provocando un impoverimento enorme delle Federazioni nazionali e continentali e delle squadre “Cenerentole”.

La presa di posizione della FIFA

Proprio per questo la FIFA, anche a nome delle sei confederazioni continentali, con un duro comunicato ufficiale ha manifestato la sua contrarietà a questa ipotesi, anticipando che i giocatori che vorranno partecipare a questa ipotetica Superlega non potranno, poi, scendere in campo in nessuna delle competizioni internazionali che si giocano sotto l’egida FIFA (Mondiali e Coppe Europee UEFA, ad esempio)

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FIFA e UEFA sono molto preoccupate, evidentemente, e stanno cercando di correre ai ripari.

Il piano per annacquare i bollenti spiriti dei membri ECA passa, allora, da ECL e da una CL completamente rinnovata, a partire dal 2024.

La nuova CL

Il nuovo format dovrebbe essere approvato dal Comitato Esecutivo UEFA il mese prossimo.

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Principali novità: – aumento del numero di partecipanti da 32 a 36; – addio ai gironi, per far posto ad un mini campionato di dieci giornate; – più partite, con più introiti.

Il rischio di distacco dei Top Clubs europei resta, tuttavia, alto, anche in considerazione dei tagli ai premi operati di recente dalla UEFA in conseguenza della pandemia.

E i Campionati nazionali? UEFA o non UEFA, questo è il dilemma

E i Campionati nazionali? Che fine faranno?
La caduta verticale dell’appeal delle storiche Leghe europee, accelerata dalla pandemia, è notoria.
Le Federazioni nazionali non sanno che pesci prendere, prima tra tutte la FIGC, e si affidano a Ceferin ed Infantino (Presidente FIFA).

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Ma la UEFA è davvero la soluzione?

La globalizzazione europeistica delle competizioni potrebbe definitivamente devastare quel che resta della nostra Serie A, un tempo il campionato più seguito al mondo.

Possibile non si abbia la capacità di lavorare in sinergia, LEGA e FIGC, per rilanciare un brand, Serie A, che potrebbe da solo sbaragliare qualsiasi concorrenza?

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UEFA o non UEFA, questo è il dilemma.

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