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ZONA CESARINI – Red and Blues, Faber

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11 GENNAIO 1999

Il 16 luglio del 1998 ero al Palacimini di Viterbo. C’era il concerto di Fabrizio De Andrè, mio mito, mio cantautore preferito, fuori da ogni classifica, l’uomo che, in musica e poetica, mi ha “cresciuto” più di tutti. Fu una bellissima esperienza quel mio primo concerto di Faber. Non avrei potuto immaginare fosse l’ultimo. L’undici gennaio 1999, in macchina, lo speaker mi strozza in gola “Il Pescatore” dando il triste annuncio.

“Al Genoa scriverei una canzone d’amore, ma sono troppo coinvolto”

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L’amore tra Faber e il Genoa nasce nel 1947, quando il nostro assiste allo stadio alla disfatta dei rossoblu contro il Grande Torino, di cui il fratello Mauro era tifosissimo. Spiegherà Fabrizio che amava i colori del Genoa perchè erano quelli degli operai del Comune. Da lì sarà sempre un tifoso acceso, ma discreto, nell’ombra. L’uomo che ha saputo descrivere strade, mondi, situazioni e personaggi, oltre che momenti storici determinanti e grandi poeti, non riusciva a mettere in parole quella che, in un concerto, definì la “sua malattia”, posando la chitarra e alzando una sciarpa. In verità nel 1990 verrà in parte meno a queste parole, partecipando al brano Genova Blues di Francesco Baccini.

1966 TUTTO FABRIZIO DE ANDRE’ – 1967 VOLUME 1

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Riedito nel ’68 come “la Canzone di Marinella” sfruttando il successo del brano, è il primo album del nostro che raccoglie le sue prime canzoni di chiara ispirazione francese (Brel, Brassens e Prevert). Il Genoa Cricket and Football Club quell’anno arriva a metà classifica di serie B, dovendo guardare i cugini Sampdoriani promossi. Il 5 Settembre è ufficiale lo scioglimento del club che l’anno dopo risorge come Genoa 1893, salvandosi a stento in serie B, proprio l’anno in cui nasce l’altro grande successo “Bocca di Rosa”, viene proposta “Carlo Martello…” del periodo di teatro goliardico scritta col “fratello” Paolo Villaggio e soprattutto l’omaggio al mentore Tenco, suicida (forse) nel gennaio di quell’anno.

1968 TUTTI MORIMMO A STENTO (e Vol.III) – 1969 NUVOLE BAROCCHE

Uno dei primi esempi, in Italia, di Concept album dove Faber comincia a servirsi di orchestre e polistrumentisti, in difficoltà a sorreggere architetture musicali così complesse. Non è un anno importante per i Grifoni che però cominciano a risalire posizioni. L’uscita di Nuvole chiude di fatto la raccolta dei vecchi brani editi da Karim (usciti come vecchi vinili a doppio lato per intenderci) e purtroppo vede per la prima volta nella sua storia, il Genoa retrocedere in serie C.

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1970 LA BUONA NOVELLA

Il Genoa si rialza subito, riconquistando la promozione nella serie cadetta, l’anno che Faber sforna uno dei suoi album più riusciti e difficili, parlando di religione attraverso i vangeli apocrifi in anni di contestazione. A tal proposito dirà:

«Si era in piena lotta studentesca e le persone meno attente – la maggioranza – considerarono quel disco anacronistico. “Ma come? Noi andiamo a lottare dentro e fuori le università contro abusi e soprusi e tu ci vieni a raccontare la storia della predicazione di Gesù Cristo.” Non avevano capito che in effetti il disco era una allegoria, che si precisava nel paragone fra le istanze più sensate della rivolta del ’68 e istanze, da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate ma da un punto di vista etico sociale direi molto simili, che un signore 1969 anni prima aveva fatto contro gli abusi del potere, contro i soprusi dell’autorità, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali. Si chiamava Gesù di Nazaret e secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Solo che la Chiesa mal sopportava che fossero persone non di confessione cristiana ad occuparsi di Gesù. Ancora oggi proprio l’Islam continua a considerare, dopo Maometto, Gesù il più grande profeta mai esistito. Laddove invece il mondo cattolico continua a considerare Maometto qualcosa di meno di un cialtron

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1971 NON AL DENARO NON ALL’AMORE NE’ AL CIELO -1973 STORIA DI UN IMPIEGATO

Campionato anonimo per la squadra del grifone, finito a metà classifica. Il nostro omaggia Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, con l’aiuto dell’amica di sempre Fernanda Pivano. Con l’uscita dell’album più “contestatore” di Fabrizio (scritto con Bentivoglio e Nicola Piovani), concept album su un terrorista, il Genoa di “Sandokan” Silvestri vince il campionato di Serie B e rivede la luce, spinta dai 9 gol del centrocampista Luigi Simoni, Gigi.

1975 VOLUME VIII

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Un mese in isolamento nella sua tenuta in Gallura, in compagnia dell’amico Francesco De Gregori, dà vita a questo gioiello, mentre il Genoa, retrocesso l’anno prima, torna nuovamente in serie A grazie anche alle 20 reti di un certo Roberto Pruzzo.

1978 RIMINI – 1981 L’INDIANO

In questi anni il nostro Faber omaggio il folk americano con l’amico Massimo Bubola. Hotel Supramonte in particolare racconterà in versi quello che fu il sequestro dell’autore ad opera dell’Anonima Sequestri sarda, insiema alla compagna Dori Ghezzi. I rossoblu si barcamenano in serie B, rischiando a volte la retrocessione, ma ottenendo la nuova promozione in A nell’80 in un campionato anomalo, poichè vi giocavano Lazio e Milan coinvolte l’anno prima nel calcio scommesse (vi gioca un giovane terzino ligure, a cui sono per forza di cose legato, di nome Sebastiano Nela “Sebino”).

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1984 CREUZA DE MA – 1990 LE NUVOLE

De Andrè crea (forse) il suo capolavoro, di musica popolare, riuscendo nel miracolo di scalare le classifiche cantando completamente in genovese, lingua principale nel bacino Mediterraneo nel XVII secolo, quindi contaminata da greco, arabo, spagnolo e francese. Con l’aiuto di Mauro Pagani creano una vera e propria pietra miliare della musica etnica, citata anche da Rolling Stones. Nuvole rimane il suo album più barocco e comprende anche la famosa Don Raffaè cantata con sorprendente calata napoletana. Il Genoa naviga nelle acqua della serie B fino a quando il “Professor” Franco Scoglio non la riporta nella massima serie e il mago Bagnoli non ottiene una incredibile qualificazione in Coppa Uefa, conclusa l’anno dopo in semifinale contro l’Ajax.

1996 – ANIME SALVE

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Il testamento, inconsapevole, di Faber, definito da lui stesso “un discorso sulla libertà”. Scritto con Fossati è un vero compendio di “altri”, di “diversi”, di “dimenticati”, categorie che De Andrè ha sempre cantato da dentro arrivando a conoscere, capire, empatizzare, gli “ultimi ” insomma. E “ultimi” tornano a essere i genoani, il cui momento di gloria si conclude in quella semifinale. Da lì ai giorni nostri i grifoni subiranno fallimenti, retrocessioni, salvezze sanguinose e promozioni tirate, ma la serie A diventa un lusso in cui navigare con fatica, aspettando seri progetti e magari di vincere la stracittadina con l’odiata Samp.

Perdonerete questo schematico racconto, perdonerete il non allegare canzoni, francamente non saprei quale escludere,  ma…sono troppo coinvolto

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