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Ciao, Diego

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In giorni così intensi per il calcio, con questo omaggio noi de Le Bombe di Vlad vogliamo salutare Diego Armando Maradona. Siamo una redazione giovane e molti di noi non hanno conosciuto o visto giocare Diego. Ma tutti ne siamo stati affascinati per le emozioni che ha saputo trasmettere o anche soltanto rivedendo le sue magie su YouTube. Abbiamo raccolto l’impeto dell’intero gruppo per salutare l’essenza stessa del calcio.

“E chi dice che si vive una volta sola, si sbaglia: Napoli ha vissuto, per anni, ogni domenica. E chi dice che si muore prima o poi, si sbaglia: a volte, certe volte, si può vivere para siempre“. (Luigi Valio)

“Una palla ed una 10 di cuoio bianco, contro i mascalzoni del mondo. Il più grande, per sempre. Ciao, Diego”. (Antonio Faiella)

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“Diego ha vinto. Ha perso. È caduto e si è rialzato. Diego è un uomo coi suoi demoni e le sue fragilità. Diego è felicità. Diego è gioia. Diego è Buenos Aires, Diego è Napoli. Diego è il calcio. Diego è eterno. Diego è morto, ma sempre sarà.” (Pietro Agoglia)

“È morto Diego. È morto il calcio. Da oggi quel pallone che rotola sul tappeto verde avrà un sapore diverso. Perché quello che ha donato Maradona agli amanti di questo sport resterà nella leggenda. Una leggenda che verrà tramandata alle generazioni future. “Non è immortale l’anima dell’uomo, ma sono immortali le azioni che egli compie”. E tu sul campo hai donato azioni che resteranno scolpite nel cuore e negli occhi del mondo”. (Salvatore Sannino)

“Non è un giorno triste. È stato Dio in terra, ha vissuto come voleva in Barba – la maiuscola ha un senso – a qualsiasi regola non fosse la sua. A che gli serviva morire vecchio? I suoi sessant’anni valgono quattro delle mie migliori vite possibili. Non siate tristi perché è morto. Siate felici perché è nato”. (Ciro Romano)

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“Non dimenticherò mai questo giorno, come non ho mai dimenticato quello della morte di Troisi o Pino Daniele. Ti ho amato profondamente Diego, come si ama uno di famiglia, perché sei entrato nelle mie abitudini. Sei la mia infanzia, i miei pensieri felici. Ho sempre detestato chi ti ha giudicato, perché è troppo facile farlo. “Come possiamo fare processi a chi ha fame di sogni?”. Il difficile è fare quello che hai fatto tu: condividere la tua parte migliore, la tua generosità. Io ti ho amato perché hai sempre scelto. Perché hai rappresentato la possibilità, perché hai incarnato il sogno ma soprattutto perché sei stato solo nostro. “Non importa cosa hai fatto della tua vita, Diego, ma cosa hai fatto delle nostre”. La mia sarà sempre legata a te”. (Nella Rizzo)

“Chi decide cos’è una famiglia? Non serve il sangue. Poche fortune sono così grandi, quanto quella di nascere nella famiglia del Calcio. E allora Maradona è stato per molti un fratello, un padre. Per altri di noi uno zio lontano, anche antipatico, in grado di farti odiare la tua stessa famiglia. Ma per quanto potesse ferirti ogni tiro, ogni goal, ogni momento vissuto con una maglia che non era la tua, non potevi far altro che tacere, e lasciare che anche i tuoi occhi si facessero lucidi, perché del resto non c’era e non ci sarà mai altra famiglia, se non quella del Calcio. Se ne è andata la colonna portante della nostra famiglia. Con Maradona alcuni di noi potrebbero non condividere nulla. Ma è proprio per questo che condividiamo tutto”. (Annachiara Di Cerbo)

“Io ero troppo, troppo, piccolo per ricordare le sue gesta in maglia azzurra. Allo stadio mi ci portarono ma non ricordo, e mi dispiace troppo non ricordarlo, ma lo sento. Lo percepisco dentro come se avesse sempre fatto parte di tutta la mia vita. Quando penso al Napoli, c’è Diego Armando Maradona, il nostro orgoglio, il nostro Dio. Non è blasfemo con lui, credetemi non lo è. Un uomo che è stato capace di tramandare in modo così potente, per generazioni, il suo ricordo, la sua presenza, è un uomo che con i comuni mortali non ha nulla di simile. E’ lui, è diverso”. (Marcello Fusco)

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“Con Maradona se ne va un altro pezzetto di infanzia, di sogno, di magia. Se ne va, ma torna anche, perché questo è sempre stato e sarà il potere di Diego. Hasta siempre D10S”. (Nello D’Ambrosio)

“Diego Armando Calcio Maradona. Il pallone all’anagrafe è registrato così. Una perdita non solo per chi lo ha amato calcisticamente. Da ieri tutti i programmi hanno riempito i palinsesti con la sua storia, mettendo in secondo piano la pandemia. Questo fa comprendere l’immensità di Diego. Più o meno forte di Pelè? Di certo l’unico che poteva vincere da solo e far vincere un gruppo di giocatori per una causa comune”. (Marco Geminiani)

“Grazie Diego. Perché ci hai insegnato a lottare per realizzare i nostri sogni. Perché ci hai fatto vedere cos’è il calcio. Perché ci hai amato ancora prima di essere ricambiato. Perché ci hai insegnato a difendere sempre la verità. Perché nella vita non è importante essere ricchi o potenti, campioni o famosi ma lo è essere uomini veri e tu lo sei stato. Grazie Diego. Ti vorremo bene per sempre”. (Andrea Schiano Di Zenise)

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“Pecche’ t’aggio visto! ‘ncopp a chillu stadio, quanti vot’? Rieci, cento, a migliar. Co’ sole, cull’acqua e co’ vvient’ e aggio visto rirere pur chi nun teneva niente. Nenni’ e che è criat’… nuje pazz e ‘a raggia ‘ncuoll all’at, nun ce ne putevan. Ma comm? Chist stann ‘nguaiat, stann chien ‘e debiti e cantano? Nuje tenimm a Diego Armando. E nun ‘o putite capi’ manc dint’a cient vite, si nun l’at vist, si nun l’at vissuto. E mo’ faciteme ‘a cortesia, lassat’o ‘npace almeno mo’, lassatancello accussi’… dint’o core. Pecche’ Diego nun era n’omm. Diego era AMMORE”. (Maurizio Vitagliano)

“Avresti meritato un addio rumoroso da quel San Paolo che tanto ti ha amato. Tutta Napoli oggi ti piange, in silenzio. Non ti ho vissuto direttamente ma attraverso i racconti di mio padre però oggi è come se fosse morto un fratello. Resterai per sempre nei nostri cuori, nei nostri ricordi, di chi ti ha vissuto e di  chi, come me, l’ha fatto indirettamente: tutti tramanderemo la tua “discesa sulla terra” a Napoli. Addio, Diego”. (Salvatore Ponticelli)

“Fa friddo, uagliò fa friddo. M’è congelato ‘o sanghe rinto ‘e vene, me staje facenno chiagnere commo ‘a nu criaturo. Te n’agge perdunate tante, a verità?! Te l’agge perdunate tutte quante, ma chesta no, stavota no! Te ne si ghiuto, me lassato e io ca cu tté ce so crisciuto nun riesco a fa altro ca chiagnere. A quanto chillu juorno arrivaste… Nun se pò spiegà, nun se po’ capí chello ca si stato e chello ca sarrai pe sempre. Vabbuò sa che te dico… Va, va te repuose, te perdono pure chesta tanto a rinto ‘o core mio nisciuscino ti sposta”. (Luca Cinque)

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“Tu, dei racconti del mio cantastorie preferito protagonista, possa il cielo farti festa, e l’universo mai perderti di vista. AD10S”. (Luigi Savinelli)

“Maradona non è solo di Napoli, mi si ripete in queste ore. Certo a pensarci… Icona di “rottura” del ‘900 come Wahrol, i Beatles, Brando, Dali’; un castello di decadente regalità mai troppo sfarzesco, per non nascondere quelle origini da cui mai si è distaccato; mai profumato e imbellettato a lasciare intatto il “puzzo” di buono della strada; sole caldo ad illuminare intorno a sé ma mai ad abbagliare da non vedere i mille errori fatti e sempre pagati guardando tutti in faccia; leggero come il vento del golfo nel dribbling, ma capace di buttare a terra; criticato e criticabile, amato, invidiato, glorificato, sfruttato e poi sputato all’occasione; tanto sbagliato da essere perfetto; anarchico, bastian contrario, porta sempre aperta, sorriso, goliardia, bellezza e dannazione. Avete ragione, Maradona non è DI Napoli. Maradona E’ Napoli”. (Massimiliano Cesarini)

“Da quel giorno del 1984 è esistito un ante-Maradona ed un post-Maradona. Diego Nostro, che sei nei cieli, hai cambiato la mia vita ed è grazie a Te se ancora oggi piango e rido vedendo volteggiare una palla. A tutti quelli che, da soli o in compagnia, ascoltando una canzone o vedendo un video, in un momento qualsiasi del 25 novembre 2020, hanno pianto e piangeranno rievocando la propria vita, i propri cari andati via, i giorni passati, i giorni felici, pensando semplicemente a Te come ad uno di famiglia. Mancino, ribelle, anarchico, inimitabile ed irripetibile, tutto Nostro. Eternamente Nostro, una meraviglia”. (Marco Sansone)

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“Caro Diego, sei uno dei più bei ricordi della mia infanzia e adolescenza. Sarai uno dei più bei ricordi della mia vecchiaia (io l’ho visto Maradona). Sarai il mito intramontabile delle mie figlie a cui ho mostrato con passione i tuoi gol più belli. Oggi piango, e non credevo che lo avrei fatto, perché so che uno come te non ritornerà mai. E ti ringrazio perché se amo il calcio è grazie a te! E se ho questa fottuta voglia di rivalsa dentro di me è perché sento che quello che ci hai regalato è irripetibile. E non parlo solo di trofei. Parlo dell’impossibile che tu hai reso possibile. Parlo dell’amore totalmente ricambiato con la stessa intensità. Parlo del rispetto, ovunque riconosciuto grazie a te. Grazie Diego”. (Federica Rogano)

“Non esiste cosa più complessa del descrivere un sentimento, non puoi descriverlo ad una persona che non prova le tue stesse sensazioni. Diego era ed è un sentimento. Al di là delle vicissitudini che hanno contraddistinto la sua vita, chi ama Napoli, chi ama l’Argentina, chi ama il calcio oggi ha il cuore a pezzi. E non sforzatevi nel capire questa cosa. Non potreste mai capirla. Come diceva un altro pezzo di cuore di Napoli: “Lasciateci soffrire tranquilli”. (Giulio Garofalo)

“Ciao Diego, non riesco a dirti addio. Perché gli addii sono per chi sai che non vedrai più. Io invece ti rivedrò ovunque, dentro e fuori di me. Perché fai parte di me”. (Francesco Romano)

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Grazie Diego per avemi dato il privilegio di raccontarti. (Daniele Garbo)

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