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Lorenzo: è un’occasione Magnifica

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La storia personale, professionale ed umana di Lorenzo Insigne è di quelle che riappacificano con la quotidianità. Giovane inizialmente poco considerato a causa della sua statura e del fisico gracile, infatti, il 29enne talento napoletano sembra essersi ritagliato in maniera definitiva un ruolo centrale e di riferimento nella squadra partenopea, ma anche nella Nazionale Italiana.

Talento, dedizione e sacrificio: una ricetta infallibile per chi nella vita vuol provare a realizzarsi.

Eppure Lorenzo, giunto nel pieno della sua maturazione calcistica, divide come non mai i tifosi di calcio, e non solo quelli del Napoli. Capace di straordinarie giocate, suggerimenti geniali e gol insperati, ma anche di errori banali sotto porta, dribbling forzati e ripetuti con testardaggine, tiri a giro in larga parte annunciati. Le evidenze, però, non si negano.

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Lorenzo da Frattamaggiore è diventato negli anni un patrimonio del calcio Napoli, simbolo o addirittura icona di una squadra che si divertiva giocando e che giocava divertendosi. Quando la partita è bloccata, l’avversario ha preso le misure e la squadra pare essere prevedibile o svogliata, l’unica speranza è dare la palla al numero 24, capace di indovinare un assist impensabile o una giocata da manuale.

Al bivio più importante della sua carriera, Insigne pare aver scelto la strada che conduce ad una leadership lampante, brillante e duratura.

Lorenzo adulto è un calciatore che si sacrifica in copertura, che è capace di ripartire palla al piede, di giocare di prima premiando i tagli intelligenti dei compagni di squadra e di indovinare – a cadenze abbastanza regolari – reti importanti che, spesso, decidono o indirizzano partite.

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I baci alla maglia e le dita che si avvicinano a formare un cuore (dirette ad una curva che a volte fischia perché troppo ama) valgono molto di più di alcune parole pronunciate troppo in fretta e di reazioni non proprio educate a qualche sostituzione frequente, ma queste ultime – purtroppo – lacerano e rimangono impresse negli occhi di chi da un Capitano certe cose proprio non se l’aspetterebbe.

Coi capelli biondo platino o normali, con o senza orecchino, Insigne – sempre più spesso, ultimamente – sorride e scherza coi compagni.

Fulcro del Napoli di Gennaro Gattuso, ma anche ormai della Nazionale azzurra di Roberto Mancini, Lorenzo ha l’occasione Magnifica di diventare definitivamente grande.

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Susanna Tamaro ha insegnato, diversi anni or sono, che per non sbagliare mai, agli incroci importanti la direzione da seguire è quella dove il cuore porta. Fondamentale, però, sarà tenere sempre collegato il cervello ed alta la concentrazione. Perché non c’è crescita, si sa, senza cambiamento. E l’estro di Lorenzo necessita, ora più che mai, di una testa poggiata sulle spalle e di gambe che sfuggono a marcature strette e falli tattici.

Nel calcio in cui gli uomini di fantasia, tecnica e classe, spesso trovano posto su una fascia, Insigne ha dimostrato di poter giocare ovunque, facendo la differenza.

Figlio di una terra straordinariamente complessa e meravigliosamente bella, in questo ultimo scorcio di un 2020 da mandare presto in archivio, Lorenzo mostra di avere le carte in regola per diventare sempre di più simbolo e metafora d’un bruco finalmente pronto ad esser farfalla. La logica, è frase fatta, porta da A a B, l’immaginazione, invece, conduce dappertutto.

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E poiché, ha scritto Qualcuno, “la creatività è l’intelligenza che si diverte”, Napoli e l’Italia calcistica hanno necessità di augurare lunga vita pallonara al numero 24 azzurro che diventa 10 in Nazionale.

E’ la sua occasione Magnifica, perderla sarebbe gravissimo: un peccato mortale.

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