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A(F)FONDO – Sentenze a CASaccio

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Sentenze a casaccio

Quando il Giudice Sportivo ha emesso il proprio verdetto sulla vicenda della mancata presenza in campo della SSC Napoli, in occasione della partita Juventus – Napoli del 4 ottobre scorso, avevamo espresso, in maniera anche abbastanza perentoria, le nostre riserve sulla pronuncia.
Avevamo, poi, approfondito il tema nel corso della diretta Facebook serale del 15 ottobre.
Prima ancora, e nella immediatezza, avevamo sottolineato come un intervento sostanziale e correttivo di FIGC e Lega sulle regole per la gestione dei casi COVID fosse indispensabile, al di là di quelle che sarebbero state le decisioni della giustizia sportiva.
A distanza di un mese, come temevamo, FIGC e Lega restano inerti, difendendo a spada tratta un protocollo che fa acqua da tutte le parti (vedi, ad esempio, lo “scandalo” o presunto tale dei tamponi irpini, o i divieti delle ASL di Torino e Firenze per le partenze dei giocatori convocati in nazionale).
E gli organi di giustizia sportiva continuano ad emettere sentenze a casaccio, con neanche troppo velati avvertimenti trasversali a non provare a mettere in dubbio l’operato dei vertici del calcio nostrano.

La sentenza del CAS

La sentenza del CAS, emessa lo scorso 10 novembre, risulta, dal personalissimo punto di vista di chi scrive, davvero difficile da commentare sotto il profilo giuridico.
Il giorno in cui qualche esimio Collega ci spiegherà cosa possa mai avere a che fare con la vicenda esaminata il concetto di actio libera in causa (astenersi Pindaro del diritto), magari potremo commentarla.
Frattanto il senso “politico” ed il messaggio sotteso, neanche troppo, arriva forte e chiaro a tutte le componenti del mondo calcio: “Non vi azzardate a fare come il Napoli, il protocollo è sacro e chiunque lo metterà in dubbio, anche involontariamente, sarà scomunicato”.
Una sentenza del CAS, già.

Il Capro Espiatorio

Vede, il Capro Espiatorio non è solo quello che all’occorrenza paga per gli altri. E’ soprattutto, e anzitutto, un principio esplicativo, signor Malaussène“.
Così parlava il commissario Rabdomant, rivolgendosi a Benjamin Malaussène, di professione Capro Espiatorio, ne “Il Paradiso degli Orchi” di Daniel Pennac.
Il Napoli, in effetti, ha ottime credenziali per svolgere in maniera impeccabile il ruolo, come sta accadendo.
Ma nonostante il Capro Espiatorio, le bombe continuano ad esplodere.
E continueranno.

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I padroni del vapore

Continuando così, il vapore affonda.
Sarebbe forse ora che i padroni lo capissero.
Con l’incremento, inevitabile, dei casi e dei focolai nelle squadre, nuove bombe esploderanno.
Non sarebbe il caso di riconvocare le componenti tutte e cercare soluzioni nuove ed efficaci per offrire al pubblico uno spettacolo perlomeno decente?
Val la pena condurre improduttive guerre sotterranee, puerili muro contro muro, mettendo a repentaglio la tenuta del sistema?
I Capri Espiatori, prima o poi, non basteranno più.

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