I nostri Social

Approfondimenti

ANGOLO DEL TIFOSO SPEZIA – L’ insegnamento delle api

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Le api sono insetti famosi per la loro laboriosità, infatti non si stancano mai, non si scoraggiano se un’intemperia o un aggressore distrugge il loro alveare, ma continuano imperterrite il loro lavoro.

Lo Spezia visto contro la Fiorentina gioca e lavora come le api.

Dopo appena quattro minuti è già sotto di due reti, la testa di Pezzella e la rasoiata in diagonale di Biraghi sembrano aver danneggiato l’alveare di Vincenzo Italiano.

Pubblicità

Questo avrebbe scoraggiato chiunque, soprattutto una squadra giovane e poco abituata a certi palcoscenici come quella aquilotta.

Invece, dopo l’iniziale sbandamento, la Fiorentina inizia a fare la cicala, riposandosi all’ombra della propria metà campo, mentre lo Spezia si rimbocca le maniche e comincia a correre, giocare e a portare la linea difensiva a ridosso del centrocampo.

Ribery si trova a giocare a distanza siderale dall’area avversaria e non riesce a essere mortifero con le sue proverbiali accelerazioni.

Pubblicità

Matteo Ricci, nonostante l’asfissiante marcatura di Bonaventura, riesce a far girare la palla da una parte all’altra del fronte d’attacco.

Acampora e Deiola pressano e ripartono in continuazione.

Si arriva sul finire del tempo, quando un liscio di Caceres su lancio di capitan Terzi, rimette in gioco Daniele Verde che segna un gol dal sapore di una pappa reale.

Pubblicità

Il suo gol permette allo Spezia di rientrare in partita e gli dà nuova forza per attaccare anche nel secondo tempo.

Acampora uno dei migliori, porta nettare prezioso alla manovra aquilotta.

Nel frattempo entra anche Nzola che, dopo aver rubato la sfera ai difensori viola, porge a Farias una palla che chiede solo di essere depositata in rete, ma il brasiliano la calcia a lato.

Pubblicità

Sembra l’ultimo sussulto, le due squadre sono stanche e più di qualche giocatore pare voler chiamare il cambio.

Ad un quarto d’ora dalla fine, su un batti e ribatti in area viola, Igor sbuccia la sfera che finisce tra i piedi di Farias che stavolta non sbaglia e segna con un diagonale sul palo opposto.

Lo Spezia ci crede e nel finale, con un’azione caparbia, Nzola sfiora addirittura il 3-2 con la palla che esce di pochi centimetri e con la faccia di Dragowski che per un attimo sembra pietrificarsi come la famosa testa della Berta di Firenze.

Pubblicità

Alla fine è un pareggio che per lo Spezia vale molto di più del semplice punto in classifica.

Una prestazione del genere fa fare il pieno di autostima a tutti i giocatori spezzini.

Un punto che è dolce come il miele, ma che è frutto di un gioco dove tutti svolgono il proprio compito e tutti sanno cosa fare.

Pubblicità

Un lavoro organizzato proprio come quello delle api.

in evidenza