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Inter, l’uragano Conte non risparmia nessuno: la denuncia, tra indizi e chiari riferimenti

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Antonio Conte nel post gara contro l’Atalanta che ha sancito la fine del suo primo anno in Serie A con l’Inter, ne ha per tutti. Attacchi frontali a sorpresa contro società, dirigenza e stampa. Lo ha fatto prima a DAZN e poi successivamente ai microfoni di Sky Sports, lasciando a bocca aperta tutti i tifosi interisti e non solo, che si sono ritrovati a commentare sui social tra lo stupore generale le parole del tecnico.

Il bilancio

È senza dubbio positivo il suo primo anno interista in campionato: 82 punti e secondo posto raggiunto con una Europa League ancora da terminare e che potrebbe regalare ancora altre soddisfazioni. Certo il gap con la Juventus permane, ma d’altronde cosa ci si aspettava di più il primo anno con tanto di pandemia al seguito? Sotto il profilo dei risultati nulla, assolutamente niente.

Bordate a più non posso

Ma quello che succede nel post gara di ieri sera pone una serie di interrogativi importanti in vista di un futuro che a questo punto è seriamente in discussione. Conte attacca sfrontatamente il Presidente, stampa (rea di buttare fango su di lui ed i suoi ragazzi) e sibillinamente Marotta ma soprattutto Ausilio.

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Su quest’ultimo l’indizio più eclatante, quando il tecnico tira in ballo un episodio di sfogo analogo che fece l’allora tecnico Luciano Spalletti nel 2017 (e Marotta ancora non era all’Inter), che denunciava l’esistenza di una talpa in società che riportava fedelmente e repentinamente, episodi che accadevano negli spogliatoi e che in quelle stanze sarebbero dovuti restare.

“Ora tutti sul carro”,  ha esclamato Conte, ma per lui non funziona così. Quando è stato il momento di “coprire” certi episodi che mettevano alla gogna Brozovic, per esempio, questo non è avvenuto. Senza dimenticare la fake-news messa in giro dei proiettili recapitati a casa del tecnico salentino; insomma tanti episodi, che hanno portato l’allenatore a dire anche che questo primo anno per lui è stato molto faticoso soprattutto dal punto di vista personale.

Il calciomercato sì,  c’entra anche quello, perché se ora si parla del sogno Messi (che ad oggi tale è), Conte risponde che per avere Lukaku ha dovuto sudare sette camice, figuriamoci cosa significhi pensare a Leo Messi.

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Insomma troppe cose non quadrano nel contesto Inter ed il tecnico, a giusta ragione o meno, ieri ha voluto esternare tutto il suo enorme disappunto, cosa che non ha ancora potuto fare con il presidente perché “lui è in Cina”, così come affermato dallo stesso Conte, a sottolineare come manchi anche la presenza fisica di una figura di primo piano che possa essere vicino alla squadra sia dentro che soprattutto fuori, con la stampa a fare da “scudo”.

A questo punto è tutto in discussione, per il futuro “faremo le nostre valutazioni e vedremo se siamo sulla stessa lunghezza d’onda” e dunque ora tutto è possibile. Che Conte abbia attaccato così tutta la società in diretta nazionale può essere una scelta sicuramente discutibile dal punto di vista comunicativo, ma il focus ora è ben altro. Quali saranno, se ci saranno, i presupposti per proseguire insieme? Lo scopriremo presto. 

 

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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