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Juventus, nove volte campioni!

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Per il nono anno consecutivo, la Juventus si laurea campione d’Italia! Continua l’egemonia della squadra bianconera sulla Serie A.

Nove titoli, tre allenatori diversi. Dopo il triennio di Antonio Conte e il quinquennio di Massimiliano Allegri, ora è il turno di Maurizio Sarri. E’ il primo trofeo (importante) vinto in Italia dal tecnico toscano. Questa vittoria, però, non è interamente sua, o meglio non è avvenuta come ci si aspettava ad inizio stagione.

SARRISMO RIMANDATO

La vittoria del nono scudetto consecutivo nasconde un piccolo problema: il Sarrismo non è diventato il nuovo credo all’ombra della Mole. Arrivato per dare un gioco più europeo ad una grande squadra, i risultati non sono stati esaltanti. Qualche miglioramento nel palleggio si intravede, le triangolazioni e la velocità di circolazione della palla anche, ma la squadra bianconera è ancora compattata attorno ai suoi campioni. Quando la Juventus non riesce ad esprimersi, ci pensano i singoli a risolvere la gara. E’ successo nei big match, è successo con le piccole: la squadra di Sarri, per il momento, è un ibrido. Permea tratti del pragmatismo allegriano a qualche regime tattico tipico del Sarriball, o Sarrismo che dir si voglia. La mano del tecnico, però, non è stata determinante come ci si aspettava: spesso si è registrato un clima teso nello spogliatoio, mascherato soltanto dalle vittorie.

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DOCTOR JEKYLL E MISTER HYDE

La stagione bianconera sembra essere uscita dalla penna di Robert Louis Stevenson. Come i protagonisti del celebre romanzo del drammaturgo scozzese, la Juventus ha vissuto un campionato dalla doppia personalità. Tanti momenti esaltanti, ma anche tanti negativi. In tutte le partite disputate, infatti, i bianconeri sembravano sempre poter vincere in maniera facile contro qualsiasi avversario, ma puntualmente la luce si spegneva all’improvviso e poi erano dolori amari. Si è persa, forse, la mentalità di Allegri: il “corto-muso”, la capacità di mettere il musino davanti l’avversario e portare a casa il risultato, è spesso mancato. Due gare spiegano questa doppia-faccia. Era lo scorso agosto quando la Juventus stendeva, letteralmente, il Napoli all’Allianz Stadium. Tre a zero, un’ora dominata e grandi giocate. Sembrava un’apoteosi bianconera, poi all’improvviso il black-out: da tre a zero a tre a tre in pochi minuti. Stessa situazione vissuta anche contro il Milan e il Sassuolo nelle ultime uscite: vantaggio,doppio vantaggio e poi spina staccata. In maniera davvero preoccupante. Sarà compito di Maurizio Sarri lavorare sulla mentalità, per evitare di essere Mister Hyde e accantonare quanto di buono fatto dal Dottor Jekyll.

DYBALDO

Individuare i leader di questa squadra è davvero facile. Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo hanno preso i compagni per mano e, grazie al carisma che li contraddistingue, hanno portato la Juventus ad alzare lo scudetto per il nono anno di fila. Non stupisce il portoghese; stagione mostruosa dal punto di vista realizzato e solita personalità da vendere: esuberante in campo e nelle esternazioni, si è rivelato il valore aggiunto della squadra, soprattutto nei momenti più grigi della stagione. Stupisce, in parte, la crescita della Joya. Dopo aver rifiutato la cessione la scorsa estate, il numero 10 argentino è rimasto e si è preso, poco a poco, la Vecchia Signora. Dalla ripresa post lockdown, poi, è aumentata e di molto l’affinità con l’asso ex Real Madrid. Ora Dybala si è innalzato a leader del gruppo, sia dal punto di vista sportivo che carismatico. E’ il presente e futuro dei bianconeri, il rinnovo ormai prossimo certifica il legame ricucito con la società.

GIOVANI SOTTO I RIFLETTORI

Un gradino sotto i due fuoriclasse bianconeri, meritano di esserci Matthijs de Ligt e Rodrigo Bentancur. L’olandese, dopo un periodo di adattamento al calcio italiano, si è rivelato il vero valore aggiunto della retroguardia bianconera. Duro, rude ma efficace in chiusura, piede educato in impostazione e determinante anche nell’aria avversaria. L’investimento della scorsa estate giustifica il valore dell’ex Ajax, un punto fermo della rosa che non ha fatto rimpiangere affatto capitan Chiellini. L’uruguaiano ex Boca Juniors, invece, ha vissuto la stagione della definitiva consacrazione. Già lo scorso anno aveva guadagnato posizioni nelle gerarchie bianconere, quest’anno invece è diventato il faro della mediana bianconera. Garra tipica biancoceleste, tanta corsa e qualità: Rodrigo Bentancur è diventato un punto fermo della Juventus, tanto da spingere Maurizio Sarri a puntare su di lui sia come mezzala che come play basso.

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Ennesimo campionato vinto, nono di fila. Anche se abbiamo assistito ad una stagione condita da luci e ombre, anche quest’anno lo scudetto rimane a Torino.

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