I nostri Social

Approfondimenti

ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Due punti persi sulla retta via, poi li ritroverai

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 4 minuti

Prova del nove per i giallorossi, dopo le convicenti tre vittorie consecutive. Arrivano i nerazzurri del sogno mancato Antonio Conte, secondi in classifica. L’Inter post lockdown non aveva convinto molto sul piano del gioco, ma si trattava pur sempre di una squadra che ti dava quindici punti di distacco.

E’ la Roma a fare la partita da subito, con l’Inter di rimessa. Le squadre sono molto ordinate tatticamente e fisicamente presenti. Mancini manda a lato di testa su una rara “sfarfallata” di Handanovic. Ma, come nelle migliori tradizioni, al primo tiro, i nerazzurri segnano: angolo di Sanchez, e De Vrij infila Lopez sul buco di Kolarov.

Qualche minuto di smarrimento giallorosso, in cui sempre Sanchez serve Brozovic in area, ma il croato tocca piano sul portiere.

Pubblicità

Riparte la manovra giallorossa che nel primo tempo, pur non creando vere e proprie insidie, si apprezza per la coesione di intenti e per i fraseggi. Bruno Peres è di nuovo ispiratissimo e imperversa a destra, Pellegrini ruba un bel pallone e crossa, ma Handanovic controlla, Spinazzola dopo una grande azione corale crossa sbilenco, ma la Roma gioca, eccome.

Minuto 45, Kolarov recupera palla su Lautaro e un bello scambio Dzeko-Capitan Miki libera di nuovo Spinazzola che, con un bel diagonale, pareggia il match sul fischio dell’intevallo.

Due considerazioni sul gol: il fallo di Kolarov su Lautaro è abbastanza evidente, anche senza l’uso del VAR. Se decidi anche di consultarlo e sbagli, sarai anche Di Bello, ma di certo non per gli occhi. Curioso che il pareggio lo firmi proprio Spinazzola, protagonista (con Politano) della “supercazzola” di gennaio, quando lo stesso non fu ritenuto idoneo dai nerazzurri dopo le visite mediche. Prendi e porta a casa, si può dire?

Pubblicità

IL GIOCO C’E’

Il secondo tempo è un monologo giallorosso. Forse l’Inter rientra nervosa per il torto subito, ma la Roma spinge e soprattutto lo fa coralmente. Peres continua l’ottimo lavoro, riuscendo ad abbinare buonissima copertura; Spinazzola ringalluzzito crea scompiglio sull’altro lato.

Dopo molte partite nervose e avulse dal gioco, il capitano, Dzeko, prende in mano la squadra, alza il baricentro, dominando la metà campo e correndo a tutto campo. Indicativa l’azione in cui recupera su Lautaro in difesa e, sul successivo contropiede, pesca con un delizioso interno l’accorrente Veretout, ma Handanovic esce bene.

Pubblicità

Un altro buco di Kolarov lascia solissimo Lautaro che insacca, ma fortunatamente il parrucchiere dell’argentino lo mette in fuorigioco, con un ciuffo troppo sbarazzino.

Azione successiva: la premiata ditta Dzeko-Miki crea un’altra perla che finisce, batti e ribatti alla Holly e Benji, col pallone quasi calciato da entrambi (ma alla fine è l’armeno a portare i giallorossi in vantaggio meritato), 2 a 1.

Il pallino rimane della Roma, anche se vere e proprie situazioni per il 3 a 1 non si verificano. Con l’entrante Eriksen, l’Inter ritrova un pò di equilibrio. Barella, già ammonito, entra a due gambe tese, ma Di Bello non lo caccia, forse perchè le gambe devono essere tre. Ma è Barella, mica Lukaku.

Pubblicità

Tutto sembra filare liscio, fino al sopraggiungere dell’inesperienza, e capisci che il processo di maturità è in corso, ma non ancora completo.

La Roma cincischia troppo fuori dalla sua area e Veretout, troppo sicuro, si ritrova in mezzo a tre a servire Spinazzola a bordo linea. I ragazzi sfortunati, se lo sono da ultimo uomo, in situazione di vantaggio, hanno un altro nome: “fessacchiotti”. Controlla male il pallone e, nel cercare di calciarlo via, stende Moses per un ineccepibile rigore che Lukaku segna in tranquillità. I successivi cinque minuti sono di grande ansia. Si teme la beffa più grande ma, nonostante la pressione, il risultato non cambia.

Due punti persi, è vero: l’Inter realizza due gol su due tiri, il primo e l’ultimo, peraltro su azioni da fermo.

Pubblicità

Dispiace tanto per la bella partita contro una compagine al momento più forte.

Nell’ottica classifica sono due punti rimontati dalle inseguitrici, ma giudico questo finale di campionato preparativo per il prossimo. Alla fine dei conti, arrivare quinti o settimi cambia poco, giusto i preliminari di Europa League sarebbero il fastidio da sopportare.

LA RETTA VIA DEL PROFETA PAULO

Pubblicità

Ma la strada è corretta, Fonseca ha trovato un modulo adatto ai giocatori che ha e, sperando che almeno nei ruoli non si rivoluzioni troppo, è un grande allenamento per partire subito bene nella prossima stagione. Non avendo esterni capaci nella fase difensiva, li valorizza meglio in quella offensiva, penalizzando i tre folletti davanti che trovano sempre meno spazio, ma qualche sacrificio va fatto.

Ibanez è una vera scoperta, ieri è stato tra i migliori in campo, annullando gli assalti nerazzurri con fisico, personalità e senso dell’anticipo. Sperando che l’infortunio a fine partita sia lieve, dà tranquillità il buon rientro di Smalling.

Bene Mancini, meno bene Kolarov: mi è stato sempre detto di uscire dall’inganno che Florenzi fosse un terzino e addio Florenzi. Rispondo che tutti dovrebbero uscire dall’inganno che il serbo sia un difensore. Per il sottoscritto, più lontano gioca dalla propria area, più è produttivo e non dannoso per la squadra.

Pubblicità

Elogiare Veretout è uno spreco dialettico ormai, mentre è piaciuto Diawara, non solo preciso e sereno nella manovra ma, stavolta, anche aggressivo.

La nota negativa è Pellegrini, ancora una volta poco vivace e a fasi alterne, lontano anni luce dalle aspettative che gli si sono create attorno, suo malgrado.

L’armeno è calcio puro, e finalmente si rivede Dzeko. Occasioni vere e proprie non ne ha, ma serve deliziosamente i compagni e fa reparto da solo. Non sarà il bomber classico, ma una punta così tecnica trovatemela voi in Serie A.

Pubblicità

SORRIDENTI E COCCOLOSI

Piccola tiratina d’orecchio però. A fine partita Dzeko, da capitano, va  a salutare gli avversari e ci mancherebbe, ma se hai la lucidità per coprirti la bocca mentre parli all’orecchio di Lukaku, dovresti averla nel non farlo, viste le voci di mercato che ti riguardano.

Questa pratica bislacca, abusata dai calciatori come fossero depositari di segreti militari, abusata da Cassano come se qualcuno avesse potuto mai decifrare un suo labiale (ancora si cerca di decifrare ciò che dice dal vivo), è stucchevole.

Pubblicità

Dubito poi che la classe dei calciatori, seppur disagiata economicamente, non possa permettersi un cellulare e magari telefonarsi a fine partita, invece di dirsi davanti a tutti “guarda vengo all’Inter”, quindi sorvolerei su polemiche sterili, ma insomma aiutateci anche voi.

Diciamo piuttosto che l’aspetto morbidoso da eburneo Winnie Pooh del belga ha ispirato l’abbraccio di Edin, che ha voluto condividere con lui la ricetta del Caciucco (soprassiedo sul trash di Lukaku in panchina, solo, con la mascherina indosso tutta la partita, salvo poi abbracciarsi anche i massaggiatori e i raccattapalle?).

ALL’ARMI!

Pubblicità

Intanto la Juve all’assalto di Zaniolo che, guarda un pò, ha un risentimento muscolare (lo vedremo più in campo? pensa il diavoletto). Friedkin all’assalto della Roma, la Nike rescinde, lo Stadio “di Penelope” si fa e si disfa.

Purtroppo il futuro della Roma si gioca su questi campi, ma il progetto Fonseca deve andare avanti, sta dando piccoli frutti succosi, altrimenti è altro tempo buttato.

p.s. Antonio Conte, psichiatricamente, è uno Spalletti che ce l’ha fatta.

Pubblicità

in evidenza