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TACCHETTI ROSA – I furti ai tempi di Twitter

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Subire un furto nella propria abitazione e ritrovarsela sottosopra è un’esperienza davvero spiacevole.

Al di là del danno economico, ci si sente violati nella propria intimità all’interno dello spazio che maggiormente ci rappresenta e sottratti di oggetti che spesso sono ricordi di momenti di vita e legami affettivi.

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Le pagine di cronaca sono piene di notizie del genere.

Solo che quando a farne le spese è un personaggio noto ed amato, la notizia fa particolarmente scalpore.

E quando, poi, la si enfatizza attraverso i social, si rischia un’esposizione mediatica che può suscitare parecchie critiche.

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E’ quanto successo in casa Ribery a Firenze. Mentre era in trasferta con la squadra a Parma, la sua villa di Bagno a Ripoli è stata messa a soqquadro e svaligiata di gioielli, orologi e diverse borse firmate.

Nessuno era in casa al momento del furto perché la famiglia di Ribery era a Monaco in quelle ore.

Ribery non l’ha proprio digerita questa invasione nella sua privacy e nella sua intimità di casa.

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Ha dato sfogo su Twitter a tutta la sua delusione e insoddisfazione.

Come posso sentirmi bene dopo questo? Non corro dietro ai milioni, grazie a Dio non mi manca nulla, del resto corro sempre dietro a un pallone, perché ne sono appassionato. Ma, passione o no, la mia famiglia viene prima di tutto e prenderemo le decisioni necessarie per il nostro benessere

E ha pubblicato, in un video, le immagini dell’abitazione messa a soqquadro, con tanti oggetti sparsi per terra e cassetti aperti.

Lecita la delusione e la paura di Ribery. Tuttavia la tifoseria, che tanto lo ha amato ed accolto come un grande Campione, non ha tardato a rispondere.

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E in una lettera su Facebook, un gruppo di tifosi della Curva Fiesole ha duramente espresso al calciatore la mancanza di rispetto avuta nei confronti di una città – “culla del rinascimento” – che lo ha accolto come un Dio, nonostante l’età e nonostante le squalifiche e gli infortuni che lo hanno colpito quest’anno.

Quindi caro Franck, noi ti si vuol bene, ma prima di riferirti a Firenze come ad una Medellin qualunque, pulisciti la bocca dacci retta.

E lo invitano anche ad andar via, se proprio vuole, perché forse credeva di lottare per l’Europa anziché per la salvezza.

Come a dire, caro Ribery, più che correre appresso ai ladri, rimettiti a correre in campo e fallo anche bene in queste ultime di Campionato. 

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E, sdrammatizzando l’accaduto, sul quotidiano francese L’Equipe compare una vignetta che ritrae Ribery che si lamenta con un poliziotto dicendo: “Mi hanno rubato il pallone d’oro. E’ stato quello spilungone che gioca a Torino”. Il riferimento è chiaro ed è rivolto a Ronaldo che nel 2013 vinse il più ambito trofeo nonostante Ribery avesse vinto la Champions con il Bayern Monaco e quindi probabilmente era sicuro di meritarlo di più.

Le delusioni sono come i furti: ti senti sottratto di qualcosa che sentivi tuo.

Basta abbassare un pochino le proprie aspettative: sta qui il segreto della serenità.

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