I nostri Social

Milan

Milan, Pioli traghettatore con Rangnick all’orizzonte: perchè non entrambi?

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Ennesima stagione deludente per il Milan, che si ritrova ad oggi al settimo posto ed in piena lotta per un posto in Europa League. Un piazzamento di vitale importanza se si vuol partire l’anno prossimo in certe condizioni. Lo sanno bene in quel di Via Aldo Rossi e lo sa ancora meglio Stefano Pioli. L’allenatore rossonero, chiamato a risollevare le sorti della squadra anonima della breve parentesi targata Marco Giampaolo, ha avuto il merito di riportare sui binari una squadra che sicuramente non meritava il mortificante -1 dalla zona retrocessione ad inizio stagione.

Tuttavia, questi meriti sembrano non bastare, in quanto con ogni probabilità tra un mese o poco più avrà inizio l’era Rangnick. Il manager tedesco, come già raccontato e confermato negli scorsi mesi, ha richiesto ed ottenuto pieni poteri nelle scelte tecnico-societarie. Per la buona pace di Paolo Maldini, del licenziato Zvonimir Boban e di Pioli stesso. Il progetto ideato da Ivan Gazidis è infatti quello di affidarsi ad un factotum, meglio ancora se abituato ad addomesticare un gruppo costituito da giovani. E’ proprio questa la scelta più saggia possibile?

I NUMERI DI PIOLI

La situazione ereditata da Pioli alla settima giornata era a dir poco drammatica. La squadra non aveva anima, nè mordente, nè un accenno di gioco. La scelta di affidarsi a Marco Giampaolo si è rivelata un flop, rendendo inevitabile un esonero per cercare di dare una scossa all’ambiente. E più che una scossa, l’ex allenatore della Fiorentina ha rimesso le cose al proprio posto. Nove vittorie, sette pareggi e sei sconfitte rappresentano un bottino accettabile, tenendo atto dell’attenuante del cambio in corsa, mai semplice da gestire. E non solo, perchè il Milan è arrivato ad un passo dalla finale in Coppa Italia, sfumata soltanto grazie dalle individualità made in Juventus nella prima gara post-Covid del calcio italiano.

Pubblicità

Da encomiare, soprattutto, è l’aver trasmesso un’idea di gioco che ha consentito ai rossoneri di essere oggi in zona Europa, vero o proprio miraggio ad inizio campionato. Certo, un ruolo cruciale lo hanno avuto anche l’avvento di Zlatan Ibrahimovic e la conseguente esplosione di Ante Rebic, ma al computo delle valutazioni ci sono più bonus che malus sul conto di Pioli.

Perchè allora cambiare ed affidarsi ad una nuova guida tecnica? Evidentemente la scelta era premeditata da Gazidis in tempi non sospetti, considerando anche la sua filosofia manageriale di stampo britannico. Proprio in virtù di questa tesi, da mesi aleggia la figura di Ralf Rangnick, che a campionato concluso prenderà il controllo totale delle operazioni, salvo clamorosi e non programmati colpi di scena.

LA PROVOCAZIONE

Nonostante un curriculum ed una mentalità di tutto rispetto, la piazza milanista nutre non pochi dubbi su Rangnick, che porterà in rossonero tanti giovani e tanti prospetti a medio-lungo termine. L’ingaggio di Kalulu e la ricerca di altri profili giovani e di prospettiva (Szoboszlai in primis) sono una conferma in tal senso, palesando una mentalità che da qui a poco diventerà un marchio di fabbrica in casa Milan.

Pubblicità

Non pochi dubbi nemmeno sulla figura da manager, una vera e propria novità per il nostro calcio. Soprattutto in Italia e a maggior ragione al Milan, dove la voglia di voler vincere subito lascia poco spazio a progetti spalmati su più annualità.

A questo punto la provocazione spunta quasi automaticamente: perchè non dare spazio a Pioli e Rangnick insieme? Una provocazione attualmente improbabile, ma che potrebbe rappresentare il giusto viatico tra la continuità, che in un progetto è necessaria, ed il progressismo che si intende infondere. Probabilmente è ormai troppo tardi per compiere questa scelta, che rappresenterebbe un mezzo ritorno sui propri passi, ma sarebbe anche giusto dare fiducia a chi sul campo ha già dimostrato di essere quanto meno all’altezza della situazione.

Invece no, il progressismo è prevalso ancora una volta sulla continuità, che negli ultimi anni è completamente mancata dalle parti della Milano rossonera. Non a caso Gennaro Gattuso, attuale tecnico del Napoli, rappresenta oggi un rimpianto. Proprio lui che per un soffio ha sfiorato il ritorno in Champions League e che è stato comunque congedato in favore di Giampaolo, con la storia che tutti ormai conoscono. Dopo una stagione la storia sta per replicarsi e la voglia di innovazione vincerà ancora una volta. Con effetti che, si spera questa volta, siano più desiderati rispetto a quelli precedenti.

Pubblicità

in evidenza