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CORNER CAFE’ – El Pasillo

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Sapere che Guardiola, col City tutto, concederà il pasillo de campéon al Liverpool di Jurgen Klopp è una notizia che, in un certo senso, mi ha fatto piacere sentire. La capacità di comprendere che l’avversario è stato più forte non è roba da tutti. “Non ne abbiamo bisogno”, ha risposto il tecnico dei Reds. Ma è un gesto d’onore, assolutamente spontaneo, e tanto basta. Soprattutto se, come accaduto, l’avversario l’ha meritato davvero.

Non è un gesto che fanno tutti, dicevo. Certo, difficilmente lo si può vedere qui, nella nostra tanto cara Serie A. Abbiamo sempre preferito la malizia, noi. Quando qualcuno vince, non è perché lo ha meritato ma perché ha trovato il modo per farcela di soppiatto. E’ molto più semplice, al termine di una finale di Coppa Italia, dire che l’avversario è stato solo più bravo ai rigori; è più semplice, dopo otto anni consecutivi in cima alla classifica, dire che in effetti qualcosina pure l’hanno ottenuta comprandola. Nella nostra cara Serie A è sempre colpa e mai merito altrui. Un circolo vizioso di proiezioni illusorie e capri espiatori. E di certo, qui, non se le mandano a dire. A volte bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza, per capire che forse la realtà delle cose non è proprio come la si vede. Avere l’umiltà di ammettere non tanto la propria debolezza quanto le qualità dell’avversario. Dalla Premier League, la Serie A dovrebbe e potrebbe prendere tanto. El pasillo de campéon, probabilmente, ne è l’ennesimo esempio.

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