I nostri Social

Approfondimenti

ANGOLO DEL TIFOSO JUVE – Fidarsi è bene, e basta

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Prima, terza, in ogni caso partita di ritorno in Serie A per una malconcia Juve di Mister Sarri. Provo ad andare nell’ordine in cui i giudizi e le sensazioni si affastellano nella mia mente. E vi garantisco: sono tanti.

Location per la cerimonia il Dall’Ara di Bologna. Bello eh, uno dei miei preferiti. Lo trovo particolarmente adatto a dare una cornice piena di grazia al match che attende la mia Juventus dopo il crollo strutturale vissuto a Roma qualche giorno fa. No, non ne voglio parlare. Andiamo avanti.

Incontriamo qui appunto il Bologna di Sinisa Mihajlovic, a cui guardo con sconfinato affetto, tornato finalmente in panchina, nel suo posto nel mondo. Per quanto riguarda quello a strisce bianconere, di mondo intendo, il match comincia sempre almeno un’oretta prima. Non nego di aver tremato, sapete quel meme dove c’è il braccio con la pelle d’oca? Mi sono sentita più o meno così a leggere sulla formazione titolare Bernardeschi, ma soprattutto Rabiot. I più si sono ritrovati la propria esistenza sconvolta anche della presenza di De Sciglio: guai chi me lo tocca, sono la sua prima fan. Ed infatti la sua partita da titolare dopo n mesi non è affatto male, anzi. Fino a che non vedo una smorfia sul suo volto dopo uno scatto. De Sciglio in panchina, entra Danilo.

Pubblicità

Ma di lui parleremo dopo.

Parliamo invece prima del Bologna: largo onore e apprezzamento da parte della sottoscritta per aver sempre provato a creare del gioco e ad ottenere le proprie occasioni, senza mai e poi mai alzare il muro davanti alla propria porta. Incoscienza? Non credo affatto. Perché mai dare dell’incosciente a chi non si limita a difendere la propria area di rigore per portare a casa magari uno zero a zero? Vale sempre un punto. “Piutost che nient l’è mej piutost“, lasciatemi non essere sempre d’accordo.

Dunque, Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala. Cristiano ci prova da qualunque angolazione a interrompere il suo digiuno di goal. Ci prova anche da calcio piazzato, ma credo i Maya stiano aspettando un suo goal su punizione con la maglia della Juve per poter mettere fine a tutto ciò che ci circonda: possiamo stare sereni anche oggi. Entrambi hanno qualcosina da farsi perdonare: Cristiano non sbaglia questa volta il rigore assegnato per una trattenuta su De Ligt, e spiazza Skorupski. Mi era mancato da morire quel siuu, devo ammetterlo.

Pubblicità

Capitolo successivo, Dybala. Forse lui sentiva ancora di più il peso del match dopo aver sbagliato il rigore in finale di Coppa Italia. Vorrei sentire la tensione come la sente lui, vorrei essere in grado di dipingere calcio di sinistro come solo lui sa fare, e come ha effettivamente fatto nell’occasione del secondo goal della Juventus. A quest’ora sarei Presidente degli Stati Uniti.

Postilla: ben più del 50% del merito del goal di Dybala va a Federico Bernardeschi e al suo assist di tacco. Mi chiedo se Federico non ci stia prendendo in giro tutti, perché ieri ho oggettivamente visto un altro calciatore rispetto a quello che vedo spesso entrare a partita in corso e che mi fa altrettanto spesso e volentieri perdere le staffe. Avrebbe meritato ampiamente il goal, e ci prova più di una volta: degno di menzione il palo preso con un meraviglioso tiro di sinistro. Ci riproveremo Fede, la strada è giusta.

Ed è assolutamente giusta la strada che invece percorrono i due totem di difesa: Bonucci sta dimostrando al mondo di essere qualcuno anche senza Chiellini, ma soprattutto c’è un biondino ventenne che abbiamo pagato ottanta milioni che dopo qualche match di ambientamento mi sta facendo benedire ogni singolo centesimo di quell’investimento. Matthajs De Ligt è uno scudo spaziale davanti alla porta di Szczesny, e per fortuna, anche perché il portiere polacco sembrava avere qualche problema con i rinvii ieri.

Pubblicità

Ultime battute: il povero De Sciglio, autore di una partita assolutamente buona, sente una fitta alla coscia. Nervoso come una serpe, torna in panchina, entra al suo posto Danilo.

Il mio cervello ad oggi non riesce a spiegarsi che bisogno avesse Danilo di entrare su Juwara con la gamba a martello manco fosse Carla Fracci. Dire che è stato graziato dall’arbitro è poco, lo avrei personalmente preso a cartellinate rosse. Ma le grazie devi sapertele tenere, ed infatti bastano pochissimi minuti per guadagnarsi il secondo giallo e l’espulsione, lasciando la mia squadra priva di terzini sinistri. You had one job, Danilo.

In sintesi: l’esercizio della fiducia. In Bernardeschi, in Sarri. Lo dico a me stessa per prima, lasciamoli lavorare, e impariamo a fare i tifosi. Un mestiere troppo comodo, perché ti autorizza a sputare mix letali di veleno e sentenze su qualunque piattaforma senza prenderti assolutamente alcun rischio. Eppure, da almeno otto anni a questa parte per quanto mi riguarda, noi juventini continuiamo a non aver rispetto per il modo in cui veniamo pagati, che è il miglior salario possibile: il risultato.

Pubblicità

in evidenza