I nostri Social

News

#19Maggio1979 – Auguri Maestro, il regista per eccellenza

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Andrea Pirlo. Chiunque abbia visto giocare un solo minuto quest’uomo, sa bene di cosa stiamo parlando. Un campione del genere non ha bisogno di presentazioni o elogi. Al Maestro, dunque, un omaggio è fin troppo doveroso nel giorno del suo compleanno.

Il Maestro

C’è chi lo chiama Andrea, chi Maestro, chi semplicemente Pirlo e chi, come noi, “Il Regista”. Probabilmente non c’è miglior modo per descrivere in due parole ciò che era Andrea Pirlo. Il suo modo di interpretare quel ruolo può essere ritenuto perfetto, la massima espressione in quella zona di campo.

Il suo modo di usare il corpo per smarcarsi dagli avversari era unica. Quello stile era paragonabile al modo di rientrare sul sinistro di Robben: tutti sapevano che avrebbe fatto quella giocata, ma nessuno riusciva a fermarlo.

Pubblicità

Ciò che lo contraddistingueva da tutti gli altri registi della sua epoca era la sua immensa visione di gioco. Breve, media e a lunga distanza non faceva differenza. Colui che doveva ricevere aveva solo da attendere: la palla gli sarebbe arrivata comunque.

Un episodio emblematico scandisce alla perfezione la natura sovrannaturale delle sue giocate.

Dortmund, 4 Luglio 2006, Westfalenstadion. Va in scena la semifinale dei mondiali Germania – Italia. Partita bloccata sullo 0-0. Siamo ormai al 119’ ed i calci di rigore sono vicinissimi. Si, vicinissimi per tutti ma non per lui. Dopo un calcio d’angolo di Totti messo fuori, Pirlo prende palla a limite dell’area. Proprio in quell’istante il genio decide di cambiare la storia di quel match con un passaggio fuori da ogni logica.

Pubblicità

Nulla può spiegare meglio di questo frame l’irrazionalità della giocata. Un gesto del genere non va commentato, va contemplato per la sua unicità.

Poker Face

Pirlo non era solo un calciatore formidabile, tiratore di punizioni unico e fenomeno nel midollo. Il Maestro era un leader totale. Nota a tutti una delle sue particolari peculiarità: la faccia da poker. Sempre serio, quasi senza emozioni. Un atteggiamento da vero leader che dà fiducia a che lo affianca.

“Il portiere mi sembrava molto sicuro di se, anche negli atteggiamenti. Bisognava fargli abbassare un po’ le arie”

Pubblicità

Queste le sue parole dopo lo scavetto rifilato a Joe Hart, portiere dell’Inghilterra, nel quarto di finale degli Europei 2012. L’ennesima dimostrazione di potere tecnico e mentale per uno dei centrocampisti più forti della storia.

D’altronde, solo un calciatore della sua portata poteva aspirare ad organizzare una partita d’addio con decine di campioni di ogni epoca e nazionalità. “La Notte Del Maestro”. Così fu chiamata quella serata, unica nel suo genere per la quantità di campioni presenti in campo.

Per raccontare appieno ciò che è stato Pirlo, un semplice articolo è fin troppo riduttivo. Bisognerebbe soffermarsi sui suoi inizi, sul grande Carletto Mazzone che, da trequartista, lo arretrò regalando al calcio uno dei più forti, se non il più forte regista di tutti i tempi. Raccontare della sua ‘Maledetta’, la stima per Juninho, il calciatore da cui ha appreso l’arte dei calci di punizione. Oppure elencare il suo palmarès, fin troppo facile se si ha a che fare con uno che ha vinto praticamente tutto.

Pubblicità

Non serve fare ricami, elogi ed elenchi. Bastano poche parole per intendersi. Andrea Pirlo.

Auguri Maestro

Pubblicità

in evidenza