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#LBDV – Liverpool 4 – 0 Barcellona: l’exploit Reds

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Tempo di lettura: 3 minuti

7.05.2019 Una data che sicuramente resterà negli annali del calcio. Impossibile immaginare un almanacco che la escluda dalle pagine più rappresentative di questo sport.

Tre anni fa, precisamente oggi, andò in scena una tra le rimonte più significative della storia della Champions League.

Il Liverpool di Klopp, infatti, contro ogni pronostico, spazzò via il Barcellona nella meravigliosa cornice dell’Anfield Road.

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Prima di soffermarci su ciò, facciamo un piccolo passo indietro per capire meglio il “miracolo sportivo” di Fortress Anfield, letteralmente Fortezza Anfield. Ritorniamo alla notte del primo maggio – soltanto sei giorni prima – quando andò in scena il primo scontro tra le due corazzate.

Al Camp Nou, i Reds caddero dinanzi a uno straripante Leo Messi – autore di una doppietta – spinto, nell’ennesima prestazione da fenomeno, da oltre novantamila cuori azulgrana.

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In Catalogna la Pulce dettò legge, illudendo l’intero mondo. Agli occhi di tutti sembrò che il Barcellona e il suo fuoriclasse avevano, ormai, conquistato l’ennesima finale che era in programma al Wanda Metropolitano di Madrid. Del resto il punteggio è sul tre a zero, andò a segno anche l’ex Luis Suarez. La serata spagnola, così come quella inglese poi, si arricchì di magia: Messi raggiunse il gol numero seicento, concludendo una delle stagioni più positive a livello individuale (vittoria del sesto Pallone d’oro).

Ma questa è un’altra storia. Come è noto, però, questo non bastò. E alla magia seguì altrettanta magia.

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Rimandiamo il nastro in avanti e avviciniamoci nuovamente alla fatidica data.

In due giorni, alla vigilia dalla gara di ritorno, il Liverpool perse due elementi chiave dello scacchiere, ossia ben due terzi del tridente: Roberto Firmino e Mohamed Salah. Nonostante tutto, però, tecnico e ambiente non ne risentirono e riposero tutta la loro fiducia nei sostituti: Xherdan Shaqiri e Divock Origi.

Quest’ultimo si rivelò fondamentale e provvidenziale nella storia Reds. Il belga, classe ’95, firmò, infatti, una doppietta. Indimenticabile fu anche l’assist servito da Trent Alexander-Arnold. Il giovane classe ’98, in realtà, ne confezionò due, dei quali l’ultimo, servito alla punta belga, che regalò il quattro a zero finale. Il colpo di genio dell’inglese resterà sempre nella storia di questo sport.

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“E’ stata una cosa assolutamente istintiva, uno di quei momenti in cui semplicemente vedi un‘opportunità da cogliere. Poi Origi è un giocatore di prima classe. Tutti ricorderanno questo momento”. (Trent Alexander-Arnold in riferimento all’assist servito).

Dalla panchina, invece, arrivarono le altre due marcature. Al 46’ Wijnaldum fece il suo ingresso in campo e, in due minuti, precisamente al 54’ e 56’, mise a segno una clamorosa doppietta. Ricordando ancora una volta al mondo intero il motto This is Anfield.

E in effetti “questo è Anfield”, difficilmente la si spunta: c’è da sudare, sperare e pregare per uscirne indenni.

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I catalani subirono, così, per la seconda volta – dopo quella con la Roma dell’anno precedente – una rimonta che sembrava impossibile.

Il Liverpool approda in finale, raggiunta e persa l’anno precedente contro il Real Madrid. In questa occasione, a fronteggiare l’armata di Klopp ci sarà una squadra inglese, si tratta del Tottenham di Pochettino. A Madrid, nella calda serata del 01.06.2019, apre le danze un rigore di Salah, assegnato dopo ventuno secondi e trasformato dopo cento-otto. I Reds si limitano ad amministrare il vantaggio, che diventa doppio a tre minuti dal novantesimo, grazie alla realizzazione di Origi.

Al fischio finale si chiude il cammino europeo forgiato dalla qualificazione strappata ad Anfield nell’ultima partita del girone. Un cammino costruito con la vittoria sul Bayern in Germania, col successo schiacciante sul Porto e con la clamorosa rimonta contro il Barcellona, dopo un 3-0 al Camp Nou e grazie ad un eroico poker ad Anfield.

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Il Liverpool festeggia la sua sesta Coppa dei Campioni (record in Inghilterra). Il trofeo dalle grandi orecchie mancava dalla stagione 2004-2005.

Ad alzare al cielo la Champions League è il capitano, mentre la canzone simbolo della squadra, You’ll Never Walk Alone, risuona in un mix con la consueta We Are The Champions.

Liverpool Champions League 2019

(Foto: Twitter Champions League)

 

Klopp cancella il k.o. di Kiev dell’anno precedente, quello sulla panchina del Dortmund della stagione 2012-2013 e delle altre finali perse, tra cui la finale di Europa League nella sua prima stagione inglese contro il Siviglia.

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(Foto: sito Liverpool)

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