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Zeman: “Insigne l’italiano più forte e l’ultima bandiera”

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Il tecnico boemo, Zdenek Zeman ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne de Il Corriere dello Sport. Di seguito alcuni tratti della sua intervista riportati sul sito del quotidiano:

La quarantena di Zeman, quella di oggi, è un frammento rispetto quell’isolamento scelto nel ‘68, a ventun anni, quando lasciò la sua Cecoslovacchia…

«Ero in vacanza in Sicilia da mio zio Cestmir Vycpalek, dovevo rientrare il 22 agosto e nella notte tra il 20 e il 21 ci fu l’irruzione dei paesi sovietici con i carrarmati. Restai ancora un po’ qui, poi tornai perché a casa mi reclamavano, finii la scuola e a novembre ero di nuovo in Italia. Definitivamente».

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Il calcio si interroga.

«Azzererei la stagione: si chiude e si riparte poi quando sarà possibile, magari a settembre. Ma i campionati sono falsati, fermi come sono da due mesi. Poi so bene che esistono interessi economici e che dunque se si riprenderà sarà esclusivamente per ragioni ? nanziare e per tentare di frenare quella montagna di debiti che il movimento stesso ha prodotto».

Nell’ultima Nazionale di Mancini, c’erano ancora cinque “suoi” ragazzi: Florenzi, Immobile, Insigne, Romagnoli e Verratti.

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«Appartengono a cicli e a momenti diversi. E ci sono stati anche periodi in cui in giro per il mondo ce n’erano una decina, forse anche di più: penso a quando ero alla Lazio e alla Roma. Ma anche nelle mie stagioni con il Foggia e con il Lecce c’è stato chi è riuscito a raggiungere la maglia azzurra. E poi gli stranieri».

Anche Zeman ha avuto un idolo…

«Ed è stato Kovacs. Poi sono cresciuto e con l’età si smette di averne. Semmai si apprezzano, diversamente, nuove figure. I miti appartengono alla gioventù».

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In tv, che ripropongono il calcio con i protagonisti del passato, Zeman ricorre spesso.

«Forse perché mi vogliono bene».

Lei ne vuole tanto a Insigne, a Totti (e non solo a loro due).

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«Lorenzo per me è l’ultima bandiera. Il più forte calciatore italiano, uno dei pochi in grado di fare la differenza. Un napoletano che si sente tale e che spero resti nella sua città, come ha fatto Francesco. Solo che Totti, a Roma, non è mai stato contestato».

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