I nostri Social

Approfondimenti

#LBDV – Torino, cosa vuoi fare da grande?

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Ormai è una realtà consolidata del nostro campionato. Dopo anni in chiaroscuro il Torino è tornato ad essere un punto fermo della Serie A, seppur non a livelli esageratamente alti, ma scrollandosi di dosso l’etichetta di squadra di bassa classifica. D’altronde la grande storia granata non giustifica affatto etichette di tale non-spessore ed è un bene per il calcio italiano che il Torino sia tornato protagonista.

Tuttavia rimane intatta la sensazione che si potrebbe fare meglio di quanto si stia effettivamente facendo. Ragion per cui la società è sotto il banco degli imputati della tifoseria che soprattutto in questa stagione, complici sicuramente dei risultati non proprio esaltanti, ha alzato la voce nei confronti di Urbano Cairo.

IL CAMBIO DELLA GUARDIA MAZZARRI – LONGO: UNA STAGIONE TRAVAGLIATA

In effetti la stagione a cui hanno assistito i tifosi del Torino – fino a quando è stato possibile giocare per le tristi vicende che tutti conosciamo – è stata tutt’altro che sufficiente. 8 vittorie, 3 pareggi e 14 (!) sconfitte su un parziale di 25 partite sono un bottino fin troppo magro per la squadra piemontese, che si vede – qualora dovesse riprendere il campionato – addirittura coinvolta nella lotta salvezza.

Pubblicità

Eppure le premesse quest’anno aspiravano ad una sorta di consolidamento. I propositi di iniziare a raccogliere un progetto erano più che fondati e di questo ne erano consapevoli tutti, squadra compresa. Sarà stato un peso troppo grande quello gravato sulla testa dei giocatori? Sta di fatto che tutti questi buoni propositi sono mutati in una stagione fallimentare, ed il cambio tecnico da Walter Mazzarri a Moreno Longo ne è il più che giustificato emblema.

Non è dato sapersi al momento se effettivamente l’ingaggio dell’ex tecnico della Primavera è un tentativo disperato di portare a termine una stagione con quanti meno danni possibili, con lo stesso Longo nei panni di traghettatore. Il passaggio di consegne, ed è questa ad oggi l’unica realtà inconfutabile dei fatti, non ha sortito gli effetti sperati: i risultati continuano a latitare e la frustrazione del tifo granata continua a farsi sentire sempre di più. Una patata bollente che brucia sempre di più nelle mani di una persona dai tanti meriti e/o demeriti; insomma, dipende dai punti di vista.

LA FIGURA DI CAIRO

Parliamo del tanto discusso patron Urbano Cairo, vero protagonista di questi malumori. A lui sono additati tante colpe: su tutte, quella di non beneficiare di alcun rischio d’impresa per provare a fare quel passo in più tanto invocato. Il rischio d’impresa è un concetto imprenditoriale non proprio attinente alla filosofia del presidente granata. Anzi, ha fatto della sostenibilità economica il suo marchio di fabbrica. Certo, ai tifosi poco interessa la salute contabile della società, ma oggi il Torino è una di quelle poche squadre che riesce ad avere i conti a posto.

Pubblicità

È chiaro che questo incide relativamente poco con i risultati sportivi che, al netto delle partecipazioni europee degli anni passati, sono stati pressoché nulli. Se non, come anticipato in precedenza, un consolidamento della propria posizione nei salotti del calcio di Serie A. Negli anni il Toro è una squadra che ha alzato gradualmente il proprio tasso tecnico ed è forse proprio questo quello che fa più rabbia dalle parti dell’Olimpico Grande Torino.

Chissà se la prossima estate, quella in divenire tra i non pochi dubbi sulle proprie sorti, non possa essere un crocevia cruciale per il futuro di questo club. Certamente in casa granata si ha la sensazione di essere alle porte di una rivoluzione, tra panchina e rettangolo di gioco.

IL FUTURO TRA PANCHINA E CAMPO

Le prime considerazioni saranno effettuate proprio sulla guida tecnica: ad oggi parrebbe sempre più complicata l’ipotesi riconferma di Moreno Longo. L’attuale tecnico, già ingaggiato con limitata prospettiva, non è riuscito a dare quel cambio di marcia tanto desiderato. Le ipotesi di un nuovo tecnico sul quale ridisegnare un nuovo progetto, quindi, prendono sempre più campo.

Pubblicità

Rivoluzione che potrebbe intaccare anche l’organico a disposizione, a prescindere di chi sarà alla guida del Torino la prossima stagione.

Su tutti c’è da valutare il futuro di Andrea Belotti: il capitano, ormai punta di diamante della squadra da molte stagioni, potrebbe valutare di mettere fine la propria esperienza all’ombra della Mole. Le pretendenti, tra Italia ed Inghilterra, non mancano, anche se si sa che andare a trattare con Cairo non è la cosa più facile del mondo e che cercherà di battersi fino all’ultimo eventualmente per incassare quanto più possibile. Incerto è anche il futuro di giocatori come Ola Aina (sirene inglesi per lui) e di uomini d’esperienza come De Silvestri ed Ansaldi. Per il terzino ex Lazio sembrava cosa fatta per il rinnovo, ma la squadra mercato sta iniziando anche a girarsi intorno. Il laterale argentino invece ha espresso la sua volontà di rimanere, pur ammettendo che la decisione non spetta solamente a lui.

Tanti interrogativi e tanti fantasmi che si spera di far scomparire quanto prima, anche per non rischiare alcunché in vista della possibile ripresa. I nodi sono da sciogliere in quanto prima anche per dare ai propri tifosi delle certezze, essendo ormai stanchi di vedere disattesi i proprio sogni di gloria. In fondo vogliono soltanto sapere da Urbano Cairo cosa il Torino vuole fare concretamente da grande. Un quesito tanto lecito, quanto complesso da risolvere.

Pubblicità

in evidenza