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Pepe a RBN: “Non dobbiamo mollare proprio adesso”

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Simone Pepe, ex calciatore di Juventus e Chievo ha parlato ospite di Radio BiancoNera. Queste le sue parole sulla situazione attuale:

“Noi stiamo vivendo questo momento nel dramma generale che si è creato in Italia, è un periodo brutto per tutti. Adesso non bisogna mollare, siamo all’80’ e vinciamo 1-0, non possiamo mollare adesso. Adesso sembra che si possano far uscire i bimbi, ma non dobbiamo buttare all’aria quanto di buono abbiamo fatto fin qui. Mi dà fastidio che il popolo italiano si ricompatti solo nei momenti di difficoltà, dovremmo essere compatti sempre. Siamo uno dei Paesi più belli al mondo, lo dicono gli altri, non lo diciamo noi. Sicuramente chi sta bene economicamente riesce più facilmente a fare la quarantena rispetto a una famiglia che deve vivere in quattro persone in 50 metri quadri, sarebbe ipocrita dire il contrario. Abbiamo fatto tanto fino ad ora, non dobbiamo mollare adesso. Nel momento di difficoltà ci siamo ricompattati, questo momento mi fa pensare al Mondiale del 2006 quando nel momento più difficile per il nostro calcio ci siamo uniti ancora di più e alla fine abbiamo vinto”.

Se fossi stato ancora un calciatore come ti saresti organizzato dal punto di vista atletico?

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“Sicuramente chi ha la possibilità e gioca in una squadra di Serie A trova la possibilità di allenarsi lo stesso. Bisogna mantenere la preparazione perché non si sa quando si ripartirà, anche se parlare di calcio adesso è difficile. Il calcio manca a tutti, ma parlarne adesso è davvero egoista”.

Hai sentito i tuoi ex compagni della Juventus?

“Non avevo dubbi che avrebbero gestito bene la situazione conoscendo bene Chiellini, Bonucci e Buffon. Abbiamo ancora una chat con gli ex compagni bianconeri, ci sentiamo spesso e non mi stupisce quello che hanno fatto. Sono stati tutti e tre capitani della Nazionale, sono i simboli dell’Italia”.

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Come proveresti a chiudere questa stagione?

“Non lo sanno neanche gli addetti ai lavori, non posso farlo certamente io. Purtroppo abbiamo visto con Atalanta-Valencia quello che è successo, il calcio è contatto fisico continuo e questo virus si trasmette facilmente. Se avrei fatto giocare Juventus-Inter? Si parla tanto, ma non sappiamo i fatti. Se fossi stato dentro magari avrei saputo rispondere, da fuori non lo so. Se si è giocato alla fine credo che ci saranno state le possibilità di giocare, non voglio pensare che abbiano voluto mettere a rischio la salute delle persone. Sicuramente se Rugani fosse stato in campo le conseguenze potevano essere peggiori, ma non voglio pensare che ci sia malafede nell’aver fatto giocare”.

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