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SERIE A

Napoli, Gattuso: “Voglio un Napoli pronto alla battaglia”

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Giornata di vigilia in casa Napoli. Il tecnico Gennaro Gattuso ha presentato la gara contro il Torino in conferenza stampa. Ecco le sue parole riportate da TuttoMercatoWeb:

Col Barcellona grande dispendio di energie. C’è l’Inter in prospettiva, che vale tanto. Col Torino c’è bisogno di una sollecitazione particolare dal punto di vista mentale?
“No, c’è bisogno di pensare al Torino. Da parte mia e del mio staff, invece, c’è bisogno di schierare chi è al 100%. Giochiamo contro una squadra che fisicamente è molto forte, sta a noi mettere in campo chi è pronto a dare il 100% perché domani ci sarà da battagliare”.

Qualcuno la preoccupa in termini di condizione?
“Ieri la squadra, quando abbiamo fatto dei test, era molto stanca e abbiamo deciso di lavorare in palestra per il recupero. Oggi prepareremo la partita col Torino. Domani chi scenderà in campo deve stare bene al 100%, sia mentalmente che fisicamente”.

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Cosa cambierà con Milik?
“Nulla. E’ molto bravo a legare, anche lui. Ha una classe immensa e ci può dare una grandissima mano, come fatto per tanto tempo. Oggi speriamo anche di recuperare Mertens, speriamo che sta meglio. Proverà ad allenarsi con noi. Milik oggi è l’ultimo dei miei problemi, so che giocatore è”.

Avete sistemato la difesa. Ora c’è da fare di più in attacco?
Non sono d’accordo quando dici che in fase difensiva abbiamo sistemato tutto. Qualcosa sì, ma la coperta è corta in questo momento. Bisogna capire bene cosa vogliamo fare, se alzarci 1015 metri più avanti. A volte si può, ma bisogna essere bravi coi centrocampisti. A volte è l’atteggiamento di come sali il campo coi quattro di difesa. Ci alziamo se i difensori lavorano con dinamica. Noi cominciamo a far male dopo 10-15 tocchi, dobbiamo arrivarci con calma in avanti. Se vogliamo ribaltarla velocemente, va a finire che la squadra si stacca coi reparti. Possiamo fare bene in attacco, ma sempre tramite il palleggio”.

Fa male vedere fuori calciatori come Meret e Lozano, molto forti?
“Io so che ho a disposizione dei giocatori importanti, ma in questo momento faccio delle scelte in base a ciò che mi danno. Io dico sempre che Lozano, Meret, sono fortissimi. Ma in questo momento, per come voglio giocare… Io ho parlato con Lozano e può giocare un esterno, ma lui mi garantisce la fase difensiva o gli manca un qualcosa? Ragiono così. So che a livello aziendale non mi sto comportando benissimo, ma io metto calciatori funzionali. Sono io che devo spiegarlo. E’ brutto vedere dei giocatori come Lozano, pagato tanto, o Lobotka fuori. Ma io faccio delle scelte e non racconto favole. Spero che questi calciatori, stando fuori, capiscano ciò che voglio e si allenino per raggiungerlo”.

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Che Napoli vuoi domani?
“Un Napoli da battaglia, che deve fare la sua partita ma anche saper soffrire. Troviamo una delle squadre fisicamente più forti della A, non vive un momento positivo, ma rispetta l’avversario e fa le cose con determinazione in entrambe le fasi”.

Domani può essere la gara di Lobotka?
“Vediamo. Alle 13:15 vengono i calciatori, iniziano a fare dei test e vediamo chi ha recuperato e chi no”.

Come tirerai fuori la grinta anche in una partita con una medio-piccola e non contro il Barcellona?
“Non lo so come fare. So solo prepararla bene ed entrare nella testa dei giocatori. Non lo so come fare. Se vai a vedere l’andamento in casa da quando sono arrivato io non è il massimo. E non so come fare, anche se me lo chiedo spesso. So solo preparare la partita bene ed entrare nella testa dei giocatori. Questo devo fare. In questo momento i calciatori non devono pensare al Barcellona, è passato. Ora bisogna pensare ai Belotti, ai Zaza, agli Ansaldi, a Nkoulou. E’ vero che il Torino non vince da tanto tempo, ma ci sono calciatori importanti. Quest’anno hanno cominciato presto, ma è una squadra di valore. Domani dobbiamo concentrarci su ogni singolo giocatore del Torino. Io da calciatore un po’ avrei paura di questi avversari, perché sono forti”.

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Dovete crescere nella testa?
“Penso che se facciamo questo salto qua diventa bella, anche a livello mentale. Quando diventi un giocatore importante, che ragiona così, diventi campione. E non è facile. Lo step da migliorare è questo. Riuscire ad affrontare tutte le gare con la stessa mentalità. Nel calcio di oggi difficilmente si possono riproporre 20 partite con la stessa intensità, dobbiamo migliorare in questo. Le partite si vincono durante la settimana. In Italia per tanti anni abbiamo allenato i giocatori e voler sentire dire ai giocatori ‘Che bell’allenamento fatto’. Il calcio va ricreato, nell’allenamento va riproposta la stessa fatica, fisica e mentale. Nel calcio bisogna pensare tanto e questo si allena. Non si allena solo la condizione fisica. Si possono costruire calciatori pensanti e penso che all’estero lo si fa di più, ci sono più calciatori pensanti”.

Voi e il Torino avete lo stesso obiettivo 40 punti.
“Io so, i calciatori e i dirigenti sanno, cosa abbiamo passato e cosa abbiamo rischiato. Noi dobbiamo ripartire da quello, dalla tristezza e dall’angoscia che ci hanno preso con Lecce, Parma e Fiorentina, quando sembravamo tutto fuorché squadra. Noi non dobbiamo dimenticarci quelle giornate. Si possono perdere le partite, ma ci sono modi e modi. Noi lì sembravamo sfilacciati, sembrava di ragionare individualmente. Ma quando giocano contro di noi devono fare fatica gli avversari”.

Andare via amareggiati per il pari col Barcellona è la fotografia di quanto hai fatto crescere il Napoli?
“Io non ho fatto crescere nessuno. La fortuna degli allenatori sono i giocatori, l’ho sempre pensato. Noi proponiamo, ma bisogna avere calciatori con la testa libera, che danno sempre qualcosa in più. L’allenatore è importante per questo, deve creare sempre qualcosa per farli migliorare, per farli sentire a proprio agio. So le difficoltà che ha avuto questo gruppo, ce lo siamo detti coi giocatori. Ora mettiamo da parte tutto ciò che c’è da chiarire, rinnovi di contratti, altre robe. Noi abbiamo un obiettivo: allenarci in modo serio e fare prestazioni come le ultime, se siamo seri tutto si sistemerà. Oggi voglio un gruppo di persone, non solo giocatori, che ci diano una mano. Tutti ci aiutiamo a vicenda. Io e le persone che mi circondano. Abbiamo bisogno di fare gruppo. Quando veniamo qui dobbiamo stare a nostro agio. Ci diciamo le cose in faccia e si lavora. In questi mesi bisogna trovare questa sinergia qua”.

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Ti piacerebbe poter cominciare con questa squadra fin dal ritiro pre-campionato?
A me piace tanto. Voi sapete tutti com’è il mio contratto. Ho un contratto fino al 2021, con una via d’uscita mia al 30 aprile. Ma oggi non c’è un problema contratto. Io voglio lavorare, sono venuto qua per questo e raggiungere degli obiettivi. Con De Laurentiis mi sento 3-4 volte al giorno. Oggi la mia priorità non è il contratto. Io voglio stare bene, mi gaso quando vedo un ambiente bello. Voglio stare bene. Voglio allenare persone che hanno voglia di venire qua. Io sto molto bene qua. Ho riscontrato grande professionalità qui. Sembra che non funziona nulla, invece umanamente c’è tanta roba. Ci sono tante persone che lavorano nel club che sono tanta roba, io sto bene qui. Io ho firmato sei mesi e lo sapevo, con l’opzione che la società può decidere se confermarmi o no. Avevo anche altre offerte da un anno o due anni. Ma sapevo di venire qui a giocarmi un’opportunità incredibile: la Champions League, i calciatori forti che alleno qui, per me sono tanta roba. Non ci sono problemi di contratto”.

“Non lo so. Io vivo alla giornata, preferisco fare così, sono fatto così. Mi sono sempre trovato bene così. Quando sono arrivato qui quest’aspetto non è cambiato”.

Come stanno Koulibaly e Ghoulam? L’algerino può giocare?
“Ghoulam sta molto meglio, è molto contento. Sta dando continuità. Sono molto felice che si sta allenando con continuità. Vediamo domani. Per Koulibaly, ha cominciato a correre e lo giudichiamo la prossima settimana”.

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A che punto è il recupero della consapevolezza delle qualità del gruppo?
“La consapevolezza la danno i risultati, il fatto di giocare con grandissime squadre e concedere poco, il fatto che all’inizio ci mancava e ora abbiamo, ossia saper soffrire. Questa squadra ha qualità. Poi mi si può dire perché non oso in più? Ma la coperta è corta. Se mettiamo tutta la qualità a disposizione della rosa non ne esci più. La direzione l’abbiamo capito, ma deve esserci sacrificio. Vedere calciatori d’attacco che si mettono a disposizione, come Insigne, è bello. Se oggi siamo riusciti a fare dei risultati è merito dell’atteggiamento, la nostra prima difesa sono i calciatori d’attacco. Se pensiamo che siamo diventati Brad Pitt sbagliamo, spero che allo specchio si vedano brutti come la mia barba. Questa è la strada. Io sono una squadra che fa sistematicamente un pressing offensivo e a vollte ultra-offensivo. Ci ho provato, mi piacerebbe. Qualche partita l’ho persa io, ve l’ho detto. Pensavo che potessimo farlo. Ma questa è la linea guida per le prossime partite”.

Vi siete posti degli obiettivi, dopo questi risultati, su Coppa Italia e Barcellona?
“Pensiamo alla partita di domani. Dopo la partita di domani rispondo se possiamo ragionare in maniera diversa. Domani è la partita ad hoc per vedere se siamo guariti o no. Il Torino è una squadra che casca a pennello: forte fisicamente, con tante seconde palle, tanti scontri fisici. Dobbiamo fare una grande partita sull’aspetto caratteriale e su quello tecnico. Il Torino ci può far capire in che condizione siamo a livello fisico e mentale”.

Che significa che qui il ciclo è finito? Dai senatori come Callejon e Mertens stai ricevendo delle grandi risposte.
“Ce l’ho anche durante la settimana. Sapete tutti del problema di Allan, ma vi ho detto subito che non portavo rancore e lui si è messo a disposizione. Tutti i giocatori, specialmente la vecchia guardia, mi stanno dando tanto. Ora non è il momento di pensare ognuno al suo orticello. Io ci sono passato prima di loro. C’erano degli anni in cui volevo andar via, non mi trovavo più bene, veniva qualcuno e guadagnava di più o non mi facevano il contratto e ho dovuto aspettare per un po’ di mesi. Ma ho dovuto mettere da parte queste cose e pensare che poi si sarebbe parlato anche di quello. Tutti i senatori, per comprarli, ci vogliono milioni e milioni di euro. Questa è una squadra forte, ma deve comportarsi da squadra. Il valore non si discute, lo si vede dai numeri dei punti che hanno fatto in questi anni. Bisogna pedalare, lavorare con serenità. Poi tireremo le somme”.

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